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Amianto: ABB tira il fiato

Le cause contro ABB esigevano un risarcimento per le conseguenze dell'amianto Keystone Archive

103'000 cause pendevano sull'azienda statunitense Combustion Engineering, rilevata nel 1990 dal colosso elvetico-svedese ABB. Un tribunale ha ora accettato l'accordo globale.

Le conseguenze dell’amianto costano a ABB 1,2 miliardi di dollari.

Un tribunale statunitense ha dato seguito lunedì alla proposta di accordo globale, ponendo fine ad un contenzioso che si trascinava da anni. 103’000 ex-impiegati della Combustion Engeneering – una ditta produttrice di caldaie isolate con elementi d’amianto – avranno diritto ad un risarcimento forfettario come proposto dalla proprietaria, la multinazionale svizzero-svedese ABB.

L’accordo prevede un unico pagamento di 1,2 miliardi di dollari. Da quanto affermato dalla difesa di ABB, la giudice Judith Fitzgerald avrebbe però chiesto un complemento d’informazione su due filiali del gruppo.

L’informazione, diffusa dall’agenzia Reuters, è stata confermata a swissinfo dal portavoce di ABB a Zurigo, Wolfram Eberhardt. Alla centrale svizzera ci si dice «soddisfatti per l’accordo trovato» e si afferma la disponibilità a fornire in tempi brevi le ulteriori informazioni necessarie.

Una storia senza fine

L’accordo globale fa parte dell’eredità difficile della Combustion Engeneering (CE), acquistata da ABB nel 1990. I danni dell’amianto si dimostrano con patologie alle vie respiratorie o, appunto, con lo sviluppo di cellule cancerogene, spesso a anni di distanza dalla contaminazione.

Di fronte alle 103’000 cause di risarcimento per i danni alla salute, inoltrate egli scorsi anni, la CE aveva depositato i bilanci il 17 febbraio, elaborando al contempo un piano per un risarcimento globale delle vittime del minerale cancerogeno.

La suspense intorno all’esito dell’accordo è durato per mesi. In maggio la giudice Fitzgerald aveva rinviato ulteriormente la decisione per dare alle parti il tempo necessario a completare le rispettive inchieste.

Impatto sull’azienda

La decisione della Fitzgerald passerà ora alla prossima istanza dove dovrà essere confermata. Ambedue le parti potranno ancora ricorrere alla Corte suprema. Ma a Zurigo si spera di poter tirare il fiato e scrivere ‘fine’ sotto questo capitolo particolarmente difficile, nel già difficile percorso della multinazionale della tecnologia industriale.

All’epoca dell’acquisto, il gruppo elvetico-svedese si trovava in una fase di forte espansione. Per più anni il sogno di diventare un «global player» sembrava a portata di mano. Nei libri di testo si citava spesso ABB come il parallelo europeo di General Electrics.

Eppure il tracollo della borsa, una serie di investimenti sbagliati e il crollo della domanda sui mercati internazionali hanno provocato una profonda crisi nella grande azienda, specializzata in tecnologia termica, idraulica e elettrica.

La causa miliardaria – conclusasi ad alto prezzo, ma in un margine che potrà limitare i danni – è stata ritenuta da più parti un elemento simbolico per un espansione poco ragionata. Con l’acquisto di Combustion Engeneering, infatti, ABB ha anche ereditato il suo passato.

swissinfo, Jakob Greber
(adattamento: Daniele Papacella)

Nel 1990 ABB ha acquistato Combustion Engineering (CE), fabbricante di caldaie in amianto.
103’000 sono gli ex-impiegati di CE colpiti da cancro
ABB a proposto un risarcimento complessivo per 1,2 miliardi di dollari (1,6 milioni di franchi)

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