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Anche l’Europa vuole passeggeri “trasparenti”

Le autorità vorrebbero maggiore trasparenza sui passeggeri che volano per e dall'Europa Keystone

In nome della lotta al terrorismo, la Commissione europea ha proposto di adottare anche sul continente il modello statunitense di registrazione e stoccaggio dei dati dei passeggeri aerei.

Per evitare lacune nel sistema di sicurezza europeo, la Commissione vorrebbe che il provvedimento (pianificato per il 2010) venga adottato anche dalla Svizzera e dagli altri membri dello spazio Schengen.

La misura proposta martedì sarà applicata a tutti i voli in entrata e in uscita dall’Unione europea (Ue), ma non a quelli intra-europei.

Le compagnie aeree dovranno riportare alle autorità 19 categorie di dati, fornite dai passeggeri al momento dell’acquisto del biglietto. Si tratta d’informazioni relative alla destinazione del viaggiatore, al suo indirizzo elettronico, al suo numero di telefono o di carta di credito.

Questi dati (denominati PNR, «Passenger Name Record») saranno trasmessi ad un’Unità d’informazione sui passeggeri stabilita in ogni Stato e potranno essere utilizzati e scambiati «dalle autorità incaricate della lotta al terrorismo e al crimine organizzato», ha precisato la Commissione europea.

Conservati per tredici anni

Le compagnie aeree dovranno comunicare i PNR a due riprese: 24 ore prima del decollo e dopo la chiusura dell’imbarco.

I dati saranno archiviati per 13 anni (15 anni negli Stati Uniti, che esigono il trasferimento delle informazioni personali dal 2003). Dopo cinque anni diventerebbero “dormienti”, ovvero sarebbero accessibili soltanto a certe condizioni.

La proposta di Bruxelles dovrà ottenere l’accordo unanime dei governi dei 27 Stati membri dell’Unione europea. Non sarà tuttavia facile convincere l’Europarlamento: alcuni deputati hanno già annunciato la loro reticenza ad accettare un sistema la cui utilità non è ancora stata dimostrata.

La nuova legge – che rappresenta un ulteriore passo nella lotta al terrorismo dopo le restrizioni sul trasporto di liquidi nei bagagli a mano – dovrebbe entrare in vigore nel 2010.

Integrare la Svizzera

In quanto futuro membro dello spazio di Schengen (autunno 2008), la Svizzera consentirà ai cittadini di Stati terzi di utilizzare il suo territorio per entrare nell’Ue senza sottoporsi alle regole di registrazione imposte da Bruxelles.

Una falla nel sistema di sicurezza dell’Unione di cui il commissario europeo per la giustizia, Franco Frattini, è ben cosciente. Interpellato da un giornalista, Frattini ha detto di auspicare un’estensione della catalogazione dei dati dei viaggiatori a tutti i membri dello spazio Schengen.

La Confederazione potrebbe così essere chiamata ad adottare questo tipo di provvedimento.

Una misura sensata?

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia non ha voluto per ora esprimersi sulla questione. «Si tratta prima di tutto di valutare se tale misura ha un senso per la Svizzera», si è limitato a dire il suo portavoce, Sascha Hardegger.

Franco Frattini si è dal canto suo detto fiducioso che la Svizzera non avrà indubbiamente voglia di permettere ad eventuali terroristi in provenienza dall’Africa o dall’Asia di penetrare nell’Ue.

«Siamo pronti a far partecipare la Svizzera alla nostra strategia di prevenzione del terrorismo», ha aggiunto.

Attualmente, la Svizzera è già legata da un accordo per il trasferimento dei dati privati dei passeggeri aerei con USA e Canada.

swissinfo e agenzie

L’Unione europea (Ue) ha previsto tutta una serie di provvedimenti per lottare contro il terrorismo.

Oltre alla registrazione dei dati personali dei passeggeri, intende punire gli appelli al terrorismo e il reclutamento di terroristi via internet.

L’Ue auspica inoltre una migliore collaborazione tra gli Stati europei per evitare che degli esplosivi finiscano nelle mani dei terroristi.

Per questo si dovrebbe procedere alla creazione di un sistema di allarme precoce che permetterebbe di informare sul furto o sulla sospetta vendita di materiale esplosivo.

Esattamente un anno fa la Svizzera ha iniziato ad applicare le restrizioni decise dall’Unione europea per il trasporto di liquidi nei bagagli a mano sugli aerei.

Da allora nei sei aeroporti internazionali svizzeri sono state sequestrate 640 tonnellate di liquidi (in stragrande maggioranza bibite in contenitori in PET).

Per gli aeroporti di Zurigo, Basilea, Ginevra, Berna-Belp, Lugano- Agno e Altenrhein, l’applicazione delle misure anti-terrorismo ha comportato costi supplementari per 15 milioni di franchi.

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