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Anche Zurigo tra le città svizzere che vogliono un casinò

La Confederazione si attende dai casinò un fatturato annuo di almeno 800 milioni di franchi, 200-330 dei quali servirebbero per rimpolpare le casse dell'Avs e dei cantoni Keystone

Zurigo vuole un casinò. E lo vuole grande. A tale scopo ben sette progetti concorrenti sono sorti nella città e nella regione circostante. Ma uno solo potrà ottenere la concessione federale. Settanta i progetti presentati per l'intera Svizzera.

Il 30 settembre scorso è scaduto il termine per la presentazione delle candidature. La nuova legge federale sulle case da gioco prevede la concessione di due tipi di licenza: la “A” per i veri e propri casinò, che possono offrire ogni genere di gioco da tavolo, come la roulette, il black jack, il poker e il baccara; e la “B” per i kursaal che possono offrire soltanto fino a tre giochi da tavolo.

Un’ulteriore differenza è stabilita anche nel numero delle slot machine (illimitato per i casinò, fino a 150 per i kursaal) e nell’ammontare massimo della giocata (libero nei casinò, che possono contare anche su slot machine con jackpot; di appena cinque franchi nei kursaal). I casinò promettono quindi grandi entrate, mentre i kursaal non consentono di andare oltre una tradizionale attività in ambito turistico.

Con queste premesse, è comprensibile che prima della scadenza del termine fossero stati annunciati una settantina di progetti, quasi tutti miranti ad ottenere la licenza “A”. Ma la legge prevede la concessione per pochi casinò: da quattro a otto; e per un numero di kursaal compreso tra 15 e 20.

A decidere sarà il Consiglio federale, dopo che una prima scrematura delle candidature sarà stata fatta da un’apposita commissione federale. Tra i criteri di scelta vi sono certamente considerazioni d’ordine politico-sociale (equilibrio tra le regioni linguistiche, particolari esigenze locali, promozione del turismo, ecc.), ma anche d’ordine strettamente economico, per cui i progetti che non offrono sufficienti garanzie, in rapporto sia agli investimenti che alla redditività, verranno scartati. Inoltre, tra i candidati s’è diffusa la convinzione che riceveranno la licenza i progetti più attraenti e qualitativamente più convincenti.

Per questi motivi la concorrenza tra le varie candidature s’è fatta terribilmente costosa. Ed in tale corsa all’eldorado “modello Las Vegas”, s’è particolarmente distinta Zurigo e la sua regione (Svizzera nord-orientale), che comprende i cantoni di Zurigo e di Sciaffusa e la parte orientale del canton Argovia. Per questa regione la legge prevede la concessione per un solo casinò; ma i progetti sono invece sette, e tutti di notevoli dimensioni. Altre cinque domande riguardano l’apertura di kursaal.

Tre dei progetti di casinò puntano direttamente sulla città di Zurigo. Uno è quello previsto nel Kongresshaus: 3.000 metri quadrati, 2 milioni di franchi già spesi nel progetto, altri 40 d’investimenti pianificati. Un altro megaprogetto, nel quale sono già stati spesi 5 milioni di franchi, è quello che vuole il casinò nel quartiere di Oerlikon: in previsione vi sono 95 milioni d’investimento per costruire l’edificio (7.000 metri quadrati) e 42 milioni per arredarlo. Nel terzo progetto si calcola di spendere 37 milioni di franchi per costruire un edificio di 3.200 metri quadrati sul campo d’allenamento del Grasshoppers Club, vicino allo stadio Hardturm.

Ma non basta. Un altro progetto da 6.000 metri quadrati e 40 milioni d’investimenti è stato presentato per un casinò all’aeroporto di Zurigo-Kloten. A Baden (in Argovia, ma a pochi chilometri da Zurigo) la società che gestisce il kursaal locale ha già speso da 10 a 15 milioni di franchi nel proprio sogno di un casinò e prevede d’investirne ancora almeno il doppio se riceverà la licenza.

Altre due candudature sono state messe in piedi a Winterthur e ad Opfikon: sempre sullo stesso tenore in fatto di dimensioni e d’investimenti. Inutile dire che tutti questi progetti contano su possibili entrate tra i 50 e i 130 milioni di franchi all’anno e prevedono di completare l’offerta con ristoranti, bar e altre sale d’intrattenimento.

Silvano De Pietro

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