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Ancora nessuna richiesta per riaprire l’ambasciata irachena

L'ambasciata elvetica a Bagdad, utilizzata dal novembre del 2000 come ufficio di collegamento per le attività umanitarie. Keystone Archive

La Svizzera è in attesa della richiesta ufficiale di Bagdad per autorizzare la riapertura della rappresentanza diplomatica a Berna, chiusa dal 1990.

La Svizzera non intende ancora pronunciarsi in merito all’intenzione dell’Iraq di riaprire l’ambasciata a Berna. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aspetta una richiesta ufficiale di Bagdad prima di prendere posizione.

L’Iraq ha deciso domenica di chiedere la riapertura dell’ambasciata in Svizzera, chiusa nel dicembre del 1990. Il Consiglio dei ministri – afferma un dispaccio dell’agenzia di stampa irachena Ina – «ha dato il suo accordo a una richiesta del ministero iracheno degli affari esteri per la riapertura dell’ambasciata dell’Iraq a Berna».

«Non abbiamo ancora ricevuto una richiesta formale da parte dell’Iraq» ha precisato Daniela Stoffel, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Per il momento quindi non prendiamo posizione». Secondo la Convenzione di Vienna, che regola le relazioni diplomatiche, lo Stato ospitante si riserva il diritto di accettare o meno l’apertura di un’ambasciata sul suo territorio.

Il DFAE prenderà una decisione quando sarà depositata la domanda ufficiale di Bagdad, in particolare sulla base del «principio di reciprocità», ha aggiunto la portavoce.

La Svizzera, che non ha mai interrotto le relazioni con l’Iraq, aveva chiuso la sua ambasciata il 12 gennaio 1991 alla vigilia della Guerra del Golfo per ragioni di sicurezza. Il Consiglio federale aveva poi deciso nel novembre 2000 di utilizzare l’ambasciata come ufficio di collegamento per le attività umanitarie. Berna non ha intenzione di riaprire l’ambasciata a Bagdad. Per il momento la missione diplomatica è sufficiente, ha aggiunta Stoffel.

swissinfo e agenzie

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