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Asilo: accordi con Senegal e Nigeria

Con una serie di accordi bilaterali, le autorità svizzere vogliono arginare il crescente afflusso di richiedenti l'asilo dei paesi africani Keystone Archive

La Svizzera sta cercando nuove soluzioni per agevolare il rimpatrio di cittadini dell'Africa occidentale che non soddisfano le condizioni per il diritto di asilo.

Accordi con le autorità senegalesi e nigeriane sono stati firmati dalla consigliera federale, Ruth Metzler, in visita a Dakar e Abuja.

Dopo le difficili trattative condotte il giorno prima per raggiungere un’intesa in Senegal, giovedì Ruth Metzler ha trovato la strada spianata ad Abuja per la conclusione di un accordo con i rappresentanti del governo nigeriano.

La consigliera federale ha così potuto procedere rapidamente alla firma di un documento, in base al quale la Nigeria si impegna a riammettere i richiedenti l’asilo respinti dalla Svizzera. È la prima volta che le autorità elvetiche raggiungono un accordo simile con un paese africano.

L’intesa riveste inoltre una particolare importanza, dal momento che il maggior numero di richiedenti l’asilo provenienti dall’Africa occidentale giungono proprio dalla Nigeria. Da notare pure che le richieste di asilo di cittadini nigeriani sono aumentate del 300% nel corso dell’ultimo anno.

Metzler soddisfatta

«Questo accordo permette di chiarire una questione importante per i nostri governi», ha detto la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). «Le migrazioni sono un fattore di arricchimento e di progresso, ma è importante che siano legali», ha aggiunto la Metzler.

Anche il ministro nigeriano degli affari esteri, Sule Lamido, che ha parafato il testo per il suo paese, ha salutato l’accordo. Lamido spera però che esso non sia applicato retroattivamente e che i nigeriani residenti in Svizzera da tanto tempo possano rimanervi.

La Nigeria aveva già firmato accordi del genere con Italia, Spagna e Irlanda. Da parte sua, la Svizzera ha invece siglato con 26 paesi, quasi tutti europei, trattati di riammissione di richiedenti l’asilo non autorizzati a rimanere sul territorio elvetico.

Fondi Abacha

Secondo l’Ufficio federale dei rifugiati (UFR), la Confederazione non ha fornito concessioni particolari in cambio dell’impegno del governo nigeriano a collaborare in materia di rifugiati. Berna si limiterà a pagare le spese di rimpatrio e la formazione dei funzionari che lavorano nel settore della migrazione.

In un incontro con il presidente nigeriano Olusegum Obasanjo, Ruth Metzler ha comunque ribadito l’impegno del governo svizzero per giungere ad una soluzione in merito ai fondi Abacha. Circa 535 milioni di franchi appartenenti al clan dell’ex-dittatore nigeriano si trovano tuttora congelati nelle banche elvetiche.

Obasanjo si è detto compiaciuto per la volontà di cooperazione delle autorità svizzere. Per giungere ad una restituzione dei fondi nascosti in Svizzera è ancora attesa una decisione del Tribunale federale elvetico su un ricorso che blocca l’invio di documenti alle autorità del paese africano.

Un tribunale nigeriano deve inoltre emettere una decisione esecutiva che comprovi la validità delle prove in merito alla sottrazione indebita di fondi alla Nigeria.

Accordo di transito in Senegal

Mercoledì sera, al termine di lunghe trattative, Ruth Metzler aveva firmato un accordo di transito riguardante i richiedenti l’asilo dell’Africa occidentale respinti dalla Confederazione.

L’accordo prevede il rinvio temporaneo in Senegal dei richiedenti l’asilo per i quali non è possibile determinare il paese di origine, in mancanza di documenti di identità. Funzionari svizzeri, di stanza a Dakar, avrebbero 72 ore di tempo per accertare la loro nazionalità. Se ciò non dovesse essere possibile, le persone respinte verrebbero riportate in Svizzera.

La firma era stata inizialmente bloccata dalla commissione degli affari esteri del parlamento senegalese, che affermava di non essere stata informata dal governo delle avvenute trattative. I parlamentari sarebbero stati informati solo tramite la stampa senegalese, che si era fatta portavoce delle critiche formulate da due organizzazioni non governative locali.

Secondo le due ong – la Rencontre africaine de défense des droits de l’homme (RADDHO) e il Réseau ouest-africain pour les réfugiés et les personnes déplacées (WARIPNET) – intese di questo tipo proposte dagli Stati occidentali tendono a trasformare i paesi africani in un «deposito» di richiedenti l’asilo respinti, in cambio di aiuti umanitari.

swissinfo e agenzie

Nel 2002, 26’125 richieste di asilo sono state inoltrate alle autorità svizzere.
Rispetto all’anno precedente, le domande hanno registrato un aumento del 26 %.
Nel giro di un anno, le richieste presentate da cittadini nigeriani sono aumentate del 300%.

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