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Attenti al clima!

Solo le stazioni al di sopra dei 1600 m. in futuro avranno neve assicurata (foto Società per la ricerca ecologica) Oswald Baumeister, Gesellschaft für ökologische Forschung

Scioglimento dei ghiacciai, siccità, inondazioni. L’ambiente non solo motivo di dibattito e studio, ma anche ispirazione per l'arte.

“Attenti ai cambiamenti climatici” e “Danger Zone”: una doppia esposizione al Museo Alpino e alla Kunsthalle di Berna. Scienziati e artisti a confronto sul tema Alpi ed effetto serra.

Parlare del tempo è una delle occupazioni preferite dell’uomo. È un comodo argomento di conversazione tra vicini di casa, passeggeri in treno o sciatori sugli skilift. Certo, sempre che ci sia neve. E non è per niente detto che sarà sempre così.

Questo tempo matto

Solo pochi giorni fa il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger è andato al Museo alpino di Berna per manifestare la sua opposizione ai risparmi federali a danno del dipartimento dell’ambiente.

Anche i verdi hanno scelto il museo come scenografia per una loro prossima conferenza stampa in vista delle elezioni. Insomma il tema “cambiamenti climatici” è “caldo”, è il caso di dirlo, dopo un’estate torrida che ha battuto ogni record e con i ghiacciai che si ritirano sempre più.

Un grado, due gradi, quattro gradi

L’esposizione al museo alpino mostra in modo “semplificato, ma speriamo non semplicistico il complesso tema dei cambiamenti climatici”, ha detto la curatrice Susanne Grieder.

Si parte dalle cause (legate all’industrializzazione), per arrivare ai costi sociali ed economici di catastrofi naturali come l’uragano Lothar, fenomeni che fino a poco tempo fa erano piuttosto rari sull’arco alpino.

“Quello che si è notato negli ultimi anni è che il surriscaldamento del pianeta progredisce più velocemente”, ha spiegato la curatrice.

Se uno o due gradi possono sembrano pochi, basta fare la prova all’entrata dell’esposizione: tre piastre calde con una variazione di due e di quattro gradi. La differenza quando si passa a quattro gradi è molto netta.

I pannelli con fotografie e testi esplicativi sono integrati da altri supporti didattici più interattivi e giocosi: ad esempio un modellino in cui azionando una leva si provoca un innalzamento di 1,5 gradi della temperatura. E si vedono sparire grosse porzioni di ghiacciai.

O una bilancia in cui “pesare” l’effetto che hanno sull’intero pianeta i nostri comportamenti più o meno ecologici, come fare la doccia piuttosto che il bagno, guidare un’auto di grossa cilindrata, o mangiare molta carne e prodotti surgelati.

Un’esposizione molto istruttiva, forse un po’ troppo didattica. Ma ad assicurare un’esperienza esteticamente più accattivante ci pensa la Kunsthalle.

Ambiente: uno dei temi preferiti dell’arte

La Kunsthalle ha già collaborato con altre istituzioni adiacenti, ad esempio il museo di storia, ma è la prima volta che partecipa ad una mostra con il Museo alpino.

Esperimento interessante, perché gli artisti non vivono in una torre d’avorio, ma ben immersi nella società e nei suoi problemi.

“Sarebbe stato relativamente facile trovare grossi nomi dell’arte che si sono confrontati con il tema della montagna”, ha spiegato a swissinfo il direttore del Kunsthalle Bernhard Fibicher.

“Ma ho preferito mettere in mostra artisti internazionali rispettati, ma meno conosciuti dal grande pubblico”.

Sette artisti che hanno affrontato il tema “Danger Zone” non solo nel senso di “spazio minacciato e da proteggere”, ma inteso anche come pericolo che in montagna si vanno a cercare i cultori degli sport estremi.

Dalla tradizione paesaggistica romantica ai freeriders

I “freerider” sono quegli snowboarder che scendono dalle creste più assurde per lanciarsi tra una valanga e l’altra. Li ha ripresi nel suo video uno di loro, l’artista californiano Ari Marcopoulos.

Ma un senso vago di pericolo lo suggerisce anche la struttura metallica di Jean Stern appesa al soffitto della prima sala. Vibra ed emette rumori che fanno pensare ad una teleferica o ad un temporale in montagna.

George Steinmann invece ha deviato l’acqua potabile del museo facendola passare in un tubo di rame, mentre due altoparlanti diffondono un concerto di gocce e di pietre lanciate nel fiume.

Un artista americano per un mese ha piantato la tenda sopra Grindelwald e ha filmato il ghiacciaio. La sua installazione intimista integra immagini digitali, foto, carte geografiche e un autoritratto tridimensionale illuminato all’interno. L’artista è una via di mezzo tra l’esploratore e il pellegrino.

Insomma in questa doppia esposizione scienza ed arte si completano a vicenda e sono solo a distanza di pochi passi l’una dall’altra. Basta attraversare la strada.

swissinfo, Raffaella Rossello

Danger Zone – Attenti al cambiamento climatico! Kunsthalle (4.09.03-12.10.03) e Museo Alpino (4.09.03-31.5.04), Berna.

In collaborazione con la facoltà di Geografia di Berna in occasione della 54° edizione delle “Giornate tedesche della Geografia”, che si svolgono a Berna dal 28 settembre al 4 ottobre.

L’aspetto pedagogico della mostra è stato concepito insieme al WWF e al gruppo TOPtoTOP, che promuove iniziative in favore della protezione del clima.

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