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Attenzione ai disonesti squali della finanza!

Il logo della campagna, in versione francese, sul quale spicca minaccioso uno squalo sempre affamato: i truffatori finanziari swissinfo.ch

Le fauci spalancate di un vorace squalo sono l'emblema della campagna di sensibilizzazione contro gli investimenti truffaldini, lanciata in collaborazione tra partners del settore pubblico e del mondo economico. Un losco affare condotto da abili personaggi ai danni di migliaia di persone. Che genera, soltanto in Svizzera, truffe per più di 1 miliardo di franchi all'anno.

Promesse di guadagni strepitosi, una parvenza di genialità e serietà, condite da un’abilità, spesso fuori dal comune, nel vendersi e nell’apparire. Sono queste le caratteristiche dei disonesti consulenti che, con le loro ammalianti proposte telefoniche, via e-mail o per posta, riescono ad entrare in contatto con molti risparmiatori, per poi convincerli ad affidar loro parte dei loro fondi. Da piazzare in quelli che sembrano degli investimenti irrinunciabili che, in realtà, si rivelano delle vere e proprie truffe. Operazioni fraudolente che recano danni definiti “immensi” all’economia nazionale e all’immagine della piazza finanziaria elvetica.

Attualmente non mancano certo le possibilità per investire denaro seriamente, sottolinea la Conferenza dei Direttori cantonali di Giustizia e Polizia, promotrice della campagna, in collaborazione con l’Ufficio federale di Polizia, la Commissione federale delle Banche, l’Unione svizzera dei Fiduciari e l’Associazione svizzera dei Gestori di patrimoni. Purtroppo esistono anche vari modi per farsi soffiare i propri risparmi. Ed il fenomeno si sta espandendo, raffinandosi sempre più: “Questo tipo di truffe finanziare è ormai in pole position nell’ambito della criminalità economica” sostiene Thomas Köppel, dell’Ufficio federale di Polizia.

“Ecco i motivi che ci hanno spinti a lanciare l’operazione, che intendiamo a carattere preventivo” rivela il Dr. Tschudi, presidente della Commissione per la prevenzione della criminalità. “Spesso infatti, dopo che la trappola è stata tesa, non c’è più alcun modo per riappropriarsi dei propri capitali svaniti nel nulla”.

Ed oltre al danno economico, che spesso colpisce i risparmi di persone a reddito medio-basso, facilmente abbindolabili con promesse di interessi stellari da parte dei truffatori, vi è un ulteriore aspetto da considerare: la pressione morale alla quale sono sottoposte le vittime. “Dopo la truffa subita, molti decidono di non denunciare i fatti per non incorrere nei commenti ironici della gente. Non perdono quindi soltanto i loro soldi, ma anche il rispetto di loro stessi” puntualizza il Dr. Tschudi. E questo silenzio, inutile dirlo, fa il gioco dei truffatori.

La campagna ha come obiettivo principale quello di costruire una “sana cultura della diffidenza” in ambito d’investimenti. I promotori vogliono aiutare i potenziali investitori a riconoscere le situazioni di pericolo attraverso tre messaggi principali: valutare attentamente ogni decisione, richiedere in ogni caso la consulenza di uno specialista e optare sul da farsi soltanto dopo un’accurata riflessione.

Il perno della campagna di prevenzione è un sito internet (www.stoptruffa.ch), gestito ed aggiornato dall’Ufficio federale di polizia, Il sito, tra le varie informazioni, mette a disposizione degli utenti anche un test per allenare il comportamento anti-truffatori. Un opuscolo informativo, contenente 9 suggerimenti essenziali da considerare prima di effettuare un investimento, sarà ampiamente distribuito in tutta la Svizzera, in tedesco, francese ed italiano. Infine una serie di conferenze sul tema, tenute dall’Unione svizzera dei Fiduciari e dall’Associazione svizzera dei banchieri, completerà la crociata contro le truffe finanziarie.

Ancora un’annotazione, più volte evocata durante la conferenza stampa di presentazione: la campagna non prevede alcun tipo di consulenza concreta in ambito d’investimenti. Né la Polizia, né la Giustizia sono competenti in questo ambito. Ovvio ma, forse, utile ricordarlo. Per questo tipo d’informazioni è meglio ricorrere agli istituti finanziari. Possibilmente con “pedigree”…

Marzio Pescia

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