Prospettive svizzere in 10 lingue

Berna criticata per la sua politica irachena

Amnesty International chiede a Berna di far rispettare il diritto internazionale in Iraq Keystone

Secondo Amnesty International e il CETIM, il consiglio federale avrebbe dichiarato anzitempo la fine della guerra, per non compromette la vendita di aerei da combattimento.

Le due organizzazioni chiedono pure la sospensione delle esportazioni di materiale bellico verso gli Usa e la Gran Bretagna.

La politica irachena del governo svizzero è stata duramente criticata giovedì a Berna.

Nel corso di una conferenza stamapa congiunta del CETIM (Centre Europe – Tiers Monde) e di Amnesty International, è stata chiesta l’immediata cessazione delle esportazioni e di materiale bellico elvetico agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna.

Il CETIM ha d’altro canto deplorato il fatto che il governo svizzero si sia accontentato di manifestare «il suo rammarico», allorché il diritto internazionale è stato «trattato con i piedi».

Per questo, l’organizzazione chiede al consiglio federale di dichiarare formalmente che «l’aggressione contro l’Iraq costituisce un crimine nei confronti del diritto internazionale». Di conseguenza, il CETIM ha chiesto al governo di intervenire in seno all’ONU, affinché tale diritto sia rispettato.

Epilogo?

Il direttore del CETIM, Florian Rochat, si è pure interrogato sulla fine effettiva della guerra in Iraq, data l’occupazione del paese da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, due paesi che Rochat ha accusato di praticare il colonialismo.

L’appello lanciato dal CETIM è appoggiato da numerosi sindacalisti, organizzazioni non governative e parlamentari, come pure dal partito dei verdi.

La consigliera nazionale Franziska Teuscher, dei verdi bernesi, ha invece rinfacciato al consigli federale di aver decretato la fine della guerra già lo scorso 16 aprile, cioè prima ancora dell’annuncio da parte della coalizione anglo-americana.

Calcolo

Secondo la Teuscher, tale calendario si giustifica con i termini del contratto di vendita di 32 aviogetti Tiger agli Stati Uniti. Il termine per consegnare gli apparecchi a Washington, che era fissato alla fine di aprile, rischiava di scadere, a causa del divieto di vendere materiale bellico ai belligeranti durante il conflitto .

Dal canto suo, Florian Rochat non ha risparmiato l’ONU. Con la sua risoluzione 1483, qualificata di «vergogna», il consiglio di sicurezza ha «duramente ferito» la carta dell’organizzazione, creando un precedente pericoloso. Il testo approva infatti l’occupazione dell’Iraq per un tempo indeterminato.

Crimini di guerra

Daniel Bolomey, il segretario generale di Amnesty International in Svizzera, ha accusato la coalizione di aver commesso dei crimini di guerra, in particolare bombardando delle città con bombe a frammentazione.

Bolomey ha pure dichiarato che esistono dei rapporti secondo i quali soldati iracheni sono stati uccisi o torturati dopo il loro arresto. Accuse che, secondo Bolomey, Amnesty starebbe verificando in loco.

L’organizzazione per la difesa dei diritti dell’uomo ha consegnato al consiglio federale e al parlamento una petizione, firmata da 2800 persone, con la quale si invita la Svizzera ad intervenire presso l’ONU affinché venga inviato in Iraq un contingente di osservatori internazionali.

Inoltre, tutti i criminali di guerra, indipendentemente dalla loro nazionalità, dovrebbero essere processati, hanno indicato le due organizzazioni, che hanno chiesto alla Svizzera di contribuire alla buona riuscita di questa azione.

Rifugiati

In un comunicato separato, Amnesty International raccomanda ai paesi europei di non incoraggiare l’affrettato rientro in patria dei rifugiati iracheni, a causa dell’instabilità che regna tuttora in Iraq.

Con due milioni di esiliati e un milione di profughi sul territorio nazionale, l’Irak ha una delle più importanti popolazioni di rifugiati al mondo. Lo scorso anno, 50’000 iracheni avevano deposto domanda d’asilo in Occidente.

swissinfo e agenzie

Amnesty International e il CETIM accusano il governo svizzero di passività in occasione della crisi irachena.

Le due organizzazioni non governative chiedono pure al consiglio federale di intervenire presso l’Onu, per far rispettare il diritto internazionale.

Esigono inoltre la sospensione della vendita di armi agli stati Uniti e alla Gran Bretagna, fino a che durerà l’occupazione del territorio iracheno.

Amnesty accusa la coalizione anglo-americana di crimini di guerra e chiede l’invio di osservatori internazionali in Iraq.

Chiede inoltre ai paesi europei di non affrettare il rientro in patria dei rifugiati iracheni.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR