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Berna deve sborsare di più per la formazione

La metà dei soldi spesi dai cantoni per l'educazione va alla scuola obbligatoria swissinfo.ch

Lo chiedono i direttori cantonali dell'educazione, per i quali la Confederazione deve finanziare le esigenze che impone.

Secondo la Conferenza dei direttori, si dovrebbero fissare vere priorità e concentrarsi su ciò che è realizzabile.

La Confederazione deve partecipare maggiormente al finanziamento delle misure che richiede nel campo della formazione: lo esige la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), che auspica un miglior coordinamento delle priorità e un piano comune per far fronte alle spese.

«Le esigenze supplementari della Confederazione nell’ambito universitario e delle maturità richiedono per lo meno un finanziamento proporzionale da parte sua», ha dichiarato lunedì a Berna in una conferenza stampa Hans Ulrich Stöckling, presidente della CDPE e capo del Dipartimento della pubblica istruzione di San Gallo, rilevando che i costi sono sempre più accollati ai cantoni.

Questi ultimi e i comuni si assumono l’88 per cento delle spese totali nel settore dell’istruzione, ha detto Stöckling. La metà di questi costi è dovuta alla scuola obbligatoria.

La confederazione paga troppo poco

Per la formazione professionale, la partecipazione federale è diminuita costantemente per ridursi al 15 per cento. Per quanto concerne le scuole universitarie professionali (SUP), essa è del 28 per cento invece del 33 per cento previsto dalla legge.

Ora, il numero degli studenti è in crescita e il sistema educativo elvetico conoscerà nuove riforme. Una situazione che genererà spese supplementari a carico dei cantoni, ha deplorato il consigliere di stato sangallese, che ha auspicato una partecipazione affidabile della Confederazione.

I dipartimenti federali dell’interno e dell’economia prevedono di aumentare del 6 per cento il credito destinato all’incoraggiamento della formazione, della ricerca e della tecnologia fra il 2004 e il 2007. Ma questo non basta, ha sostenuto Stöckling: «Si devono fissare vere priorità e concentrarsi su ciò che è realizzabile».

«Non si possono avere ambizioni senza avere mezzi», ha dichiarato la consigliera di Stato ginevrina Martine Brunschwig Graf, vicepresidente della CDPE.

Pianificazione fino al 2008

In una dichiarazione politica, approvata la settimana scorsa nella sua assemblea annuale a Ginevra, la CDPE domanda che Confederazione e Cantoni mettano a punto insieme un piano che fissi gli obiettivi di formazione e il loro finanziamento fino al 2008.

Confederazione e Cantoni devono assicurare in modo prioritario una formazione di base solida, afferma la CDPE. La costituzione di un solo settore raggruppante l’insieme delle alte scuole (università, politecnici, scuole universitarie professionali e pedagogiche) è primordiale, ha detto Martine Brunschwig Graf.

La CDPE propone pure una nuova legge federale sull’aiuto alle alte scuole che copra tutto il settore. A suo avviso, i progetti attualmente in discussione, come l’articolo costituzionale sulle alte scuole e la revisione della legge sulle SUP, sono inutili.

Per quanto riguarda il settore della ricerca, non serve a nulla aumentare i mezzi senza creare le condizioni necessarie, ha detto la consigliera di stato ginevrina: ci vogliono contributi di base per disporre del personale e dell’infrastruttura occorrente.

Parallelamente, i progetti in corso vanno proseguiti. Si tratta per esempio dell’attuazione di riforme legate alla «Dichiarazione di Bologna» (armonizzazione degli studi universitari in Europa) e l’assunzione da parte della Confederazione dei costi per gli studenti stranieri, afferma la CDPE.

swissinfo e agenzie

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