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Bilancio contrastante del Vertice di Tunisi

Anche il consigliere federale Moritz Leuenberger ha illustrato la posizione svizzera al Vertice di Tunisi Keystone

Per la delegazione svizzera, il bilancio del Vertice mondiale della società dell'informazione è positivo, ma non sensazionale. Molto lavoro rimane ancora da fare.

La creazione di un Forum di discussione sulla gestione e il controllo di Internet ha sollevato ampi consensi. Criticata invece la mancanza di sostegni finanziari.

Dopo Ginevra nel 2003, la seconda fase del Vertice mondiale della società dell’informazione (WSIS) si è conclusa venerdì a Tunisi con la ferma promessa di ridurre il divario digitale esistente a livello mondiale.

Ma anche con la concessione di pochi mezzi finanziari da parte dei partecipanti per realizzare questo impegno.

“È ormai noto che i vertici mondiali organizzati dalle Nazioni unite non portano risultati immediati”, sottolinea Marc Furrer, presidente della Commissione federale delle comunicazioni e capo della delegazione svizzera all’incontro di Tunisi.

“Pur mancando di risultati sostanziali, il WSIS è riuscito a porre in agenda la questione fondamentale della gestione e del controllo di Internet (Internet governance)”.

Per il consigliere federale Moritz Leuenberger, tra gli oratori svizzeri a Tunisi, un buon compromesso in simili vertici si riconosce da due cose: “Ognuno se ne va con il sentimento di aver perso o tutti ritornano a casa soddisfatti”.

Controllo americano

Già alla vigilia del meeting, i negoziatori di oltre un centinaio di paesi avevano concordato di lasciare nelle mani degli Stati uniti il “governo” di Internet, invece di trasferirlo ad un organismo internazionale, sull’esempio di quelli istituiti dalle Nazioni unite.

Per esaminare più a fondo questa tematica, i partecipanti hanno tuttavia deciso di creare un Forum speciale di discussione.

Tenendo conto anche del fatto che questo Forum non avrà un potere decisionale sulla questione della governance di Internet, diverse delegazioni hanno espresso il loro disappunto in merito al controllo esercitato dagli Stati uniti.

“La mia impressione non è così negativa come quella di altri partecipanti”, afferma Marc Furrer. “L’obbiettivo della Svizzera non era certamente di porre la grande rete sotto il controllo di un organismo dell’ONU o dei governi stessi. Sarebbe probabilmente la cosa peggiore”.

“In tal senso, la creazione di questo Forum dovrebbe permettere di giungere ad un accordo comune sui ruoli che devono assumere i governi. Si tratta quindi di un passo positivo, anche se non sensazionale”.

Mancanza di fondi

Per Wolf Ludwig, portavoce delle organizzazioni non governative svizzere presenti a Tunisi, il vertice ha fornito soltanto “mezze soluzioni”. Anche a suo giudizio, è comunque “meglio che niente”.

“Il Forum sulla governance di Internet costituisce un passo nella giusta direzione, dal momento che consentirà alla società civile di prendere parte alle discussioni”.

Secondo Ludwig, il WSIS può essere considerato invece un “fallimento” per quanto concerne la ricerca di meccanismi finanziari.

“Nessuna delegazione governativa ha accettato di attribuire risorse finanziarie al Fondo di solidarietà digitale, destinato ad aiutare i paesi poveri”.

Molte promesse

Con toni critici nei confronti del risultato del vertice si esprime anche Diallo Mohamadou, consulente senegalese nel settore delle telecomunicazioni.

“Vi sono state promesse e promesse. Non è la prima volta che sentiamo queste promesse”.

“Nel 2000 era stato promesso di collegare ad Internet ogni piccolo e isolato villaggio africano. Cinque anni dopo non si è visto ancora nulla”, sottolinea Diallo Mohamadou.

Da parte sua Furrer si dice più ottimista sul fatto che, tra cinque anni, questo vertice non sarà considerato a sua volta una perdita di tempo.

A suo avviso, il WSIS ha fornito degli stimoli vitali, affinché le nuove tecnologie dell’informazione possano diventare veramente utili per tutti.

“Per me, questa presa di coscienza è più importante di tutte le dichiarazioni politiche e di tutte le discussioni”.

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione di Armando Mombelli)

La seconda fase del Vertice mondiale della società dell’informazione (WSIS) si è conclusa venerdì scorso a Tunisi.
All’incontro hanno preso parte le delegazioni governative di 174 paesi ed oltre 800 organizzazioni delle Nazioni unite, del settore privato o della società civile.
Il Vertice aveva come obbiettivo di ridurre il divario digitale tra ricchi e poveri, affinché tutti i paesi e tutte le persone possano approfittare delle nuove tecnologie dell’informazione.
La prima fase del WSIS si era tenuta alla fine del 2003 a Ginevra.

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