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Bilaterali bis: l’Unione europea fa pressione sulla Svizzera

L'Unione europea chiede alla Svizzera di fare delle concessioni in campo finanziario swissinfo.ch

L'Unione europea chiede a Berna maggiore impegno nel campo della fiscalità e della lotta alla frode doganale.

L’Unione europea ha chiesto lunedì alla Svizzera di avviare immediatamente negoziati sulla fiscalità del risparmio e di fare passi concreti nella lotta contro la frode doganale. I ministri degli affari esteri dei Quindici, riuniti a Lussemburgo, hanno preso nota dei quattro progetti di mandati negoziali presentati la settimana scorsa dalla Commissione europea.

I capi della diplomazia hanno fatto il punto sulla situazione delle relazioni tra Ue e Svizzera: al termine dei dieci minuti dedicati al tema, hanno ribadito le loro posizioni sulla seconda tornata di negoziati bilaterali avviata lo scorso luglio. I ministri hanno accolto favorevolmente i progetti di mandati negoziali presentati dalla Commissione europea ed hanno chiesto che i testi vengano immediatamente esaminati dai diversi organi comunitari in modo da poterli adottare «al più presto».

I Quindici chiedono alle autorità elvetiche di impegnarsi «adesso» in negoziati sulla fiscalità del risparmio e le incitano a darsi da fare per ottenere «progressi sostanziali» nelle trattative sulla lotta contro la frode doganale. I ministri degli esteri invitano infine la Presidenza e la Commissione europea a proseguire i contatti ad alto livello politico con Berna.

La Svizzera chiede contropartite

Con l’adesione futura allo spazio Schengen – uno dei temi sul tappeto dei bilaterali bis – la Svizzera «non sarà più un buco nero in mezzo all’Europa», ha sottolineato il rappresentante austriaco. L’Austria, come pure la Commissione europea, ha ribadito l’intenzione di giungere a primi risultati in questa seconda tornata di bilaterali senza attendere che siano concluse tutte le discussioni: tale punto di vista si scontra con una delle rivendicazioni fondamentali di Berna, che esige un’unità equilibrata.

La Svizzera rifiuta infatti di affrontare il tema della fiscalità del risparmio finché l’Ue non avrà approvato tutti i mandati negoziali. Il portavoce dell’Ufficio di integrazione ha indicato che Berna attende ad esempio ancora che l’Ue adotti un mandato riguardante il dossier educazione, formazione e gioventù.

Il consigliere federale Kaspar Villiger ha avuto un incontro informale mercoledì a Basilea con il commissario europeo Frits Bolkestein, responsabile del mercato interno. Il ministro elvetico delle finanze ha proposto di avviare rapidamente negoziati sul risparmio a due condizioni. Se i Quindici adotteranno i quattro progetti di mandato e confermeranno in una lettera l’impegno formale dell’Ue nel dossier educazione, la Svizzera è disposta ad avviare trattative sulla fiscalità del risparmio a partire dall’8 maggio, il giorno dopo la prossima riunione del Consiglio dei ministri.

swissinfo e agenzie

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