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Blocher irrita nuovamente i colleghi di governo

Pascal Couchepin (a sinistra) ha più volte espresso opinioni divergenti rispetto a quelle di Christoph Blocher Keystone Archive

Senza consultare gli altri consiglieri federali, Christoph Blocher ha invitato martedì per discutere di sicurezza e integrazione i rappresentanti della comunità musulmana svizzera.

I colleghi di governo Micheline Calmy-Rey e Pascal Couchepin criticano l’iniziativa. Secondo loro l’integrazione non dovrebbe essere collegata esclusivamente ad una religione.

“Il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher incontrerà martedì prossimo diversi rappresentanti della comunità musulmana in Svizzera. Con loro intende affrontare i temi dell’integrazione e della sicurezza”, ha confermato Livio Zanolari, portavoce del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) a due giornali romandi.

La riunione risponde a un bisogno delle organizzazioni musulmane e dell’amministrazione. Non si tratta di calpestare la competenza dei cantoni né quella degli altri dipartimenti, precisa.

Aspre critiche

L’iniziativa solitaria di Blocher non è stata gradita dai colleghi di governo Pascal Couchepin e Micheline Calmy-Rey.

“Il Consiglio federale non è stato informato dell’incontro”, ha affermato il ministro vallesano in un’intervista con il giornale zurighese “Tages-Anzeiger” pubblicata venerdì. Eppure le questioni legate all’integrazione riguardano diversi dipartimenti, non solo quello di giustizia.

Alla prossima seduta del governo che si terrà mercoledì prossimo, “provvederò affinché tutti e sette i consiglieri federali discutano della questione”, ha detto il capo del Dipartimento dell’interno, precisando che è chiaro che in seno all’esecutivo vi siano opinioni diverse in materia.

Couchepin nell’intervista critica Blocher per il fatto che definisce i musulmani una comunità di credenti, considerando soltanto il criterio religioso come fonte di identità: “Chi pianifica trattamenti speciali per i musulmani, chi li emargina ed emana disposizioni rigide, crea più che altro nuovi problemi invece di risolvere quelli esistenti”. Secondo Couchepin l’integrazione non dovrebbe essere collegata con la religione. Piuttosto bisogna chiedersi come integrare al meglio i cittadini di altre nazionalità.

Rischio di stigmatizzazione

Anche la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey non ha affatto apprezzato di essere stata messa davanti al fatto compiuto.

Secondo lei l’iniziativa di Blocher “attribuisce a una sola comunità, quella musulmana, le difficoltà e i problemi legati all’integrazione”, rischiando così di isolarla e stigmatizzarla.

Per Christoph Blocher non si tratta del primo rimprovero per avere oltrepassato le sue competenze. Lo scorso mese d’ottobre i suoi colleghi di governo lo avevano già bacchettato per avere criticato la norma penale antirazzismo durante il suo viaggio in Turchia. In gennaio il ministro di giustizia e polizia aveva poi ricevuto una tirata d’orecchi dalla delegazione delle finanze del parlamento per avere agito di propria iniziativa nella vicenda che lo scorso anno ha portato alle dimissioni del procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher.

swissinfo e agenzie

Quattro dei sette dipartimenti federali si dichiarano competenti in ambito d’integrazione. Perché?

Del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) fa parte l’ufficio federale della migrazione, responsabile per i dossier dell”integrazione e della politica d’asilo.

La commissione federale contro il razzismo fa capo al Dipartimento federale degli interni.

Se gli stranieri in Svizzera desiderano esercitare un’attività lucrativa, il Dipartimento competente è quello dell’economia.

Per le questioni riguardo la sicurezza e la protezione contro gli atti di terrorismo, oltre al DFGP può dire la sua anche il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport.

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