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Blocher si rimette in corsa per il governo

Keystone

Il comitato direttivo dell'UDC zurighese ha scelto Christoph Blocher quale candidato alla successione del ministro dimissionario Samuel Schmid. Le sue prospettive di rielezione in governo sono minime, ma la scelta del leader del partito potrebbe rivelarsi pagante per l'UDC dal profilo tattico ed elettorale.

“Il Parlamento può allontanare una persona dal Consiglio federale, ma non dalla politica”, aveva dichiarato Christoph Blocher il 12 dicembre dell’anno scorso, subito dopo che l’Assemblea federale lo aveva estromesso dal governo. Nemmeno un anno dopo, il leader dell’Unione democratica di centro (UDC) si mette dunque in corsa per occupare di nuovo una poltrona governativa.

Lunedì il comitato direttivo della sezione zurighese dell’UDC ha scelto l’attuale vice-presidente del partito quale candidato unico alla successione del ministro dimissionario Samuel Schmid. 47 i voti favorevoli e 1 solo contrario: un risultato che dimostra la chiara volontà dell’ala dura zurighese dell’UDC di cercare il confronto con gli altri partiti e, se fosse il caso, di proseguire il cammino sulla via dell’opposizione.

La decisione della dirigenza zurighese dell’UDC dovrà ancora venir sottoposta all’assemblea cantonale dei delegati. Ma anche qui il voto sembra ormai scontato: seppur rimasto un po’ in penombra dalla sua mancata rielezione in governo, Blocher rimane, perlomeno nel canton Zurigo, il numero uno indiscusso del partito nazionalista.

Due candidati bernesi

Lunedì anche altre sezioni cantonali dell’UDC hanno già presentato i loro candidati. Nel canton Berna, il comitato direttivo del maggiore schieramento politico svizzero ha proposto i nomi di Adrian Amstutz e di Andreas Aebi.

Amstutz, consigliere nazionale dal 2003, è probabilmente il personaggio politico che ha conosciuto la più forte ascesa da un anno a questa parte tra i ranghi del suo partito. L’imprenditore edile ha difeso la linea dura all’interno della sezione bernese durante la spaccatura dell’estate scorsa, che ha portato alcuni membri dell’ala moderata ad abbandonare l’UDC per dare vita ad un nuovo schieramento politico, il Partito borghese democratico.

La nomina di Andreas Aebi, eletto l’anno scorso alla Camera bassa, costituisce invece una sorpresa. Il sindaco di Alchenstorf, considerato un uomo politico piuttosto pacato, era finora quasi sconosciuto a livello nazionale. Con questa scelta, la dirigenza bernese ha cercato più che altro di compiere un gesto distensivo nei confronti dei rappresentanti dell’ala moderata, rimasti nel partito, e nei confronti dell’elettorato: il prossimo 30 novembre sono in programma elezioni comunali a Berna.

Altri nomi attesi

Anche l’UDC del canton Vaud ha deciso lunedì di mettere in lizza un proprio candidato. Il comitato direttivo cantonale ha nominato Jean- Claude Mermoud alla successione di Samuel Schmid. Mermoud, che dirige attualmente il dipartimento vodese dell’economia, dispone di una buona esperienza politica, limitata però al suo cantone.

La sua candidatura, senza prospettive di successo, serve soprattutto a riaffermare la volontà delle sezioni romande dell’UDC di svolgere un ruolo più importante a livello nazionale. Il partito di destra, che ha preso piede quasi soltanto nell’ultimo decennio nella Svizzera francese, rimane tuttora dominato da uomini politici svizzero-tedeschi.

Entro la scadenza del 25 novembre altre sezioni cantonali lanceranno probabilmente a loro volta nuovi cavalli nella corsa alla poltrona ministeriale. Tra i papabili vi sono il consigliere nazionale svittese Pirmin Schwander, il collega argoviese Ulrich Giezendanner o il capo del gruppo parlamentare Caspar Baader, di Basilea campagna. La decisione finale sulla candidatura ufficiale spetta al gruppo parlamentare, chiamato a riunirsi il 27 novembre.

Giochi tattici

In attesa, a catalizzare l’attenzione del mondo politico e dei media è ancora una volta Christoph Blocher. Una sua scelta sarà quasi sicuramente bocciata dal parlamento, ma potrebbe avere finalità tattiche da parte di un partito che ha sempre dato grande priorità ai risultati elettorali, non esitando a sfruttare temi xenofobi e populistici.

Blocher potrebbe figurare in una doppia candidatura ufficiale per agevolare l’elezione di un altro rappresentante della linea dura dell’UDC. Negli ultimi mesi diversi parlamentari del partito nazionalista hanno manifestato una certa insoddisfazione nei confronti della politica di opposizione svolta dal 12 dicembre dell’anno scorso dall’UDC e vedrebbero di buon occhio un ritorno in governo.

Ma è altrettanto possibile che il leader della destra nazionalista venga presentato da solo dinnanzi al parlamento. Una nuova bocciatura di Blocher permetterebbe all’UDC di addossare agli altri partiti la responsabilità per l’esclusione della maggiore forza politica nazionale dal governo.

Strategia elettorale

Nonostante alcuni dissensi interni, per l’UDC potrebbe essere più pagante presentarsi alle prossime elezioni parlamentari come partito di opposizione, vittima autodichiarata dell’ostracismo degli altri schieramenti politici, piuttosto che come “mezzo” partito di governo, rappresentato in Consiglio federale da un solo ministro, costretto ad assumere il dipartimento della difesa.

“Ci troviamo bene nell’opposizione”, ha dichiarato lunedì il presidente dell’UDC zurighese Ueli Maurer. “E non abbiamo ancora assaporato tutto quanto offerto da questo ruolo”.

swissinfo, Armando Mombelli

Il 12 dicembre 2007 al posto di Christoph Blocher, leader dell’UDC dall’inizio degli anni ’90, il parlamento elegge in governo Eveline Widmer-Schlumpf.

L’UDC dichiara di non sentirsi rappresentata nell’esecutivo dai suoi membri Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schmid, accusati di aver tradito gli interessi del partito, accettando la loro elezione dopo la bocciatura di Blocher. La maggiore forza politica svizzera passa all’opposizione.

In aprile la dirigenza nazionale dell’UDC chiede alla sezione grigionese di espellere Eveline Widmer-Schlumpf. La maggioranza dei delegati rifuta.

Il 1° giugno l’UDC svizzera ufficializza l’esclusione dal partito di tutta la sezione grigionese. Dall’ala moderata di quest’ultima nasce il Partito borghese democratico (PBD), al quale aderisce anche Eveline Widmer-Schlumpf.

Il 2 giugno anche l’ala moderata della sezione bernese si pronuncia in favore della creazione di un nuovo partito. Alla sezione bernese del PBD aderisce il ministro della difesa Samuel Schmid.

Il 1° novembre le sezioni cantonali di Berna, Grigioni e Glarona fondano ufficialmente a livello nazionale il Partito borghese democratico.

Il 12 novembre, indebolito da continui attacchi politici, giunti in particolare dagli ex colleghi dell’UDC, Samuel Schmid annuncia che lascerà il governo a fine anno.

25 novembre: entro questo termine le sezioni cantonali dell’UDC sono chiamate a presentano i loro candidati alla direzione centrale del partito.

27 novembre: seduta straordinaria del gruppo UDC alle Camere federali per nominare il candidato o i candidati ufficiali alla successione di Samuel Schmid.

2 dicembre: audizioni del candidato o dei candidati ufficiali da parte degli altri gruppi parlamentari.

10 dicembre: l’Assemblea federale plenaria elegge il consigliere federale che succederà a Samuel Schmid dal primo gennaio 2009.

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