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Braccialetto elettronico: bilancio positivo, futuro incerto

Il braccialetto elettronico è applicato alla caviglia 24 ore su 24. (Keystone) Keystone

Da diversi anni, alcuni cantoni svizzeri, tra i quali anche il Ticino, stanno sperimentando i braccialetti elettronici con risultati positivi.

Ciò nonostante, a fine 2007, il governo svizzero ha respinto la proposta di introdurre l’Electronic Monitoring nella legge in modo definitivo. I tempi, sostiene l’Ufficio federale di giustizia, non sono ancora maturi per procedere in questo senso.

“Sinora le esperienze fatte con la sorveglianza elettronica sono state oltremodo positive”, dichiara Marianne Isenschmid, condirettrice della divisione Assistenza riabilitativa ed esecuzione alternativa della pena del Canton Berna.

In Svizzera, sono sette i cantoni che da diversi anni hanno introdotto a titolo sperimentale l’Electronic Monitoring quale forma alternativa di espiazione della pena. Berna insieme a Basilea Città, Basilea Campagna, Ticino, Vaud e Ginevra hanno introdotto il braccialetto elettronico nel 1999, il Canton Soletta nel 2003.

“Il carattere sanzionatorio è incontestabile”

L’Electronic Monitoring è davvero una pena per i delinquenti? A questo interrogativo, che immancabilmente sorge a ogni dibattito sull’impiego del braccialetto elettronico, Marianne Isenschmid risponde categorica: “Il carattere sanzionatorio della sorveglianza elettronica è incontestabile. Il braccialetto è applicato alla caviglia ventiquattr’ore su ventiquattro. I condannati che partecipano ai test devono attenersi a una disciplina ferrea e non perdere mai di vista l’orologio.”

Con un simile dispositivo alla caviglia, la libertà del condannato è tutt’altro che illimitata. Se non si attiene scrupolosamente al programma del giorno, il trasmettitore incorporato nel braccialetto lancia via modem un segnale d’allarme.

Chi si ferma al lavoro più a lungo o rimane bloccato nel traffico deve mettersi immediatamente in contatto con l’ufficio di esecuzione se non vuole incorrere in sanzioni. In altre parole, la sua libertà è limitata.

Una grande opportunità

In un rapporto di valutazione del progetto pilota intercantonale, l’Electronic Monitoring è stato definito come la forma di espiazione di una pena più sostenibile socialmente.

Contrariamente alla privazione della libertà o alla semiprigionia, il braccialetto elettronico non isola il condannato dal suo contesto sociale. E diversamente dal lavoro di pubblica utilità non accresce i problemi che il delinquente è chiamato ad affrontare, spiega Marianne Isenschmid. “L’Electronic Monitoring offre la grande opportunità di modificare il proprio stile di vita e in questo modo di ridurre durevolmente il rischio di recidiva.”

Ad esempio, un delinquente abituato a trascorrere le proprie serate al bar sarebbe costretto a trovarsi un occupazione tra le mura domestiche. Dovrebbe riorganizzare la propria vita e modificare le proprie abitudini.

Un altro grande vantaggio dell’Electronic Monitoring rispetto al lavoro di pubblica utilità o alla pena pecuniaria – prosegue la signora Isenschmid – riguarda il servizio di assistenza previsto per i partecipanti al progetto pilota.

“I tempi non sono ancora maturi”

Malgrado il bilancio positivo dei Cantoni pilota, che tra l’altro non mancano di sottolineare i possibili risparmi sui costi, lo scorso dicembre, il Consiglio federale (governo svizzero) ha respinto l’introduzione a livello di legge dell’Electronic Monitoring come ulteriore forma di esecuzione della pena.

Per motivare la sua decisione, il governo fa riferimento al nuovo Codice penale entrato in vigore all’inizio del 2007, nel quale le pene detentive di breve durata, il principale campo di applicazione per il braccialetto elettronico, sono state perlopiù sostituite con pene pecuniarie e lavori di pubblica utilità.

Inoltre, l’opposizione dei Cantoni mostra che i tempi per introdurre l’Electronic Monitoring a livello di legge non sono ancora maturi, puntualizza Bernardo Stadelmann, vicedirettore dell’Ufficio federale di giustizia e responsabile della Divisione principale Diritto penale.

Anche tra i Cantoni prevale lo scetticismo

Oltre al Consiglio federale, anche i Cantoni non nascondono il proprio scetticismo: nell’ultimo sondaggio effettuato dall’Ufficio federale di giustizia, infatti, la maggioranza dei Cantoni si è dichiarata contraria all’introduzione nella legge dell’Electronic Monitoring sia come pena o misura, che come forma di esecuzione di una condanna.

Il Canton Svitto, ad esempio, è del parere che, nel suo complesso, la sorveglianza elettronica sia troppo costosa. Il Canton San Gallo, dal canto suo, ritiene sia poco sensato introdurre nuove forme di esecuzione all’indomani della revisione delle pene e delle misure. Il Canton Zugo, per finire, nutre forti dubbi sul carattere punitivo dell’Electronic Monitoring comminato dalla giustizia.

Un futuro incerto

A fine 2007, il Consiglio federale ha prorogato per la terza volta i test in corso sull’Electronic Monitoring e nel 2009 deciderà definitivamente sul futuro dell’esecuzione della pena sorvegliata tramite un dispositivo elettronico.

“Se l’Electronic Monitoring non sarà introdotto nella legge come pena a tutti gli effetti o se rimarrà una forma di esecuzione, si creerà un vuoto giuridico e il braccialetto elettronico non figurerà nel ventaglio delle possibili modalità di espiazione della pena”, paventa Marianne Isenschmid. “In tutta Europa si punta sulla sorveglianza elettronica (cfr. colonna a destra). Sarebbe peccato se la Svizzera nonostante il notevole know how acquisito e le esperienze positive sinora maturate rinunciasse a questa alternativa.”

swissinfo, Corinne Buchser
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

I presupposti per poter scontare la pena con questa modalità sono un lavoro, un appartamento e un collegamento telefonico. La persona interessata deve inoltre corrispondere una partecipazione alle spese di 20 franchi al giorno.

Il braccialetto elettronico consiste in una fascia con integrato un trasmettitore sul quale è registrato il programma settimanale del condannato.

Nel caso dell’Electronic Monitoring, il controllo della persona da parte delle autorità responsabili dell’esecuzione della pena si spinge fin nella sfera privata: al condannato viene indicato esattamente quando deve recarsi al lavoro e quando deve rientrare, quando può uscire a fare la spesa e quando può mangiare fuori casa.

L’Electronic Monitoring (EM) è stato introdotto negli Stati Uniti nel 1980 per dare una boccata di ossigeno ai penitenziari sovraffollati. Oggigiorno negli USA oltre 100’000 criminali stanno scontando la loro pena con un braccialetto elettronico.

Dal 2007, negli Stati Uniti si sta sperimando un nuovo impiego dell’Electronic Monitoring: grazie a un sensore applicato alla caviglia le autorità sono in grado di verificare costantemente se nel sangue del portatore vi sono tracce di alcol. Obiettivo dell’operazione: costringere all’astinenza i condannati che hanno commesso un reato sotto l’influsso dell’alcol.

In Europa, il braccialetto elettronico è utilizzato su scala nazionale da Svezia, Paesi Bassi e Gran Bretagna.

Il primo programma Electronic Monitoring europeo è stato lanciato nel 1989 in Gran Bretagna. Attualmente, oltre Manica sono quasi 30’000 i braccialetti elettronici in funzione.

In Gran Bretagna, l’Electronic Monitoring viene impiegato occasionalmente anche nell’ambito di misure di polizia. Ad esempio per consentire alle autorità di controllare e sorvegliare singoli hooligan, messi agli arresti domiciliari durante una partita di calcio.

In Svizzera, le persone che dal 1999 hanno scontato una pena detentiva con un braccialetto elettronico applicato alla caviglia sono oltre 2000.

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