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Poliziotti a Berna.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

questa volta la pandemia non c’entra. Però l’abitudine degli svizzeri di abitare in spazi sempre più grandi ha sicuramente aiutato a trascorrere il periodo di confinamento in maniera più confortevole. Siamo infatti passati da una superficie pro capite di 32 metri quadrati nel 1980 a ben 46 metri nel 2019.

Ma c’è anche una controindicazione: per l'ambiente infatti non è una buona notizia. Più grande è l'appartamento, più energia ci vuole per riscaldarlo e più risorse vengono consumate nella sua costruzione.

Non si può mai avere tutto... vi auguro una buona lettura.

Manifestanti
Keystone / Marcel Bieri

Contro il certificato Covid e l’estensione del suo utilizzo a Berna si è tenuta una manifestazione spontanea.

Le stime del numero di manifestanti sono molto diverse. Si va dalle circa 1’000 persone nel corteo contate da un giornalista ai 20’000 partecipanti su Piazza Federale secondo un oratore che ha parlato. Il responsabile della sicurezza della città di Berna ha ipotizzato diverse migliaia di manifestanti.

Trattandosi di una manifestazione spontanea, non era necessaria un’autorizzazione. Nonostante ciò, l’Esecutivo della capitale ha esplicitamente sconsigliato di partecipare alla manifestazione. La città di Berna ha inoltre incaricato la polizia cantonale di prendere le misure necessarie per garantire la sicurezza.

In verità l’appello a protestare contro la decisione del Consiglio federale è stato lanciato da alcune organizzazioni che da tempo si oppongono alle misure anti Covid. Come spesso accade, alcuni manifestanti hanno sventolato bandiere della Svizzera e dei vari cantoni. Tutto si è svolto nella calma.

Un mezzo mobile per le vaccinazioni in Ticino.
Keystone / Elia Bianchi

L’obbligo del certificato Covid ha già spinto molte persone a vaccinarsi.

Perché negli ultimi giorni c’è la corsa al vaccino? Il quotidiano gratuito “20 Minuten” ha chiesto alle persone al centro vaccinale di Zurigo perché solo ora si fanno vaccinare. La risposta è stata “mi vaccino soprattutto a causa dell’obbligo di certificato”, oppure “presto il test sarà a pagamento, per questo ho deciso di farmi vaccinare”.

Dopo la conferma arrivata ieri di estendere l’uso del certificato Covid, molti cantoni hanno registrato un deciso aumento delle prenotazioni. Nel cantone Berna nelle ultime 24 ore sono circa 2’000 le persone che si sono fatte avanti per la vaccinazione.

Importante aumento di iscrizioni anche in Ticino: se nei giorni scorsi in media si registravano circa 250 iscrizioni al giorno, soltanto ieri le prenotazioni sono invece state ben 757. Anche perché, è bene ricordarlo, le misure prese dal Canton Ticino sono ancora più restrittive di quelle della Confederazione.

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Dibattito
Moderato da: Balz Rigendinger

La Svizzera dovrebbe vaccinare anche all’estero?

Diverse migliaia di svizzere e svizzeri all’estero non possono ancora essere vaccinate contro la Covid-19. È dovere della Confederazione aiutarle?

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La bandiera dello stato Islamivo
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Anche in Svizzera la minaccia terroristica rimane elevata. Almeno secondo il delegato della Rete integrata Svizzera per la sicurezza.

Il rischio di cellule isolate che agiscono ispirandosi all’ideologia dello Stato Islamico è molto alto anche nella Confederazione. Ma attentati tipo quelli di Parigi del 2015 o di Bruxelles del 2016 sono poco probabili al momento. L’analisi è di André Duvillard, delegato della Rete integrata Svizzera per la sicurezza (RSS).

Sempre secondo Duvillard, gli attacchi terroristici più pericolosi richiedono una grande organizzazione e logistica. Con la fine dello Stato Islamico come entità territoriale, il rischio di questo tipo di azioni è diminuito.

Attacchi isolati, come quello di Morges nel 2020, possono ancora accadere e il loro impatto può essere altrettanto importante degli attacchi su larga scala, ha precisato Duvillard che ha aggiunto che l’estrema destra è attualmente “una fonte di preoccupazione”.

Un parchimetro a Lucerna.
Keystone / Urs Flueeler

L’incredibile storia di un’automobilista lucernese che si è vista infliggere una multa di 910 franchi per un posteggio non pagato.

È andata fino al Tribunale federale per far valere le proprie ragioni. E ha vinto. Vediamo come sia possibile una multa di 910 franchi: l’automobilista aveva lasciato la sua auto in un parcheggio a pagamento, pagando fino alle 19.51. La multa le è stata inflitta alle 20.19. La donna ha ammesso l’infrazione ed era pronta a pagare la solita multa di 40 franchi.

Tuttavia, il ministero pubblico del cantone di Lucerna ha emesso un decreto d’accusa per aver violato un divieto giudiziale: il parcheggio infatti era vietato alle persone non autorizzate nei giorni lavorativi tra le 6 e le 17. Al di fuori di questo periodo però, il parcheggio era consentito dietro pagamento di una tassa.

Il Tribunale federale ha constatato che il parcheggio è aperto a una cerchia imprecisata di persone durante le ore non di punta. Deve quindi essere considerato uno spazio pubblico. Chiunque parcheggi durante questo periodo contravviene alla Legge federale sulla circolazione e non al divieto giudiziale. Quindi non 910 franchi di multa bensì solo 40.


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