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Camere federali a Lugano; appuntamento tra Berna e Ticino

Il Palazzo dei congressi, dove si svolge la sessione Keystone

La grande politica torna di scena in riva al Ceresio. Era il 1928 quando la Società delle Nazioni, con i suoi 250 membri e 150 giornalisti al seguito, si riunì al Kursaal; 73 anni dopo è il Palazzo dei congressi ad ospitare fino al 23 marzo i lavori del parlamento svizzero.

Per il Ticino un appuntamento ricco di aspettative e di forte interesse, vissuto soprattutto come un’occasione per rafforzare la coesione nazionale e far conoscere la realtà cantonale fuori dagli abituali luoghi comuni.

Dopo settimane di preparativi, il cantone è pronto ad accogliere i 246 parlamentari, il centinaio di funzionari federali e altrettanti giornalisti arrivati a Lugano per la sessione delle Camere federali. Non manca un pizzico di orgoglio per essere riusciti a condurre in porto l’idea lanciata nella primavera del ’99 dal Consigliere agli Stati Dick Marty, una proposta che sulle prime aveva suscitato solo dubbi e perplessità.

Svaporate le facili ironie sulla “sessione light” e di relax mediterraneo, tutti i politici ticinesi, senza distinzioni di partito, sono concordi nel sottolineare l’importanza dell’evento, giudicato una grande opportunità per far toccare con mano ai parlamentari i progressi e i problemi del Ticino di oggi e migliorare la comprensione reciproca. Una comprensione che spesso negli ultimi anni non è stata facile e che ha conosciuto in alcune fasi anche toni polemici.

Il contenzioso tra Berna e il Bellinzona è lungo e spinoso: il prolungamento a sud, verso Milano, dell’Alptransit e l’anticipazione dei lavori per la galleria del Ceneri. La concessione dei sussidi federali per il nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti dopo i ritardi e gli intoppi con il sistema Thermoselect. Gli effetti degli Accordi bilaterali con l’Ue, soprattutto per quel che riguarda la circolazione della manodopera e il rischio del dumping salariale in un cantone di frontiera, e l’aumento del traffico pesante. La continua soppressione di posti federali con la perdita in pochi anni di un migliaio di impieghi. La nuova perequazione finanziaria, ossia il flusso dei contributi tra Cantoni e Confederazione, il riorientamento della politica regionale per non marginalizzare le aree periferiche. Si potrebbe anche aggiungere la chiusura del casinò Admiral di Mendrisio, un boccone amaro che il cantone non ha ancora mandato giù.

Problemi in cima alla lista delle priorità per la Deputazione ticinese a Berna, dossier corposi che scandiscono anche l’agenda del Delegato cantonale per i rapporti con la Confederazione, la nuova figura istituita mesi addietro dal Consiglio di stato per ottimizzare i rapporti e gli interventi a Palazzo federale.

Ma il Cantone che si vuole presentare a deputati e senatori non è quello piagnone e della mano tesa. E’ il Ticino che nonostante dieci anni di crisi economica è riuscito a realizzare la sua università, a rilanciare l’industria e la piazza finanziaria, che punta decisamente su conoscenza e tecnologia e che nello stesso tempo si è dotato di un sistema di protezione sociale additato a modello in tutta la Confederazione.

Non solo polenta e merlot, dunque, ma anche microchip e bytes, cultura e arte. E’ la nuova realtà della terza Svizzera non sempre immediatamente visibile da oltre Gottardo. Ecco perché ai diciotto giorni di attività parlamentare si è affiancato un denso calendario di iniziative e appuntamenti per scoprire l’altro Ticino e correggere un deficit d’immagine che ha penalizzato non poco il Cantone.

Ma al Consiglio di stato e ai politici interessa in primo luogo far vedere le potenzialità e i problemi di una regione che confina, ed è sempre più integrata economicamente, con la Lombardia. Una delle aree più produttive e ricche dell’Europa con le sue 720 mila aziende e il grande bacino imprenditoriale del Nord Est. Un tessuto fittissimo d’imprese che necessita di servizi avanzati, un mercato enorme che rappresenta una grossa opportunità non solo per il Ticino ma per tutta la Svizzera.

Libero D’Agostino

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