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Caro amico ti scrivo… un e-mail

I messaggi sono sempre più spesso affidati alla posta elettronica swissinfo.ch

Evoluzione tecnologica ed economica: come sarà la posta del futuro?

Questo l’interrogativo al centro della Conferenza strategica 2002 dell’Unione postale universale in programma a Ginevra dal 29 al 31 ottobre.

Samuel König, sindacalista

La Posta non può più parlare solo di servizio pubblico, ed è giusto che sia così.

“Caro amico ti scrivo…” Fino a qualche anno fa una frase come questa era associata a carta e penna. Oggi, nell’era della comunicazione globale, il messaggio è sempre più spesso affidato alla posta elettronica.

L’impatto delle nuove tecnologie di comunicazione sta cambiando lo stile di vita delle persone. Adattarsi alle nuove esigenze e sviluppare strategie per il futuro è un compito al quale le imprese come la Posta non possono sottrarsi.

Allo sviluppo tecnologico si aggiunge una situazione di mercato sempre più orientata verso la liberalizzazione. Le poste, tradizionalmente in mano allo stato e attive in una situazione di monopolio, devono fare i conti con la concorrenza.

Ma la Posta, ha detto il consigliere federale Moritz Leuenberger in apertura del congresso, «non è un datore di lavoro qualsiasi: deve dar prova di responsabilità sociale e sensibilità regionale».

Le lettere non spariranno

Secondo gli studi condotti dall’Unione postale universale (UPU), fino al 2005 la quantità di lettere scambiate a livello mondiale dovrebbe aumentare annualmente del 2%. L’aumento fisico del volume della corrispondenza non deve però trarre in inganno.

Il mercato globale delle comunicazioni, trascinato da internet e dalla posta elettronica, si sviluppa molto più rapidamente del mercato postale.

Una tendenza che unita alla liberalizzazione porterà, almeno in Europa e negli USA, ad una flessione della quantità di corrispondenza inviata per posta.

Flessione però non significa morte. Nonostante i successi hollywoodiani di “C’è post@ per te”, c’è ancora chi preferisce confidare le dichiarazioni d’affetto alla carta.

La posta elettronica non sembra in grado di veicolare le stesse emozioni di una lettera che passa concretamente di mano in mano. In futuro quindi, accanto agli e-mail, continueremo con tutta probabilità a servirci di busta e francobollo.

Internet rivoluziona la posta: più pacchi e meno lettere

Per la Posta, più che una minaccia, internet rappresenta un’opportunità di sviluppo.

A colloquio con swissinfo, Claude Defoundoux, responsabile della pianificazione strategica dell’Unione postale universale (UPU), fa notare che “quando si ordina della mercanzia attraverso il web, la risposta arriva pur sempre su un piano fisico.”

Nell’ambito della consegna dei pacchi la posta potrà far valere la sua esperienza e quella dei suoi postini, una specie tutt’altro che in via d’estinzione.

Si tratterà inoltre di saper sfruttare le nuove tecnologie per migliorare la qualità del servizio pur contenendo i costi.

Oggi ad esempio è già possibile sostituire il buon vecchio francobollo con un’affrancatura elettronica, o seguire online il tragitto compiuto da pacchi e raccomandate.

Il gigante e il nano: i clienti della Posta

“Oggi il cliente della posta è la società tutt’intera: dal privato cittadino alle multinazionali”, dice a swissinfo Defoundoux.

“La posta deve fare in modo di non dimenticare l’utente primario, pur cercando di rispondere in modo adeguato alle esigenze di clienti importanti come le grandi ditte.”

In Svizzera – stando ad una recente dichiarazione di Anton Menth, attuale presidente del Consiglio d’amministrazione della Posta – i proventi degli uffici postali, a cui fanno riferimento sia i privati che le piccole e medie imprese, rappresentano solo il 19% della cifra d’affari.
Il restante 81% proviene dalle grandi imprese. Conciliare le esigenze di questi due tipi di clientela è un’altra delle sfide a cui è chiamata la Posta.

Il timore è che la dura legge del mercato possa ledere gli interessi dei segmenti meno interessanti da un punto di vista economico.

In un’intervista rilasciata a swissinfo, Samuel König, addetto stampa del sindacato della Comunicazione, riconosce che la Posta deve pensare in termini di mercato, auspica però che continui a “servire in modo indiscriminato tutte le regioni della Svizzera, se necessario con l’aiuto finanziario dello Stato.”

Doris Lucini, swissinfo

La conferenza strategica del UPU affronterà i seguenti temi:
– Mercati e regolamentazione;
– Il ruolo del settore postale nella società dell’informazione;
– New economy e dimensione sociale della posta.

L’Unione postale universale (UPU) è stata fondata nel 1874 a Berna, dove ha sede.
Dal 1948 è un’agenzia delle Nazioni unite.
189 paesi membri.
È il più grande forum di cooperazione tra le poste mondiali.
Assicura un servizio postale universale, accessibile a tutti in tutto il mondo.

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