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Cartellino rosso per un prodotto del Credit Suisse

Con i rigori sbagliati contro l'Ucraina si sono spente le speranze di alcuni clienti del Credit Suisse Keystone

Il Tribunale federale ha confermato la multa inflitta all'istituto bancario elvetico per il suo prodotto abbinato ai risultati della nazionale svizzera ai Mondiali di calcio del 2006.

Per la corte suprema elvetica, un simile «fondo d’investimento» equivale a una scommessa professionistica, vietata dalla legge.

Un prodotto che comporta una puntata e la speranza di una vincita in contanti esula dal campo delle attività bancarie. Rientra invece nell’ambito delle scommesse professioniste, vietate dalla legge. In una sentenza pubblicata giovedì, il Tribunale federale motiva così la conferma della multa inflitta al Credit Suisse per il suo prodotto derivato abbinato ai risultati della Nazionale svizzera ai mondiali di calcio del 2006.

Denominato «Equity Yield Note», il prodotto contestato era stato messo sul mercato poco prima dei mondiali di calcio e associava un investimento ad una scommessa legata ai risultati della squadra rossocrociata in Germania.

Se la nazionale elvetica avesse raggiunto i quarti di finale gli investitori avrebbero ricevuto l’1% in più, tasso che sarebbe stato aumentato al 3% in caso di semifinale, al 7% in caso di finale e al 15% in caso di vittoria.

Una lotteria e non un investimento

Il Servizio dell’economia del canton Vaud aveva intimato al Credit Suisse di ritirare il prodotto finanziario in questione, perché a suo avviso violava la legge sulle lotterie. La banca si era allora appellata al Tribunale amministrativo cantonale, che nel luglio 2006 le aveva però dato torto e le aveva inflitto una multa di 10’000 franchi.

Il grande istituto di credito aveva impugnato la sentenza e si era rivolto alla Corte suprema. Ma gli è andata male ancora una volta. Respingendo il ricorso del Credit Suisse, il Tribunale federale ha confermato il verdetto vodese e ha inoltre messo a carico della banca elvetica e della Nomura Bank International di Londra, pure implicata nella vendita del prodotto incriminato, 12’000 franchi di costi.

Nella sentenza, il Tribunale federale sottolinea che nell’affare «c’era forzatamente una parte vincente e una perdente. Il successo degli uni o degli altri dipendeva da condizioni avverse, sconosciute dalle parti, legate in gran parte al caso, sulla realizzazione delle quali ciascuna parte formulava un pronostico». Per gli investitori la scommessa era fondata sulla speranza che la squadra nazionale raggiungesse buoni risultati. Implicitamente il Credit Suisse faceva un pronostico contrario.

swissinfo e agenzie

Ai recenti mondiali di calcio in Germania, la nazionale elvetica ha sconfitto nella fase a gironi il Togo (2-0) e la Corea del Sud (2-0) e ha pareggiato contro la Francia (0-0).
Approdata negli ottavi, la Svizzera è stata sconfitta ai rigori dall’Ucraina (3-0).

Il Credit Suisse – secondo istituto bancario elvetico – è dal 1993 uno dei principali sponsor dell’Associazione svizzera di football e delle selezioni nazionali.

Il 50% dell’importo versato dalla banca è destinato alle squadre nazionali giovanili.

Il Credit Suisse sponsorizza anche la manifestazione consacrata agli sportivi svizzeri dell’anno, nonché una squadra di Formula Uno, tornei di golf e concorsi ippici.

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