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Caso «Elf»: al via il processo svizzero

Cinque persone devono rispondere davanti alla Corte correzionale di Ginevra di riciclaggio di denaro sporco. A monte, le depredazioni subite dal gruppo petrolifero Elf.

Il processo si apre lunedì. Gli imputati sono accusati di aver ripulito 46 milioni di franchi per Alfred Sirven, l’ex direttore di Elf.

Il caso «Elf» rappresenta indubbiamente il più grosso scandalo politico – finanziario della storia francese. Ramificata, complessa, tentacolare: la vicenda «Elf» è fatta di diverse centinaia di milioni di euro stornati dalle casse del gruppo petrolifero tra il 1989 e il 1993. Lo scandalo ha toccato le alte sfere dello Stato francese, anche se la giustizia ha escluso un coinvolgimento attivo degli ex ministri Charles Pasqua e Roland Dumas.

Questo mostro tentacolare ha una sua ramificazione anche in Svizzera. Dalla piazza finanziaria elvetica sono transitati più di un miliardo di franchi.

Il capitolo elvetico della vicenda Elf troverà il suo epilogo da lunedì a Ginevra, con il processo a carico di cinque persone accusate di aver aiutato l’ex direttore del gruppo petrolifero francese Alfred Sirven a riciclare 46 milioni di franchi. Davanti ai giudici avrebbe dovuto sedere anche una sesta persona che però nel frattempo è deceduta.

Gli imputati sono un finanziere, una direttrice di società, un esperto contabile, un prestanome e un avvocato ginevrino. Le 141 pagine dell’atto d’accusa ricostruiscono il tortuoso percorso effettuato dal denaro prima di finire in contanti nelle tasche di Sirven. L’uomo, che aveva preso il largo nel 1997 per sfuggire alla giustizia francese, era latitante nelle Filippine, dove si faceva chiamare «Sir Alfred».

Tentativo di rinvio

Nel corso del processo, che durerà due settimane, davanti alla Corte correzionale di Ginevra saranno citati una quarantina di testimoni. L’atto d’accusa contesta ai cinque imputati di aver trasferito il denaro di Sirven nel Liechtenstein, ricorrendo a «un sistema finanziario complesso». La magistratura ha sequestrato undici milioni di franchi nella primavera del 2001.

Gli avvocati difensori avevano chiesto un rinvio del processo ritenendo non opportuno giudicare gli imputati in Svizzera prima che la Corte d’appello francese avesse espresso un giudizio definitivo nei confronti di Alfred Sirven. Senza questo giudizio sarebbe poco corretto affermare che il denaro riciclato in Svizzera è di provenienza criminale.

La richiesta però non è stata accolta. Per la corte, gli anni di lavoro degli inquirenti, in particolare del magistrato ginevrino Paul Perraudin, che ha trattato più di 45 richieste di assistenza giudiziaria inoltrate dalla Francia, hanno portato alla luce elementi sufficienti allo svolgimento di un processo equo. E se il giudizio d’appello non è ancora arrivato, Sirven è pur sempre stato condannato l’anno scorso a Parigi a cinque anni di reclusione per abuso di beni sociali.

Senza testimoni importanti

Il processo apre dunque i battenti a Ginevra. «Il vantaggio di vedere un processo del genere svolgersi in Svizzera, è che non cadrà sotto il segreto di Stato. Sarà così possibile fare il vero processo Elf», ha commentato Christian Lüscher, l’avvocato che difende uno degli imputati.

Il gruppo petrolifero, privatizzato nel 1994 e diventato Total in seguito al riavvicinamento fra Elf, Total e Petrofina, si è costituito parte civile. Un ruolo che gli avvocati della difesa contestano, ritenendo che nulla prova che Elf abbia subito dei danni.

Il Personaggio-chiave dell’intera vicenda, Alfred Sirven è stato chiamato a testimoniare da Christian Lüscher. Il legale vuole interrogare anche Loïk Le Floch-Prigent, PDG della compagnia fra il 1989 e il 1993, nonchè André Tarallo, all’epoca responsabile del settore degli idrocarburi, condannati in Francia a cinque e quattro anni di prigione.

In totale sono stati convocati una cinquantina di testimoni. Sirven però è intenzionato a restarsene a casa per preparare il suo processo d’appello e sembra poco probabile che gli altri decidano d’intraprendere il viaggio fino a Ginevra.

swissinfo e agenzie

La giustizia francese ha riconosciuto colpevole Alfred Sirven di abuso di beni sociali. La condanna a cinque anni di prigione non è ancora stata confermata dalla Corte d’appello.

L’inchiesta sul ramo svizzero del caso «Elf» è durata quattro anni.

I cinque accusati avrebbero riciclato 46 milioni di franchi per Sirven.

La giustizia elvetica ha sequestrato 11 di questi milioni nella primavera del 2001.

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