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Caso Adamov: il Tribunale federale non lo libera

Ievgheni Adamov è accusato di corruzione in Russia e in America Keystone

L'ex ministro russo dell'energia Ievgheni Adamov, arrestato in maggio a Berna su mandato di cattura americano, rimane in carcere in attesa di estradizione.

Il tribunale federale (TF) ha accolto il ricorso dell’Ufficio federale di giustizia (UFG): Admov non può appellarsi al salvacondotto per i testimoni stranieri, perché è entrato in Svizzera da privato cittadino.

Secondo il Tribunale federale di Losanna, Adamov era entrato in Svizzera per motivi privati e professionali e non quale testimone nel procedimento contro la figlia Irina Adamova, naturalizzata cittadina elvetica e sospettata di riciclaggio. Il giudice istruttore bernese che segue il caso Adamova lo ha invitato a comparire quando l’ex ministro si trovava già in territorio elvetico.

L’argomentazione della violazione del diritto del salvacondotto, sollevata dal Tribunale penale federale di Bellinzona, diritto garantito dai trattati internazionali, non è quindi applicabile in questo caso, hanno dichiarato i giudici losannesi.

L’ex ministro potrebbe farvi appello solo qualora la Svizzera l’avesse attirato nel Paese in malafede per consegnarlo in seguito nelle mani della giustizia americana, ma non è questo il caso, hanno precisato.

Adamov e Adamova

Adamov era stato arrestato lo scorso 2 maggio a Berna quando si era presentato a un’udienza per fornire informazioni sulle transazioni bancarie della figlia. Il mandato d’arresto dell’UFG era stato emesso su richiesta delle autorità americane.

Negli Stati Uniti, l’ex ministro russo è indagato per truffa, ricettazione, riciclaggio e frode fiscale. Adamov è accusato di aver stornato con un complice tra il 1993 e il 2003 oltre nove milioni di dollari che gli USA avevano messo a disposizione per migliorare la sicurezza degli impianti nucleari in Russia all’epoca di Boris Eltsin.

I soldi sarebbero stati trasferiti sui conti di diverse società americane controllate da Adamov.

Mandato d’arresto russo

Il 17 maggio era stata comunicata anche una richiesta di estradizione dalla magistratura russa. Il mandato d’arresto russo ricalcava in buona parte quello americano e riguarda presunte attività truffaldine fra il 1998 e il 2001.

Il 9 giugno scorso il TPF di Bellinzona aveva ordinato la scarcerazione di Adamov. I giudici erano giunti a una conclusione diversa dai loro colleghi di Losanna, sostenendo che la carcerazione dell’ex ministro violava la garanzia internazionale del salvancondotto.

In attesa di una sua deliberazione di merito la corte di Losanna aveva ritenuto opportuno mantenere l’ex ministro in carcere e accordare l’effetto sospensivo al ricorso presentato dell’UFG.

Quest’ultimo era stato presentato immediatamente dopo la decisione del TPF ed era stato subito accolto dal TF in via «superprovvisionale», ossia cautelativa, senza sentire le parti.

La questione torna ora al TPF, che dovrà chiarire ora altri punti lasciati in sospeso nella prima decisione: in particolare se Adamov goda dell’immunità di stato e se il suo arresto violi in altro modo il diritto internazionale.


swissinfo e agenzie

L’ex ministro russo Ievgheni Adamov è stato arrestato a Berna il due maggio scorso, su richiesta degli Stati Uniti.

Washington lo accusa d’aver intascato 9 milioni di dollari, sottratti ai fondi che la comunità internazionale aveva messo a disposizione della Russia per rendere sicure le istallazioni nucleari obsolete dell’ex Unione Sovietica.

Il 17 maggio la Russia aveva comunicato una sua richiesta di estradizione, che ricalcava in buona parte quella americana e riguardava il reato di truffa.

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