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Chi domerà il Lauberhorn?

Dopo due secondi posti, Didier Cuche è alla ricerca del suo primo successo al Lauberhorn Keystone

Wengen ospita da venerdì a domenica il tradizionale appuntamento di Coppa del mondo di sci maschile. Sulla leggendaria pista del Lauberhorn, i discesisti svizzeri cercheranno di centrare un successo che manca dal 2003.

Dopo un fine settimana che ha lasciato con l’amaro in bocca i numerosi tifosi elvetici presenti ad Adelboden, il circo bianco maschile si è spostato di qualche chilometro, trasferendosi a Wengen.

Nella località dell’Oberland bernese sono attesi oltre 50’000 spettatori. Le gare inizieranno venerdì, con una supercombinata. La squadra svizzera ha buone carte da giocare, in particolare con Daniel Albrecht (campione del mondo della disciplina nel 2007) e l’astro nascente Carlo Janka, ottavo nella prima ed unica supercombinata disputata questa stagione.

Tutti gli occhi sono però puntati soprattutto sulla discesa di sabato. Il Lauberhorn appartiene infatti a una cerchia molto ristretta di tracciati leggendari, come la Streif di Kitzbühel.

«Queste discese sono state create da Dio, tutte le altre dai gatti delle nevi», aveva dichiarato con una certa ironia Karl Molitor, sei volte vincitore della prova negli anni ’40.

La libera più lunga del programma di Coppa del mondo – 4,5 chilometri per un dislivello di 1’025 metri – è uno degli appuntamenti sportivi più seguiti in Svizzera. Lo scorso anno, ad esempio, la televisione svizzera ha avuto un’audience di 1,1 milioni di spettatori, un tasso di poco inferiore ai grandi appuntamenti calcistici.

Pista modificata

La partenza, con la splendida veduta su Eiger, Mönch e Jungfrau, numerosi passaggi altamenti spettacolari, come l’«Hundschopf» (la testa di cane, un salto di 40 metri tra due rocce) o la Kernen-S (due curve molto strette racchiuse in una trentina di metri) e dei concorrenti che in alcuni punti sfrecciano a 150 km/h… Il Lauberhorn sta allo sci come Wimbledon sta al tennis e Monaco alla Formula 1.

Anche se quest’anno la pista ha subito alcune modifiche per motivi di sicurezza – la S finale, ad esempio, è stata allargata e il salto ‘limato’ – difficilmente vi saranno sorprese, contrariamente a quanto accade a volte in altre prove di Coppa del mondo.

«Su una pista come questa, ciò che conta è riuscire a tenere sulla distanza. Dopo più di due minuti di corsa i muscoli delle gambe bruciano dal dolore e anche se la S finale è stata rifatta non cambia nulla, la discesa rimane molto difficile», spiega Patrice Morisod, allenatore degli svizzeri Cuche e Défago. Ancora una volta, insomma, solo i migliori e già affermati discesisti potranno lottare per la vittoria.

Cuche in cerca di rivincita

Dopo due secondi posti nel 2007 e nel 2008 (vittoria in entrambi i casi dell’americano Bode Miller), Didier Cuche ha sete di rivincita. Nelle quattro discese disputate in questa stagione, il neocastellano non ha brillato. Il suo miglior risultato è un quinto posto nell’ultima libera di Bormio. Su tracciati difficili come Wengen, appunto, e Kitzbühel, Cuche è però quasi sempre riuscito a sublimarsi.

Se incapperanno in una giornata di grazia, anche Daniel Albrecht, Carlo Janka, Didier Défago e Ambrosi Hoffmann potrebbero pure far vibrare il pubblico rossocrociato, che attende una vittoria dal 2003, quando si impose Bruno Kernen.

I principali favoriti sono comunque sempre gli stessi, ossia l’americano Bode Miller e l’austriaco Michael Walchofer, attuale leader nella classifica di discesa e vincitore a Wengen nel 2005. Oltre allo squadrone austriaco, pure gli italiani hanno buone carte da giocare, con Christof Innerhofer (primo a Bormio), Peter Fill e Werner Heel.

Domenica l’appuntamento di Wengen si chiuderà con lo slalom e con il probabile duello tra l’austriaco Benjamin Raich e il francese Jean-Baptiste Grange. Per i rossocrociati si tratterà soprattutto di ritrovare un po’ di fiducia, dopo il tracollo negli ultimi due slalom di Zagabria e Adelboden, quando nessun elvetico era riuscito a qualificarsi per la seconda manche. Per Silvan Zurbriggen o Marc Berthod, un posto nei primi dieci sarebbe sicuramente un risultato più che positivo.

Una stagione positiva

Eccezion fatta per lo slalom, sia in campo maschile che femminile la stagione ha comunque già regalato diverse soddisfazioni alla squadra svizzera. Dopo alcuni anni di vacche magre, la rinascita dello sci rossocrociato, coincisa coi campionati del mondo di Are nel 2007, si è quindi confermata.

In campo femminile si è messa in evidenza soprattutto Lara Gut, 17 anni, che a St. Moritz, in super gigante, ha conquistato la prima vittoria della carriera. Questo fine settimana, nella discesa e nella supercombinata di Altenmarkt-Zauchensee, in Germania, il giovane fenomeno ticinese avrà sicuramente l’occasione di mettersi ancora in mostra.

Tra gli uomini, bisogna segnalare soprattutto le vittorie in gigante di Daniel Albrecht a Soelden e in Alta Badia e la doppietta gigante/super gigante a Val d’Isère di Carlo Janka. Un risultato, quest’ultimo, di buon auspicio in vista dei campionati del mondo che inizieranno tra meno di 20 giorni proprio nella località francese.

swissinfo, Daniele Mariani

Lunghezza del tracciato di discesa: 4,455 km.

Partenza: 2’315 m s.l.m.

Arrivo: 1’287 m s.l.m.

Detentore del record della pista: Kristian Ghedina (2:24:23 minuti nel 1997).

Velocità massima: circa 160 km/h, alla fine dell’Haneggschuss.

Pendenza media: circa 33%.

Pendenza massima: 93% (Hundschopf).

Discesa:

2008 Bode Miller (USA)
2007 Bode Miller (USA)
2006 Daron Rahlves (USA)
2005 Michael Walchhofer (AUT)
2004 —
2003 Stefan Eberharter (AUT) e Bruno Kernen (SUI)
2002 Stefan Eberharter (AUT)

Slalom

2008 Jean-Baptiste Grange (FRA)
2007 —
2006 Giorgio Rocca (ITA)
2005 Alois Vogl (GER)
2004 Benjamin Raich (AUT)
2003 Giorgio Rocca (ITA)
2002 Ivica Kostelic (CRO)

Combinata

2008 Jean-Baptiste Grange (FRA)
2007 Mario Matt (AUT)
2006 Benjamin Raich (AUT)
2005 Benjamin Raich (AUT)
2004 —
2003 Kjetil André Aamodt (NOR)
2002 Kjetil André Aamodt (NOR)

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