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Chiamata d’emergenza per il federalismo

Riusciranno a salvare il numero di emergenza 118? Keystone

I nuovi numeri per richiedere informazioni sull'elenco abbonati alla rete telefonica stanno causando una enorme confusione in Svizzera: molti cittadini chiamano per sbaglio i numeri per chiedere aiuto in caso di emergenza.

Il tentativo del governo federale di risolvere il problema imponendo un unico numero per le emergenze ha incontrato l’opposizione di alcuni cantoni. Uno scontro di volontà che porta alla ribalta uno dei punti deboli del sistema federale del paese.

In condizioni normali, i cantoni lavorano in tandem con il Consiglio Federale – ma capita che i due si scontrino su quale direzione imprimere ai regolamenti. L’attuale disaccordo sui numeri di emergenza è un caso esemplare. Attualmente sono diversi quelli attivi: il 117 per chiamare la polizia, il 118 per i vigili del fuoco e il 144 per le ambulanze. Il 112 è invece la centrale che smista le chiamate a tutti gli altri servizi.

Ma solo due cantoni – San Gallo e Basilea-campagna – utilizzano un sistema centralizzato che passa per il 112, mentre nel resto del paese la popolazione può chiamare indifferentemente uno dei quattro numeri.
Un sistema che ha condotto al sovraccarico di lavoro in alcuni dei centri di chiamata.

Confusione

Come se non bastasse, recentemente è cambiato il numero per chiedere informazioni sugli abbonati telefonici e al vecchio numero è stato aggiunto un “18”. Così che adesso ci sono cittadini che chiamano per sbaglio i pompieri, anziché il numero per chiedere informazioni sull’elenco abbonati.

Alla fine del mese ci sarà dunque un incontro straordinario, nel corso del quale il governo cercherà di convincere i vigili del fuoco a rinunciare al 118 e rientrare nel 112. Sono dieci anni, d’altronde, che Berna tenta di convincere i cantoni a utilizzare esclusivamente quel numero – un’iniziativa che mira ad allineare la Confederazione al resto d’Europa, dove in effetti c’è un unico numero, il 112.

“Sarebbe ragionevole fare altrettanto in Svizzera”, dice Martin Dummermuth, capo della Commissione federale per le comunicazioni. I cantoni obiettano che i costi di un sistema unico centralizzato sarebbero troppo alti e sottolineano che il 144, al quale risponde solo il servizio di ambulanze, ha il vantaggio di godere di uno staff più specializzato, in grado di dare alla cittadinanza consigli che possono salvare vite umane.

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Il braccialetto elettronico

Ma capita anche che il disaccordo vada esattamente nella direzione opposta. La scorsa settimana, per esempio, è giunto l’annuncio che il governo interromperà la sperimentazione del braccialetto elettronico per i criminali – una tecnologia finora testata in sette cantoni.

Una recente ricerca ha concluso che il sistema ha funzionato egregiamente, punto di vista condiviso dalla maggiorparte dei cantoni che hanno partecipato all’iniziativa. Ma il Consiglio federale non ritiene necessario il dispositivo, dato che in base al nuovo Codice penale le pene detentive di breve durata devono generalmente essere trasformate in sanzioni pecuniarie o in lavori di pubblica utilità.

Dominik Lehner, che dirige la sezione per l’esecuzione delle pene e delle misure nel canton Basilea, ritiene che il governo sbagli: “per le condanne brevi, il bracciale elettronico è molto più economico ed efficace del carcere”, ha dichiarato al quotidiano Tages Anzeiger.

Essenziale

Ma se potrebbe sembrare che la Svizzera sia paralizzata dalla discordia, Thomas Fleiner dell’Istituto per il federalismo dell’università di Friburgo ritiene che questi passaggi siano essenziali per il funzionamento del sistema federale.

“Ci sono sempre differenze di vedute fra le autorità cantonali e quelle federali: possono non essere d’accordo, ma questo è assolutamente normale finché avviene durante l’elaborazione di leggi e regolamenti”, ha detto a swissinfo. “Ma nella maggioranza dei casi governo e cantoni lavorano bene insieme, in base al principio dell’impegno e della comprensione reciproca”.

Per quanto riguarda la controversia sui numeri telefonici d’emergenza, Fleiner ritiene che il governo abbia facoltà di legiferare. E che i cantoni, d’altra parte, non possano obbligarlo ad allinearsi ai loro voleri. Ma l’autorità federale ha già fatto sapere che sulla questione del braccialetto elettronico intende tornare a consultarli.

Thomas Fleiner spiega che il sistema svizzero funziona proprio perché le differenze vengono appianate per tempo. “Nel nostro paese ci può volere più tempo che in altri per mettere a punto una legge. Ma quando si arriva al traguardo, la qualità della messa in vigore e del controllo sull’esecuzione, sono infinitamente migliori che altrove”, conclude.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione di Serena Tinari)

In Svizzera, una forma tutta peculiare di federalismo riesce a tenere insieme il paese, nonostante le differenze culturali, linguistiche e religiose.

Una delle ragioni forti è la democrazia diretta, che attribuisce ai cittadini il potere di indire una votazione popolare su qualunque tema – un’altra risiede nella decentralizzazione dei poteri ai 26 cantoni.

Il federalismo svizzero si basa sul Codice civile. Mentre altri paesi, come gli Stati Uniti o il Canada, fanno riferimento alla cosiddetta “Common Law”. L’esperto Thomas Fleiner spiega che in questo secondo caso l’autorità centrale ha facoltà di ricorrere a una corte di giustizia per implementare una legge federale, un potere che la magistratura svizzera invece non ha.

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