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Cicatrici ancora visibili a un anno dalle inondazioni

Anche la località di Bristen, nel canton Uri, era stata duramente colpita dalle alluvioni Keystone

Un anno dopo le alluvioni che hanno devastato la Svizzera, molto è stato fatto per riportare la normalità, ma numerose misure devono ancora essere attuate per prevenire simili catastrofi.

Nell’agosto del 2005, sei persone erano rimaste uccise dalla forza delle acque, dovute alle precipitazioni torrenziali. I danni complessivi sono stati stimati a 2,5 miliardi di franchi.

Un anno fa violente inondazioni provocarono il caos al nord delle Alpi, portando morte e distruzione. A dodici mesi di distanza molto è stato fatto per ripristinare la normalità nelle zone colpite, soprattutto nel canton Berna e nella Svizzera centrale. Ma per chi ha vissuto quei giorni in cui la natura si è scatenata, non sarà facile dimenticare: fuori e dentro, rimangono profonde cicatrici.

“Da quel momento la popolazione ha cominciato a reagire in modo estremamente sensibile alle previsioni del tempo”, osserva Peter Flück, sindaco di Brienz, nel canton Berna, una delle località più colpite. A suo avviso, la generazione che ha vissuto le inondazioni del 2005 coverà ancora a lungo la paura che la catastrofe si ripeta.

Le immagini di quei giorni sono ancora molto vive negli occhi della gente: colate di fango che travolgono interi paesi, frane che ingoiano case e terreni, ruscelli che straripano, campi e prati distrutti, fiumi e laghi in piena, che invadono i quartieri delle città.

Vita quasi normale

Il bilancio della catastrofe è stato di sei persone morte e danni materiali per oltre 2,5 miliardi di franchi. Sul piano finanziario si tratta soltanto di stime, dal momento che rimangono ancora diversi dossier in sospeso per quanto concerne le compensazioni delle assicurazioni e degli enti pubblici.

Solo nel canton Berna si parla di un costo complessivo che supera il miliardo, mentre nel canton Uri il conto finale dovrebbe aggirarsi tra i 400 e i 500 milioni di franchi, nel semicanton Obvaldo a circa 300 milioni.

Nella gran parte dei casi i lavori di sgombero dei detriti sono terminati, così come le principali riparazioni. La popolazione si è nuovamente riappropriata di una vita normale.

Tracce ancora evidenti

In alcuni casi però le conseguenze saranno durature, come a Brienz, per esempio, dove per lasciare più spazio al fiume che scorre accanto al villaggio, il Glyssibach, otto famiglie hanno dovuto abbandonare per sempre le loro case.

In altre regioni non sono invece ancora state trovate soluzioni definitive, come nel canton Obvaldo, dove Consiglio di Stato e Parlamento continuano ad incontrarsi in una sede provvisoria e non nel municipio di Sarnen.

La furia della natura ha lasciato tracce evidenti anche nel paesaggio: si possono infatti scorgere in diversi punti il segno degli scoscendimenti sui pendii, mentre le rive dei ruscelli non sono ancora state del tutto pulite e alcuni prati sono ancora ricoperti da detriti.

Misure preventive

Dopo la sorpresa e la conta dei danni, cantoni e comuni hanno cominciato a prendere misure urgenti. Uri, per esempio, ha investito subito 25 milioni di franchi per le prime riparazioni. Provvedimenti immediati sono stati adottati anche nel canton Berna, soprattutto a Brienz e, sull’Aare, nei pressi di Rubigen e nella stessa capitale.

Nel frattempo si è cominciato anche a guardare a medio e lungo termine, per prevenire nuove catastrofi di questo tipo. Lucerna, per esempio, intende destinare 35 milioni di franchi, entro il 2012, a progetti di protezione dalle inondazioni.

Diversi milioni saranno investiti anche per lavori nei torrenti che scorrono vicino a Weesen (SG), un’altra zona particolarmente colpita. Il progetto più imponente è però quello che riguarda l’Aare tra Thun e Berna. Le misure previste dovrebbero protrarsi per i prossimi vent’anni e coinvolgere 18 comuni.

In diverse zone del paese sono poi allo studio piani per costruire cunicoli di sfogo per l’acqua, come a Thun, Berna e nella Sarnertal (Obvaldo).

Confederazione e cantoni stanno inoltre elaborando da anni un inventario dei rischi di disastri naturali. Dopo molti ritardi, le alluvioni dell’anno scorso hanno forse permesso di far accelerare i lavori per definire le zone più a rischio della Svizzera.

swissinfo e agenzie

Le inondazioni avvenute in Svizzera tra il 21 e il 24 agosto del 2005 avevano causato la morte di 6 persone. 17 cantoni erano stati colpiti dalla furia delle acque provocata da piogge torrenziali.

Il bilancio dei danni è stato stimato a 2,5 miliardi di franchi, di cui 2 miliardi nel settore privato (abitazioni, imprese, mobili, ecc.) e 500 milioni nel settore pubblico (strade, ferrovie, immobili).

I danni maggiori si sono registrati nei cantoni Berna (1 miliardo di franchi), Uri (400-500 milioni), Obwaldo (300 milioni) e Nidwaldo (110 milioni).

Le assicurazioni private svizzere hanno valutato i danni a loro carico a 1,3 miliardi di franchi, mentre le assicurazioni cantonali degli immobili a 660 milioni.
La Confederazione ha deciso di partecipare con un contributo di 251 milioni di franchi alla copertura dei danni nel settore pubblico.
La Catena della solidarietà ha raccolto 49,2 milioni di franchi per aiutare le vittime delle intemperie, di cui 10,3 milioni sono già stati versati.

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