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Cielo tutt’altro che sereno in Ticino

Anche sopra la piazza finanziaria di Lugano il cielo si è rannuvolato www.dentalhygienists.ch

Minacciose nubi sul futuro della piazza finanziaria ticinese. Il costante ribasso dei mercati e le amnistie fiscali italiane potrebbero costare ben 1000-1500 posti di lavoro.

Dopo l’espansione dei recenti anni d’oro, un repentino ridimensionamento?

La settimana scorsa, Franco Ambrosetti, presidente della Camera di commercio ticinese (CCIA-TI) ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme: nella sola piazza finanziaria di Lugano, la terza per importanza in Svizzera dopo Zurigo e Ginevra, un impiego su dieci sarebbe in pericolo.

“I conti sono presto fatti”, dice Ambrosetti. “La banca del Gottardo dispone di 1’500 impiegati per amministrare un patrimonio di circa 40 miliardi di franchi. Con il primo scudo fiscale italiano più di 30 miliardi hanno lasciato il Ticino”. Ora basta tramutarli in posti di lavoro.

“Vedo nero”, sottolinea Eros Pastore, presidente della sezione ticinese dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca. “Ritengo corretta la stima della CCIA-TI. Forse fin troppo ottimista”.

Più pacate le voci ufficiali. “La situazione della piazza finanziaria è effettivamente molto difficile”, dice a swissinfo Marina Masoni, responsabile del Dipartimento cantonale delle finanze e dell’economia. “Ma non vi sono elementi concreti per dire se la cifra di 1’000 posti di lavoro a rischio sia realistica”.

Arriva lo scudo bis

Nell’ultimo anno, il passo del gambero degli indici borsistici è continuato. Le banche ticinesi, come logico che sia, ne hanno risentito e i loro utili sono calati mediamente del 20%.

E mentre non si intravedono spiragli sui mercati, già affiora una nuova minaccia.

Da gennaio infatti il governo Berlusconi, alla disperata ricerca di fondi per riequilibrare il proprio bilancio, intende riproporre una seconda amnistia fiscale: lo scudo bis. Il tutto, ovviamente, Bruxelles permettendo.

Una misura che potrebbe rivelarsi meno efficace della prima ma che in Ticino contribuisce ad aumentare il clima d’insicurezza.

“Ne vanno studiate le condizioni”, valuta Aldo Visani, capo degli analisti della Banca del Gottardo. “Una semplice riedizione del primo scudo non preoccupa. Se invece l’amnistia, come sembra, dovesse estendersi anche alle persone giuridiche, allora potrebbe far male”.

Un momento difficile

Si dice spesso che l’economia ticinese sia poco differenziata, con piazza finanziaria e turismo a farla da padrone.

Marina Masoni non è d’accordo. “È una visione troppo schematica della realtà: l’industria, per esempio, dà un apporto al Prodotto interno lordo (Pil) cantonale superiore al ramo finanziario”.

Tuttavia, banche e turismo restano tra i pilastri dell’economia del Cantone. E, a riprova delle difficoltà attuali, se le prime piangono, il secondo non ride di certo. Nei primi sette mesi dell’anno, i pernottamenti in Ticino sono infatti calati dell’11%.

Che fare?

Di fronte alla crisi generale delle borse e alla politica fiscale di uno Stato sovrano come l’Italia, cosa può fare il Ticino per salvaguardare i suoi posti di lavoro?

Franco Ambrosetti e Eros Pastore sono univoci: “Puntare ancor più su ciò che caratterizza la piazza finanziaria elvetica: la qualità dei servizi”.

Secondo la consigliera di Stato Marina Masoni sono inoltre fondamentali delle condizioni quadro favorevoli.

In questo senso assume una certa importanza politica la decisione di lunedì del Gran Consiglio cantonale. Con 46 voti contro 29 il legislativo ha infatti proposto di iscrivere il segreto bancario nella Costituzione federale. Dopo Argovia e Zurigo, è il terzo cantone a farlo.

Marzio Pescia, swissinfo

Piazza finanziaria di Lugano: circa 9’000 impiegati, di cui il 40% è sindacalizzato;
Ticino: ramo finanziario e assicurativo: 17.5% del Pil e 6.5% della manodopera;

Primo scudo fiscale italiano: penale del 2.5%, valido solo per le persone fisiche;
Regolarizzati 54 miliardi di euro, il 58% dei quali era depositato in Svizzera.

Progetto di scudo bis: penale del 4%, valido anche per le piccole società;
Roma spera di rimpatriare altri 50 miliardi di euro.

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