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Combattere il cancro con uno sforzo nazionale

Un eccesso di federalismo ha portato a diversi problemi nel sistema sanitario elvetico Keystone

Due mozioni parlamentari mirano ad elaborare una politica nazionale di lotta contro la malattia, che rappresenta un grave problema per la sanità pubblica.

Ogni anno in Svizzera sono circa 30 mila i nuovi casi di cancro e quasi 17 mila le persone che muoiono a causa di questa malattia. I consiglieri nazionali Remo Gysin (PS/BS) e Rudolf Joder (UDC/BE) hanno presentato martedì due mozioni che chiedono al Consiglio federale di approntare un insieme di misure concrete e una legge, conformemente all’articolo 118 della Costituzione federale, sulla lotta contro il cancro.

Già nel 1994 l’Organizzazione mondiale della sanità aveva consigliato di sviluppare, con mezzi adeguati, un programma di lotta al cancro a livello nazionale, perché in Svizzera troppe forze vengono disperse o non utilizzate al meglio a causa della cantonalizzazione della politica sanitaria.

Per non perdere terreno

Franco Cavalli consigliere nazionale (PS/TI) presidente della Lega svizzera contro il cancro ha risposto ad alcune domande di swissinfo. In particolare abbiamo chiesto al famoso oncologo quali sono i settori in cui si deve agire più in fretta per non perdere terreno nella ricerca e nella diagnostica. Risolvere i conflitti di competenza tra cantoni e Confederazione è una priorità assoluta.

“La linea di demarcazione tra ricerca e terapia nella lotta ai tumori praticamente non esiste”. Nella maggior parte dei Paesi europei sono gli Istituti di Ricerca che gestiscono la lotta contro il cancro, cioè ospedali che integrano anche la parte della ricerca, di registro dei tumori e di informazione al pubblico. “In Svizzera i registri della frequenza dei tumori coprono solo la metà del territorio nazionale, quindi non sappiamo neanche il loro numero esatto.”

Questo crea una debolezza nello studio e nella diagnosi precoce del cancro, mentre nella ricerca in Svizzera “siamo abbastanza bravi”, dice Cavalli. “Quello che si vuole è creare una legge che garantisca delle sinergie tra le strutture esistenti per far sì che in tutta la Svizzera ci siano le stesse condizioni e vengano abolite le debolezze strutturali.”

Combattere il fumo, le abitudini sbagliate e l’eccesso di federalismo

La creazione di queste sinergie si può realizzare anche con dei mezzi “relativamente ridotti” dice Cavalli che aggiunge: “L’impegno finanziario verrebbe comunque ampliamente compensato se con una maggiore coordinazione e una prevenzione mirata si riuscisse ad evitare anche solo una parte dei casi di tumore”. Non dimentichiamo che circa un terzo dei tumori sono legati a cause modificabili come il fumo o l’alimentazione o lo stress.

Come riuscire a far passare in Svizzera l’idea che un eccesso di federalismo danneggia? “Tutti si rendono sempre più conto che un eccesso di federalismo non è più possibile al giorno d’oggi. Una parte dei problemi che abbiamo con la Lamal sono dovuti proprio al fatto che molti cantoni hanno strutture sovradimensionate perché preferiscono aumentare le proprie strutture piuttosto che far curare i pazienti in un altro cantone.”

“Nel caso della lotta al cancro non si tratta di portar via delle competenze ai cantoni, ma di dare alla Confederazione un compito chiaro di coordinamento, cosa che è prevista dalla Costituzione ma non è regolata chiaramente da una legge”, conclude Cavalli.

Anche se la maggior parte delle misure richieste dalle mozioni non implicano necessariamente un investimento enorme, nella ricerca si può e si deve fare di più. Attualmente la Svizzera investe un quinto di quello che viene impiegato negli Stati Uniti.

Raffaella Rossello

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