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Conferenza a Ginevra sul diritto umanitario in Medio Oriente

La riunione di Ginevra si svolge proprio durante una pericolosa e preoccupante escalation di violenza in Medio Oriente Keystone

Israele ha chiesto l'annullamento della conferenza prevista mercoledì a Ginevra sull'applicazione della quarta Convenzione di Ginevra nei Territori.

La riunione si farà

Israele ha chiesto l’annullamento della conferenza prevista mercoledì a Ginevra sull’applicazione della quarta Convenzione di Ginevra nei Territori palestinesi. La Svizzera ha annunciato che la riunione sarà mantenuta.

La portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), Muriel Berset Kohen, ha detto che l’ambasciatore israeliano a Ginevra Yaakov Levy ha chiesto che la conferenza fosse annullata in seguito agli attentati terroristici a Gerusalemme e Haifa.

«Abbiamo consultato il gruppo dei 25 paesi che hanno preparato la riunione: la risposta alla richiesta israeliana è stata negativa e la conferenza si aprirà dunque come previsto a Ginevra», ha dichiarato la portavoce. Anche i paesi dell’Unione europea si sono opposti ad un annullamento.

La Svizzera ha precisato allo Stato ebraico che non tocca a lei decidere poiché la conferenza è stata invocata da un gran numero di Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra.

Un momento difficile

In seguito agli attentati che hanno colpito Israele lo scorso fine settimana e alle successive rappresaglie dello Stato ebraico, il clima in Medio Oriente si è pericolosamente surriscaldato.

Mercoledì, nella città di Calvino, è in programma la Conferenza sull’applicazione della quarta Convenzione di Ginevra nei territori occupati organizzata dalla Svizzera, paese depositario delle Convenzioni, su richiesta dell’Assemblea generale dell’Onu.

Convocata lo scorso mese è stata comunque boicottata da Israele e Stati Uniti fin dall’annuncio del suo svolgimento. Sarà presieduta dall’ambasciatore elvetico Peter Maurer. Obiettivo della riunione, cui sono stati invitati i rappresentanti dei 189 paesi firmatari della Convenzione, è di adottare una dichiarazione, negoziata in anticipo, sull’applicazione e sul rispetto del testo nei territori occupati.

L’incontro dovrebbe durare poche ore e svolgersi a porte chiuse. Ma la tragica attualità del Medio oriente potrebbe modificare il programma. «Non sono escluse ripercussioni degli eventi in medio oriente», ha detto all’ats il vicecapo dell’informazione del Dipartimento federale degli affari esteri Daniel Haener.

Secondo fonti diplomatiche, una reazione potrebbe venire da alcuni paesi arabi pronti a radicalizzare il contenuto del progetto di dichiarazione finale. La Svizzera si augura che la conferenza non sia politicizzata e che ci si limiti all’applicazione del diritto umanitario.

Il gruppo per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha chiesto che la Conferenza si pronunci per l’invio di osservatori internazionali nei territori.

Una Conferenza simile a quella in programma domani si era svolta a Ginevra nel luglio 1999, ma era stata aggiornata dopo soli 17 minuti, paradossalmente per dare una chance alla pace. Le quattro Convenzioni di Ginevra sono state adottate nel 1949. La quarta è lo strumento del diritto umanitario internazionale che protegge i civili in territorio occupato.

La comunità internazionale ritiene che essa si applichi nei territori palestinesi occupati. Lo Stato d’Israele, che ha ratificato la quarta Convenzione nel 1951, ritiene invece che il testo non sia pertinente alla situazione, poichè -sostiene- non si tratta di territori occupati bensì contesi.

Pressioni svizzere sugli Stati Uniti

La Svizzera, per voce del segretario di stato Franz von Däniken, ha cercato di convincere gli Stati Uniti a non boicottare la conferenza.

Nel corso del colloquio di lunedì con il sottosegretario di stato americano, Marc Grossman, von Däniken ha cercato di spiegare la posizione elvetica e di convincere gli Stati Uniti a rivedere la loro posizione come ha fatto per esempio il Canada che ha adesso deciso di aderire all’incontro. “Gli americani hanno un interesse a partecipare, ha precisato il segretario di stato, soprattutto alla luce dell’alleanza che hanno creato con i paesi arabi nella lotta al terrorismo”.

Parlando degli avvenimenti degli ultimi giorni in Medio Oriente, von Däniken ha ribadito che il diritto umanitario va salvaguardato anche in questa particolare e difficile situazione. Interpellato sulla risposta militare israeliana agli attentati del fine settimana, il rappresentante elvetico ha rilevato che queste azioni possono essere giustificate a due condizioni: se si proteggono i civili e se non sono sproporzionate.

Per il segretario di stato svizzero, gli Stati Uniti sono l’unico paese ad avere in questo momento il peso per far pressione sulle due parti in causa per far ripartire il processo di pace.

swissinfo e agenzie

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