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Conflitto di interessi nella stanza dei bottoni

Christoph Blocher ha diretto per oltre 20 anni gli stabilimenti della Ems-Chemie Keystone

L’elezione del primo miliardario nel governo svizzero, Christoph Blocher, potrebbe creare un conflitto di interessi.

Il leader dell’UDC ha infatti abbandonato le sue funzioni dirigenziali, ma non vuole sbarazzarsi subito del capitale azionario della sua Ems-Chemie.

Per oltre una decina d’anni Christoph Blocher aveva guidato l’UDC al successo, attaccando duramente la politica dei membri del governo svizzero.

A più riprese, aveva ha definito “incapace” il Consiglio federale e aveva criticato gli intrecci tra mondo politico e ambienti economici.

Eletto in governo lo scorso 10 dicembre, l’uomo più discusso della Svizzera era quindi destinato a diventare anche l’uomo più sorvegliato della Svizzera, prima ancora dell’inizio delle sue attività il 1° gennaio 2004.

Il miliardario zurighese non poteva quindi che sollevare un nuovo “polverone”, annunciando di voler cedere soltanto nel corso dell’anno prossimo ai suoi figli il capitale azionario del gruppo Ems-Chemie.

Nei mesi scorsi, Blocher aveva palesato la chiara intenzione di separarsi rapidamente dalla sua maggioranza azionaria del 72%, corrispondente a quasi 2 miliardi di franchi.

Ora, per ragioni apparentemente fiscali, Blocher sta cercando di guadagnar tempo.

Blocher come Berlusconi?

In Svizzera si cominciano così a tracciare dei paralleli con il presidente del Consiglio italiano, a cui Blocher veniva già accostato per alcuni aspetti della sua carriera e delle sue visioni politiche.

Prima della sua elezione a capo del governo italiano, Silvio Berlusconi aveva promesso di voler risolvere con una legge ogni conflitto d’interesse entro 100 giorni. Due anni e mezzo dopo, il testo di legge si trascina ancora nei corridoi del governo o del parlamento.

I due casi, almeno finora, sono comunque difficilmente paragonabili. Anche perché il margine di manovra politica di Blocher, quale futuro ministro di giustizia e polizia, rimane alquanto limitato rispetto al dominio di “Sua Emittenza” su governo e parlamento italiano.

Ancora più ridotto il potere economico di Blocher: con un fatturato di poco più di 1 miliardo di franchi la Ems-Chemie svolge un ruolo secondario anche tra le grandi aziende svizzere. Berlusconi viene invece considerato l’uomo più ricco d’Italia e uno dei 30 più ricchi del mondo.

Inoltre, l’azienda di Blocher produce soprattutto materie polimeriche (plastica), mentre il capo del governo italiano dispone quasi di un monopolio in alcuni settori, come i media e la pubblicità, estremamente delicati per il rispetto delle regole democratiche.

Ricusazione in caso di interessi personali

Nel caso Blocher il rischio di un conflitto di interessi concerne soltanto il capitale azionario rimasto nelle sue mani. Le decisioni politiche di un ministro possono infatti influire sulle quotazioni dei titoli in suo possesso.

“In Svizzera, la legge non vieta di per sé ai consiglieri federali di amministrare un proprio patrimonio, come qualsiasi cittadino” ricorda però Hansruedi Moser, portavoce della Cancelleria federale.

“Due anni fa, diverse personalità pubbliche avevano reso noto di aver subito delle perdite in seguito al crollo delle quotazioni di Swissair”. E tra questi, anche l’allora ministro dell’economia Pascal Couchepin, che aveva ammesso di aver perso 150’000 franchi!

“Al momento della sua elezione, nel 1989, Kaspar Villiger aveva subito venduto al fratello le sue partecipazioni nell’azienda famigliare di sigari e biciclette. Non sappiamo però come abbia poi investito questo patrimonio” aggiunge Hansruedi Moser.

Secondo la Legge sull’organizzazione del governo, i ministri si devono comunque ricusare – ossia devono rinunciare alle loro funzioni – in qualsiasi affare in cui “abbiano un interesse personale diretto”.

Ostacolo al funzionamento del governo

Dal profilo giuridico rimane quindi da definire cosa si intende per interesse personale diretto.

“Effettivamente la legge non definisce a partire da che importo si deve parlare di interessi personali diretti. In casi dubbi, un ministro deve informare apertamente i suoi colleghi e spetta poi a tutto il collegio prendere una decisione” ritiene Thomas Sägesser, capo del servizio giuridico della Cancelleria federale.

“Il principio della ricusazione va però limitato nella misura del possibile, perché altrimenti si rischia di pregiudicare il funzionamento del governo” aggiunge Sägesser.

In tal senso, secondo il giurista, la proprietà di un capitale di maggioranza di una grande azienda rimane in ogni caso problematica. “Una grande azienda, come Ems o Swisscom, è regolarmente toccata dalle decisioni economiche del governo”.

Mezzo consigliere federale

A prescindere dalla sua valenza giuridica, l’intenzione di Blocher di mantenere ancora per alcuni mesi il suo pacchetto di 2 miliardi viene considerata da più parti politicamente insostenibile.

E questo anche se il neoeletto ministro ha già abbandonato tutte le sue funzioni dirigenziali all’interno di Ems-Chemie – come richiesto dalla legge, che vieta l’esercizio di altre cariche pubbliche o private ai consiglieri federali.

Secondo lo specialista di politica e di comunicazione, Iwan Rickenbacher, al miliardario zurighese si può solo consigliare di “cedere al più presto ogni partecipazione presso Ems-Chemie”.

Di parere uguale anche Peter Ulrich, docente di etica economica presso l’Università di San Gallo: “Christoph Blocher sa benissimo che la popolazione non vuole avere mezzo consigliere federale. Ci si aspetta da lui, che si consacri interamente alle sue funzioni pubbliche e non che continui ad occuparsi per metà dei suoi interessi privati”.

Secondo Ulrich, la “questione dell’integrità personale dei consiglieri federali è diventata ancora più importante da quando, dopo l’elezione di Christoph Blocher e Hans-Rudolf Merz, i rappresentanti dell’economia privata sono rappresentati in modo sproporzionato in governo”.

swissinfo, Gabriele Ochsenbein e Armando Mombelli

Christoph Blocher assumerà le funzioni di consigliere federale dal 1° gennaio 2004.
Il miliardario zurighese possiede il 72% delle azioni di Ems-Chemie.
Un pacchetto equivalente ad oltre 1,8 miliardi di franchi.
Blocher intende cedere i suoi titoli solo l’anno prossimo.
Ha invece già abbandonato le sue funzioni dirigenziali all’interno dell’azienda.

In Svizzera la questione del conflitto di interessi viene regolata dalla Legge federale sull’organizzazione del governo.

Secondo l’art. 20, “I membri del Consiglio federale si ricusano in qualsiasi affare in cui abbiano un interesse personale diretto”.

In virtù dell’art. 60: “I membri del Consiglio federale non possono ricoprire alcuna altra carica al servizio della Confederazione o di un Cantone, né esercitare un’altra professione o un’industria”.

Anche in Germania, i membri del governo non possono esercitare altre attività professionali o lucrative, ma sono autorizzati a detenere titoli.

In Francia, i ministri sono inoltre tenuti a comunicare i loro averi personali.

In Italia, il presidente del Consiglio ha promesso oltre due anni fa la promulgazione di una legge per regolare la questione del conflitto di interessi.

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