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Consiglio dei diritti umani al varo

Kofi Annan e Micheline Calmy-Rey alla prima seduta del Consiglio dei diritti umani Keystone

La ministra degli esteri elvetica e il segretario generale dell'Onu hanno aperto lunedì a Ginevra la prima seduta di lavoro del nuovo Consiglio dei diritti umani.

Micheline Calmy-Rey ha parlato di «un progresso notevole» per i diritti umani. Kofi Annan ha chiesto di non sprecare l’opportunità di miglioramento offerta dal Consiglio.

Il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani rappresenta un progresso notevole, ha dichiarato lunedì a Ginevra la consigliera federale Micheline Calmy-Rey, durante la cerimonia di apertura alla presenza del segretario generale Kofi Annan.

La responsabile della diplomazia elvetica si augura che il nuovo organismo – alla cui costituzione la Svizzera ha fornito un contributo di rilievo – sia all’altezza delle sue ambizioni.

«Sapere che l’Onu, pilastro universale della pace e della sicurezza internazionale, può riformarsi e dare vita a qualcosa di migliore suscita un’immensa speranza», ha affermato Micheline Calmy-Rey. Il fatto che il nuovo organismo Onu si sia istallato a Ginevra, «rafforza il ruolo della città quale capitale delle attività umanitarie e dei diritti umani».

Stando alla consigliera federale, ora tocca alla comunità internazionale riempire di contenuti il nuovo Consiglio dei diritti umani. Sarà un’impresa ardua, ha ammesso la ministra, «ma io credo fermamente che sia possibile creare un quadro di dialogo e non di confronto sistematico».

Per la Svizzera, essere membro del Consiglio significa assumersi nuove responsabilità. Micheline Calmy-Rey ha affermato che il paese cercherà il modo di coinvolgere le Organizzazioni non governative nelle discussioni. La ministra ha poi accennato alla difesa dei diritti dei popoli autoctoni e delle donne e al rispetto dei diritti umani nella lotta al terrorismo.

Il monito di Annan

Anche Kofi Annan, nel suo discorso, ha sottolineato l’importanza del Consiglio, che inaugura «una nuova era per l’impegno delle Nazioni unite nei confronti dei diritti umani».

Nato dalle ceneri di un’inefficace e poco credibile Commissione dei diritti umani, il Consiglio dovrà fare in modo che la qualità del suo lavoro «si distanzi nettamente da quella dell’organo che l’ha preceduto».

Il segretario delle Nazioni unite ha poi invitato gli astanti a non «imbarcarsi in incontri di pugilato politico e a non lasciarsi andare a basse manovre».

«Il Consiglio», ha aggiunto Annan, «può donare all’Onu e all’umanità l’occasione di riprendere la lotta in favore dei diritti umani con rinnovato vigore. Non permettete che questa opportunità venga sprecata».

In attesa degli Stati uniti

La defunta Commissione dei diritti umani non godeva di fiducia, perché al suo interno sedevano paesi notoriamente poco rispettosi dei diritti che avrebbero dovuto difendere.

Le sessioni terminavano spesso con uno sterile confronto tra Stati uniti e Cina. Quest’ultima riusciva sempre ad evitare una condanna.

Il Consiglio dei diritti umani non dovrebbe suscitare le accuse di selettività rivolte in passato alla Commissione. Tra le innovazioni più importanti c’è la verifica regolare del rispetto dei diritti umani nei paesi membri dell’Onu. La prima sessione, che si concluderà il 30 giugno, dovrebbe servire a mettere a punto gli strumenti di lavoro del nuovo organo.

Gli Stati uniti – che hanno deciso di non partecipare al Consiglio dei diritti umani almeno per il primo anno della sua esistenza – sono i grandi assenti. Il Consiglio è giudicato ancora troppo debole da Washington, che chiedeva un organo con più potere.

swissinfo e agenzie

L’ambasciatore messicano Luis Alfonso de Alba, a Ginevra dal marzo del 2004, è stato eletto alla presidenza del Consiglio dei diritti umani per un anno.

L’ambasciatore svizzero all’Onu di Ginevra, Blaise Godet, è stato nominato – sempre per la durata di un anno – ad uno dei quattro posti di vicepresidente. Godet è uno dei rappresentanti dei sette paesi occidentali che siedono nel Consiglio dei diritti umani.

L’elezione dei 47 paesi membri da parte dell’Assemblea generale dell’Onu è avvenuta il 9 maggio 2006. Tra gli eletti per tre anni figura la Svizzera.

Il nuovo organo dipende direttamente dall’Assemblea generale dell’Onu.

I paesi membri sono 47. Ogni anno, il Consiglio viene parzialmente rinnovato. Per un’elezione è necessario ottenere la maggioranza assoluta dell’Assemblea generale. Il mandato – che può essere ottenuto consecutivamente solo due volte – ha una durata di tre anni.

Il Consiglio dei diritti umani è un organo permanente. Si riunisce almeno tre volte l’anno, per una durata totale minima di 10 settimane.

Il suo compito principale è di procedere ad un esame periodico delle politiche in materia di diritti umani dei 191 Stati membri dell’Onu.

Con una maggioranza di due terzi, l’Assemblea generale dell’Onu può sospendere il diritto di sedere nel Consiglio ai paesi colpevoli di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani.

Gli Stati eletti nel Consiglio si impegnano ad osservare norme severe in materia di diritti umani.

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