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La Svizzera è nel Consiglio dei diritti umani

L'Assemblea generale dell'ONU ha riconosciuto l'impegno elvetico per il Consiglio dei diritti umani Keystone

Con 140 voti su 191, la Confederazione è stata scelta dall'Assemblea generale dell'ONU per far parte del nuovo Consiglio dei diritti umani.

Il Dipartimento degli esteri elvetico giudica l’elezione «un altro successo della politica estera svizzera». Per molti versi, il Consiglio è il frutto di un’iniziativa della Confederazione.

Dopo aver contribuito in modo decisivo alla sua nascita – il progetto è stato elaborato dall’esperto svizzero Walter Kälin – la Svizzera farà parte del nuovo Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite. È stata eletta al primo turno di consultazione dall’Assemblea generale dell’Onu, riunita a New York. Alla Confederazione sono andati 140 voti su 191.

«È una conferma del lavoro svolto dalla Svizzera in seno alle Nazioni unite», ha commentato Peter Maurer, ambasciatore svizzero all’Onu (New York).

A swissinfo, Maurer ha dichiarato che questo è il più importante successo elvetico dal 2002, anno in cui la Svizzera ha aderito all’Onu. «Abbiamo avuto altri svizzeri eletti in organi dell’Onu, ma ritengo che questa elezione sia la più importante. Riguarda un ambito chiave delle attività onusiane».

Per Ulrich Lehner, uno dei responsabile della Direzione elvetica dello sviluppo e la cooperazione, il voto è anche un compito assegnato alla Svizzera: il paese deve continuare ad impegnarsi con tutte le sue forze per i diritti umani e contribuire a rendere il nuovo Consiglio efficiente e trasparente.

Sono stati eletti anche altri sei candidati del «gruppo occidentale». Il risultato migliore è stato ottenuto dalla Germania con 164 voti. Gli altri eletti sono Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Paesi Bassi e Canada.

Sono rimasti fuori dai 7 seggi che spettavano al «gruppo occidentale» Grecia e Portogallo. In totale, il Consiglio dei diritti umani conta 47 seggi, per i quali si erano candidati 64 Stati.

La Svizzera farà parte del Consiglio per l’intera durata del primo mandato, ossia tre anni. Il sistema di rotazione previsto per il Consiglio prevede che un terzo dei 47 membri siano rimpiazzati nel corso del mandato: 13 Stati devono cedere il loro posto dopo un anno e altri 13 dopo due. Per decidere quali paesi saranno rimpiazzati è stato effettuato, come da regolamento, un sorteggio, che, come detto, è stato favorevole alla Confederazione.

Anche paesi «non» modello

Il Consiglio dei diritti umani, nato il 15 marzo 2006 da un’idea svizzera, è stato concepito per sostituire la discreditata Commissione per i diritti umani. Tra le critiche volte alla Commissione c’era quella di accogliere tra i suoi membri anche paesi che si macchiavano ripetutamente di violazioni dei diritti umani.

Ma tra i paesi eletti martedì dall’Assemblea generale nel nuovo Consiglio dei diritti umani, ci sono dei nomi che potrebbero suscitare qualche perplessità: Cuba, Arabia Saudita, Cina e Pakistan, paesi non sempre additati a modello quanto a rispetto dei diritti umani.

Gli Stati Uniti non erano in corsa, convinti che il nuovo Consiglio non offra garanzie sufficienti. Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan si era detto «deluso» della decisione americana.

Un nuovo inizio

Anche se ci sono delle ombre sul risultato, gli attivisti per i diritti umani sono concordi con Annan: per l’Onu, questa «é l’occasione di un nuovo inizio».

Kenneth Roth, direttore newyorchese di Human Rights Watch, aveva pronosticato alla vigilia del voto che, anche con paesi come Cuba, il nuovo Consiglio sarebbe stato «significativamente meglio» della Commissione che ha cessato di esistere in marzo. Questo per le regole di voto più severe e per un processo di revisione tra gruppi regionali che ha impedito ai peggiori violatori di presentarsi.

swissinfo e agenzie

L’idea di un Consiglio dei diritti umani è stata lanciata a Ginevra, nel marzo del 2003, dalla ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey.

Il governo svizzero ha affidato a Walter Kälin, esperto di diritto umanitario internazionale, il compito di elaborare un progetto in questo senso.

A sua volta Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni unite, ha proposto l’istituzione di un Consiglio dei diritti umani nel marzo del 2005.

Il 16 marzo 2006, l’Assemblea generale dell’Onu ha deciso di sostituire la Commissione per i diritti umani, creata nel 1946, con un Consiglio dei diritti umani.

La sede del Consiglio, che si riunirà per la prima volta il 19 giugno, è Ginevra.

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