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Foreste: l’esempio dei “Bäuert”

Boschi e pascoli nei dintorni di Boltigen: gestiti e difesi a livello molto, molto locale swissinfo.ch

Nelle Alpi bernesi, gestione e salvaguardia dei boschi sono nelle mani di tradizionali comunità locali. Un modello di successo, piuttosto diffuso nelle Alpi, visitato alcuni giorni fa da numerosi esperti internazionali.

Intanto, lunedì a Ginevra, si apre il quarto Forum delle Nazioni Unite sulle foreste.

“Eccoci in un’area molto discosta, lontano dai governi…”, esordisce Beat Stucki, consulente forestale e membro della comunità Adlemsried di Boltigen, villaggio di 1’500 abitanti nel canton Berna.

“Lontano dai governi…”, come dire rilassiamoci e cerchiamo di capirci, al di là delle difficoltà ad ottenere impegni concreti da parte degli Stati verso uno sfruttamento sostenibile delle risorse forestali del pianeta.

A 1’300 metri sul livello del mare, tra pascoli e stalle, Beat Stucki si rivolge alla cinquantina di esperti provenienti da tutto il mondo che si sono interessati ai “Bäuert”, gli antichi organi locali di gestione delle foreste.

La foresta cresce

”I Bäuert sono paragonabili a dei piccoli comuni nel comune”, spiega Stephan Werndli, presidente di Adlemsried.

“Sono nati ai tempi dei romani e, con il passare dei secoli, hanno ceduto sempre più competenze ai moderni comuni politici: ma hanno mantenuto la gestione dei boschi e dei pascoli”, prosegue.

L’obiettivo dei “Bäuert” è di preservare il loro territorio, organizzandone cura e sfruttamento in modo sostenibile.

A Boltigen esistono otto comunità del genere. Quella di Adlemsried si estende su circa 350 ettari.

E, mentre nelle regioni tropicali scompare ogni giorno una superficie forestale pari a 25’000 campi da calcio, quassù le conifere stanno riconquistando del territorio.

Democrazia primitiva

In gran parte, il disboscamento eccessivo nel sud del mondo può essere spiegato con ragioni economiche e sociali.

Tuttavia, secondo molti esperti, una politica forestale simile a quella elvetica, decentralizzata ma guidata da un rigoroso quadro legale federale, potrebbe contribuire a frenarlo.

“I membri della nostra comunità vivono sul terreno che sono chiamati a gestire”, rileva Stephan Werndli. “Sentiamo quindi sulla nostra pelle vantaggi e svantaggi di uno sfruttamento esagerato del bosco”.

L’appartenenza al “Bäuert” di Adlemsried è infatti legata alla proprietà di una casa nel suo territorio. Hai un immobile? Sei automaticamente membro. Lo vendi? Non lo sei più.

L’assemblea dei membri, il “legislativo”, decide poi come utilizzare i pascoli e quanto legname tagliare. Il tutto sulla base della consulenza costante degli ispettori forestali del canton Berna e della pianificazione territoriale cantonale.

“Non è praticamente possibile tagliare degli alberi senza l’avallo degli ispettori”, aggiunge Werndli.

A Ginevra, solo parole?

Strutture del genere sono ancora molto diffuse nei cantoni di montagna. Nella Svizzera italiana qualcosa di simile è rappresentato dai patriziati.

“Ma non si tratta di una prerogativa svizzera”, mi fa notare un partecipante brasiliano all’escursione. “Si tratta di sistemi di gestione locale diffusi in molti paesi”.

“Certo”, conferma il professore olandese Wouter Leen Hijweege, attivo principalmente in Ghana ed in Nepal. “Spesso il problema è tuttavia costituito dall’assenza di quadri legali chiari e coerentemente applicati a difesa delle foreste”.

Hijweege giudica tuttavia incoraggiante l’evoluzione. “Molti paesi stanno sviluppando delle politiche nazionali di protezione forestale. Una tendenza incentivata anche dal Forum delle Nazioni Unite sulle foreste”.

Al proposito, l’appuntamento di quest’anno è previsto dal 3 al 14 maggio a Ginevra. Tra le questioni in discussione, la ricerca di criteri ed indicatori comuni per monitorare l’utilizzo del patrimonio verde mondiale.

Ma, in molti, permane lo scetticismo. “Non mi aspetto molto dal Forum”, commenta Togu Manurung, direttore di un’ONG indonesiana.

“Sono solo parole. Intanto, nelle foreste indonesiane, la situazione reale continua a peggiorare…”

swissinfo, Marzio Pescia, Boltigen

Nelle regioni tropicali scompare ogni giorno una superficie forestale pari a 25’000 campi da calcio;
La politica decentralizzata svizzera viene vista come un modello per la salvaguardia delle foreste.

La piattaforma globale per discutere di politica forestale è rappresentata dall’United Nations Forum on Forests (UNFF), un’istituzione con un mandato limitato a 5 anni che scadrà nel 2005.

L’ultima conferenza dell’UNFF si svolgerà l’anno prossimo a New York.

Gli obiettivi dell’UNFF sono essenzialmente lo scambio d’informazioni tra i diversi Stati e l’implementazione di politiche forestali nazionali, secondo i concetti sviluppati dalla Conferenza di Rio nel 1992.

Il forum di quest’anno, il quarto della serie, si svolge a Ginevra dal 3 al 14 maggio.

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