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Dalle acque luride un rimedio contro l’Alzheimer

La sostanza del cianobatterio Nostoc78-12A è stata isolata nei laboratori di Zurigo (Karl Gademann) K. Gademann

Nelle canalizzazioni delle acque di scarico, i ricercatori svizzeri hanno trovato una sostanza che potrebbe servire nella lotta contro la malattia di Alzheimer.

La scoperta rappresenta tuttavia soltanto un primo passo. I ricercatori avvertono che per un eventuale medicamento si dovrà ancora attendere diversi anni.

La sostanza in questione è stata brevettata e chiamata «nostocarbolina», dal nome dell’alga blu che la contiene, ossia il cianobatterio Nostoc78-12A.

Esperimenti fatti in laboratorio hanno permesso ai ricercatori dell’Università e del Politecnico di Zurigo di constatare che tale molecola neutralizza l’enzima colinesterasi, che figura fra le concause del morbo d’Alzheimer, la demenza progressiva invalidante senile.

Trovata nelle acque di scarico

Quest’alga blu – come vengono comunemente chiamati i cianobatteri, pur non essendo alghe, ma organismi procarioti che appartengono alla famiglia del fitoplancton – è stata individuata nelle canalizzazioni delle acque luride degli USA.

«Abbiamo svolto un lavoro da certosini: sono centinaia le sostanze che abbiamo estratto e di cui abbiamo verificato gli effetti», indica a swissinfo Karl Gademann, il dottore del Politecnico che ha diretto le ricerche.

Nuove speranze

La scoperta è promettente, ma non significa che si dispone ora di un rimedio contro l’Alzheimer. «Noi ci occupiamo della ricerca di base e quindi il nostro lavoro rappresenta soltanto la prima tappa dell’intero processo», sottolinea Gademann.

Ci vorranno probabilmente ancora anni prima di arrivare a medicinali a base di nostocarbolina, sottolineano in una nota gli autori della ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati alla fine di dicembre sulla rivista scientifica «Journal of Natural Products».

Fondamentale sarà trovare una ditta farmaceutica intenzionata a collaborare e a far avanzare la ricerca. «In seguito, testeremo la sostanza dapprima sui topi e poi sui primati. Al momento, non sappiamo ancora quali possano essere gli effetti collaterali», spiega il ricercatore elvetico.

La sostanza apre comunque la strada a tutta una serie di nuove ricerche. La sua composizione chimica è infatti quasi identica – ad eccezione di un unico atomo di cloro – a quella di una molecola prodotta dal cervello umano.

«Si tratterà di vedere se un atomo in più o in meno in questa sostanza endogena può provocare o al contrario bloccare il morbo d’Alzheimer», dichiara Gademann.

Ecologica e a buon mercato

La nostocarbolina potrebbe inoltre essere usata come erbicida. Il Nostoc78-12A – che come tutti i cianobatteri è capace di fotosintesi – la utilizza infatti per proteggersi da insetti, piccoli gamberi o da altre alghe.

Potrebbe ad esempio venire usata per combattere la proliferazione di alghe in mare, afferma il ricercatore.

I suoi principali vantaggi: si tratta di una sostanza la cui produzione è poco costosa ed è inoltre biodegradabile.

swissinfo

Oltre 24 milioni di persone nel mondo soffrono del morbo di Alzheimer o di disturbi correlati.
Secondo la rivista medica britannica “The Lancet”, questo numero è destinato a raddoppiare ogni 20 anni, siccome si registra un nuovo caso ogni 7 secondi.
In Svizzera, 90’000 persone soffrono di una degenerazione progressiva e ineluttabile del cervello.

Il morbo di Alzheimer è stato descritto per la prima volta nel 1907 da Aloïs Alzheimer.

Si tratta di un processo degenerativo che distrugge le cellule cerebrali e che conduce ad un declino delle facoltà mentali.

La malattia, la cui origine è sconosciuta, provoca perdite di memoria e disturbi all’orientamento.

L’Alzheimer colpisce soprattutto gli anziani: circa l’8% delle persone con più di 65 anni ne soffre.

Esiste tuttavia una forma precoce (10% dei casi) che colpisce la fascia di età tra i 30 e i 50 anni.

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