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Decreto d’accusa contro il senatore Lombardi

Il futuro politico di Filippo Lombardi dipenderà anche dall'esito di queste vicende penali Keystone

Filippo Lombardi rischia una pena pecuniaria di oltre 20'000 franchi e 15 giorni di prigione per violazione delle norme della circolazione e falsità in documenti.

Il senatore ticinese ha annunciato di volersi opporre al decreto d’accusa e preferisce quindi affrontare un processo penale.

La vicenda delle tirature gonfiate del Giornale del Popolo (GdP) e quella dell’incidente della circolazione che ha provocato ad Horgen, nel canton Zurigo, rischiano di costare caro al senatore ticinese Filippo Lombardi.

Martedì il ministero pubblico ticinese ha infatti emesso nei suoi confronti un decreto d’accusa nel quale chiede la revoca della sospensione condizionale a una pena detentiva di 15 giorni pronunciata dalle competenti autorità bernesi nel 2001, una multa effettiva di 3000 franchi e una pena pecuniaria per un totale di 21’600 franchi sospesa condizionalmente per cinque anni.

I fatti incriminati

La Procura pubblica ticinese ritiene che il senatore democristiano (PPD) debba essere condannato per avere guidato “in stato di inattitudine e infrazione alle norme della circolazione”.

Nell’aprile 2005 Lombardi si era infatti messo al volante della sua vettura “con un tasso alcolemico minimo di 0,6 grammi per mille ed in stato di spossatezza” ed aveva poi causato un incidente a Horgen, nel canton Zurigo.

Riguardo alla vicenda del GdP, il Ministero pubblico considera che Lombardi sia colpevole di falsità in documenti per avere partecipato, in qualità di direttore del quotidiano, a formare, nel 1995, un attestato di tiratura controllata per l’anno 1994, riportante un numero di tirature annuale maggiorato di circa 2000 unità rispetto alla realtà. Nell’inchiesta delle tirature taroccate sono coinvolte dieci persone.

Reazione di Lombardi

In base alla procedura semplificata, il decreto d’accusa è una proposta di pena che cresce in giudicato (diventa effettiva) se l’accusato ne accetta i termini.

Filippo Lombardi ha però deciso di opporvisi e chiede in tal modo che il caso sia affrontato davanti alla Pretura penale.

“Non posso accettare il decreto d’accusa, perché si basa sull’interpretazione del medico legale che ritiene che io avrei guidato in stato di spossatezza e che la causa dell’incidente sarebbe un colpo di sonno”, dice Lombardi a swissinfo. “A questa tesi si oppone quella dei medici che mi hanno in cura e dei periti, che ritengono molto più verisimile una breve sincope di origine cardiaca”. Fra le due tesi opposte spetterà quindi al giudice decidere.

Lombardi sottolinea inoltre di avere già da sé tratto delle conseguenze di quanto accadutogli. Sul piano automobilistico ha infatti volontariamente rinunciato da due anni alla guida di autoveicoli.

Per quanto riguarda il suo futuro politico, ritenendo che vi sia un'”ottima possibilità” che il procedimento si concluda a sua favore, e che quindi non dovrà scontare una pena detentiva, il senatore ha inoltre annunciato che rimane a disposizione del PPD per ricandidarsi al Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento) alle elezioni federali di ottobre.

La posizione del PPD

Dal canto suo, il presidente del PPD svizzero Christophe Darbellay ha indicato che la decisione spetta alla sezione ticinese del partito. Questa, per bocca del capogruppo della frazione PPD al parlamento cantonale Giovanni Jelmini, ha indicato che vuole lasciare al popolo la decisione.

La situazione di Lombardi è nota da tempo, ha indicato Jelmini alla Radio della Svizzera italiana. Di conseguenza, gli elettori ticinesi possono decidere in ottobre con conoscenza di causa se rieleggere Lombardi alla Camera alta.

In caso di rielezione, Lombardi potrebbe restare in funzione durante i quattro anni di legislatura, indipendentemente dall’esito del processo. I vertici del PPD ticinese hanno dunque cambiato posizione, perché in precedenza era stato concordato con Lombardi che in caso di condanna alla prigione egli si sarebbe dimesso.

swissinfo e agenzie

Nel febbraio del 2002 Filippo Lombardi era stato pizzicato a Bodio, in Ticino, mentre viaggiava a una velocità di 69 km/h invece dei 50 km/h autorizzati.

Nell’aprile del 2003 gli era stato ritirata la patente per 22 mesi per avere guidato a 115 km/h invece di 80 km/h e senza patente su una strada del canton Argovia. Questo ritiro della licenza di condurre comprendeva inoltre una serie di quattro infrazioni alla legge sulla circolazione stradale, commesse sull’arco di pochi mesi.

Quattro ritiri della patente gli erano stati inflitti fra il 1978 e il 1999.

Dall’ultimo incidente, avvenuto il 7 aprile del 2005, Lombardi ha annunciato di non volere più guidare.

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