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Detenzione di un negazionista: Ankara protesta

Il ministro degli esteri turco ha criticato la Svizzera per la breve detenzione del nazionalista turco sospettato di negazionismo del genocidio armeno.

Per la legge svizzera, le affermazioni pubbliche di Dogu Perincek, alle manifestazioni per le ricorrenze dell’82° anniversario del Trattato di Losanna, costituiscono un reato.

La questione del riconoscimento del genocidio armeno è già stata fonte di numerosi screzi diplomatici tra Svizzera e Turchia, tra cui anche l’annullamento di una visita ufficiale da parte della ministra degli esteri elvetica in Turchia nel 2003, quando il genocidio armeno è stato ufficialmente riconosciuto in Svizzera.

Dopo diversi altri episodi legati alla controversia, alcuni mesi di calma hanno contraddistinto i rapporti tra Svizzera e Turchia. Ma lunedì sul quotidiano turco Hurriyet il ministro degli esteri Abdullah Gul viene citato con queste parole: «È inaccettabile per noi un trattamento simile nei confronti di un leader politico nazionale. È degno questo di un paese come la Svizzera?»

Breve detenzione

Contro il capo del partito dei lavoratori turchi, Dogu Perincek, il ministero pubblico di Winterthur ha infatti avviato un’indagine.

L’accusa è di aver negato il genocidio armeno del 1915 in una conferenza pubblica tenuta venerdì scorso a Glattbrugg, nel canton Zurigo. Detenuto brevemente, Dogu Perincek, è stato anche interrogato dal giudice istruttore.

“Menzogna imperialista”

In Svizzera per partecipare alle ricorrenze dell’82° anniversario del Trattato di Losanna, Perincek ha ripetuto il suo credo. Ossia che il genocidio in realtà è una «menzogna degli imperialisti».

«Con lo slogan “genocidio degli armeni”, i parlamenti europei adottano decisioni che mirano all’abolizione dello stato nazionale turco», ha esclamato. Un’affermazione che contravviene alla norma antirazzismo e che costituisce un reato per la legislazione elvetica.

L’uomo è già stato denunciato dall’Associazione Svizzera-Armenia (ASA), sempre per negazionismo, dopo un discorso pronunciato il 7 maggio a Losanna. Ora si sta valutando se Perincek abbia violato la norma antirazzismo anche a Winterthur.

Intanto il giudice istruttore di Losanna ha emesso un mandato di comparizione nei riguardi del politico per poterlo interrogare.

Trattato di Losanna

Domenica circa 2000 turchi e 300 curdi hanno commemorato in due distinte manifestazioni a Losanna l’82° anniversario dell’omonimo trattato con cui le grandi potenze europee nel 1923 riconobbero la nuova Repubblica Turca.

Le autorità del capoluogo vodese avevano autorizzato entrambe le manifestazioni a condizione che i gruppi non venissero a contatto. E così è stato. I curdi, insieme ad armeni e assiri, si sono incontrati nel centro città davanti al Palais de Rumine, proprio laddove il 24 luglio 1923 fu firmato il Trattato di Losanna; i turchi invece a Ouchy vicino all’Hotel Beau-Rivage Palace, dove si svolsero i negoziati che portarono all’accordo.

Le manifestazioni si sono svolte sotto stretta ma discreta sorveglianza. La polizia di Losanna, appoggiata dalla cantonale, ha fatto appello ad agenti in vacanza per assicurare il controllo dei due incontri.

Queste celebrazioni hanno avuto come sfondo i negoziati di adesione della Turchia all’Unione europea che inizieranno a ottobre. Alcuni nazionalisti turchi temono che lo Stato turco faccia troppe concessioni sulla questione delle minoranze.


swissinfo e agenzie

Il Trattato di Losanna fu stipulato nel 1923 tra l’assemblea nazionale turca e le grandi potenze europee.

Il Trattato di Losanna definì i confini della giovane repubblica turca, guidata da Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna.

Ebrei, greci e armeni ottennero lo statuto di minoranza, che non veniva però riconosciuto ai curdi perché, secondo i turchi, questa popolazione era musulmana, dispersa in tutto il paese e in gran parte integrata nella società turca.

Tra Berna e Ankara torna la tensione dopo l’interrogatorio di un politico turco da parte della magistratura di Zurigo per sospetta violazione della norma antirazzismo.

Ha definito il genocidio armeno «una menzogna internazionale».

L’interpretazione storica delle cause della morte di 800’000-1’800’000 armeni tra il 1915-1918 è ormai da anni un ostacolo nelle relazione fra Berna e Ankara.

In Svizzera il genocidio armeno è stato riconosciuto ufficialmente dal Consiglio nazionale il 16 dicembre 2003.

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