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Diritti umani: il monito del presidente

Leuenberger: «Dopo aver globalizzato l'economia, si tratta ora di globalizzare la politica» Keystone

«I diritti umani non sono acquisiti una volta per tutte»: con queste Moritz Leuenberger si è rivolto venerdì alla Commissione dei diritti umani. Il presidente della Confederazione ha criticato le tre grandi potenze membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU, Stati Uniti, Russia e Cina. Ma non ha risparmiato neppure la Svizzera.

Leuenberger ha denunciato l’esistenza della pena di morte «ad esempio negli Stati Uniti» e ha affermato che i diritti umani non sono rispettati in Cecenia. Ha poi ricordato che «le misure repressive contro minoranze e comunità religiose rimangono massicce in Cina». Leuenberger ha citato pure le violazioni in atto in Afghanistan, Sudan e Medio Oriente.

Il presidente della Confederazione ha però dato prova anche di autocritica, ricordando che la Svizzera è a volte condannata dalla Corte europea dei diritti umani. «Le si rimproverano casi di discriminazione razziale, disparità salariali fra donne e uomini e il divieto del ricongiungimento famigliare per gli stagionali», ha detto davanti ai 2000 rappresentanti presenti alla Commissione. «Questo dimostra che i diritti e le libertà fondamentali non sono acquisiti una volta per tutte» e che bisogna battersi per la loro applicazione, anche in paesi con una lunga tradizione democratica come la Svizzera.

A suo avviso, questa responsabilità implica l’adozione di misure concrete contro i regimi repressivi. «Dopo aver globalizzato l’economia, si tratta ora di globalizzare la politica», ha detto Leuenberger. Condannare le violazioni non basta, bisogna agire per porvi fine ha aggiunto il presidente della Confederazione elencando una lista d’impegni concreti. Leuenberger ha chiesto ad esempio di rendere concreto il diritto all’alimentazione per tutti, di offrire a tutti i bambini la scolarizzazione, di garantire ai lavoratori un salario decente.

Bisogna inoltre proseguire gli sforzi per annullare il debito dei paesi poveri, applicare gli impegni presi a Kyoto per il clima, promulgare leggi per lottare contro il crimine organizzato e il riciclaggio di denaro sporco. A suo avviso, anche le imprese multinazionali hanno una responsabilità verso le comunità in cui operano.

Leuenberger ha infine auspicato che la Commissione dei diritti umani possa compiere progressi nell’elaborazione di un protocollo addizionale alla Convenzione contro la tortura. Deve inoltre dare un «segnale politico chiaro» in vista delle conferenze mondiali sull’infanzia, a New York, e contro il razzismo, a Durban. In conclusione, il presidente della Confederazione ha reso omaggio a Mary Robinson «per il coraggio e l’impegno in favore dei diritti umani». L’alto commissario dei diritti umani ha annunciato la sua partenza per il 15 settembre.

swissinfo e agenzie

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