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Diritti umani: la Svizzera ci crede ancora

Calmy-Rey invita le Nazioni Unite a cogliere l'attimo Keystone

Micheline Calmy-Rey è convinta che gli USA possano ancora essere persuasi a sostenere il progetto per un nuovo Consiglio ONU dei diritti umani.

La ministra degli esteri si è espressa venerdì a Ginevra, dopo che ad inizio settimana Washington aveva annunciato la sua intenzione di votare contro il nuovo organo.

Calmy-Rey, che giovedì aveva ammesso che Svizzera e Stati Uniti non hanno esattamente la stessa opinione in materia di diritti umani, ha ribadito che la proposta finale è il risultato di un compromesso e non rappresenta quindi la soluzione ideale.

Nel contempo, ha sottolineato che il nuovo organo sarebbe un grande passo in avanti rispetto all’attuale Commissione, da anni ampiamente criticata per non essere riuscita a condannare alcuni tra i paesi che hanno commesso le peggiori infrazioni in materia di diritti umani.

La ministra elvetica teme anche un totale fallimento del progetto qualora il compromesso attualmente sul tavolo non dovesse andare in porto.

“Crediamo che ci sia ancora spazio per la persuasione e che il progetto possa venir adottato nei prossimi giorni”, ha detto la responsabile della diplomazia elvetica, sottolineando come anche gli svizzeri, che avevano lanciato l’idea iniziale per il Consiglio, hanno dovuto accettare dei compromessi.

Calmy-Rey ha segnalato che, nel caso in cui non si riuscisse a trovare rapidamente una soluzione, la 62esima sessione della Commissione ONU dei diritti dell’uomo si aprirebbe, come previsto, il prossimo 13 marzo.

“Inaccettabile”

Lunedì scorso, John Bolton, ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, aveva definito “inaccettabile” la proposta di risoluzione e dichiarato la propria intenzione di bocciarla qualora venisse messa in votazione davanti all’Assemblea generale.

L’amministrazione americana vorrebbe riaprire i negoziati per introdurre delle regole più severe per mantenere fuori dal Consiglio, che sarebbe basato a Ginevra, quei paesi che calpestano i diritti umani.

Il segretario generale dell’ONU Kofi Annan aveva espresso la sua frustrazione avvertendo che l’intero progetto, un elemento chiave della riforma dell’organizzazione mondiale, rischia di sfaldarsi.

“È importante che una decisione sia presa il più presto possibile”, ha dichiarato Annan. “Credo che gli Stati membri debbano trovare una via per risolvere la questione”.

Compromesso

Mercoledì, l’Unione europea (UE) aveva detto di poter accettare il testo quale “compromesso” visto che, secondo l’UE, soddisfa le necessità basilari per un Consiglio dei diritti umani.

Micheline Calmy-Rey aveva sottolineato che, considerato l’importante ruolo attribuito agli USA all’interno dell’ONU, le riserve americane andavano però prese sul serio.

“Il futuro Consiglio non può nascere zavorrato dall’opposizione di un attore così importante”, aveva dichiarato.

Il progetto prevede che l’attuale Commissione di 53 membri venga rimpiazzata da un Consiglio con 47 membri e che questi ultimi vengano eletti a maggioranza assoluta dai 191 membri dell’Assemblea generale.

Il nuovo organismo dovrebbe riunirsi tre volte all’anno per un totale di 10 settimane ed avrebbe la possibilità di svolgere sessioni straordinarie. Nel caso di gravi violazioni dei diritti umani, sarebbe possibile escludere dal Consiglio lo Stato responsabile.

swissinfo, Adam Beaumont e Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

La Commissione dei diritti umani dell’ONU è nata nel 1946 a Ginevra ed è composta da 53 Stati membri nominati da gruppi regionali.
La ministra degli esteri svizzera Micheline Calmy-Rey aveva lanciato l’idea di un Consiglio dei diritti umani nel marzo 2004.
I tratti fondamentali del nuovo organo sono stati elaborati dall’esperto svizzero in materia di diritti umani Walter Kälin.

Le discussioni sul nuovo organo dell’ONU sono nel vivo dall’inizio dell’anno scorso.

L’ONU auspica un accordo finale entro il prossimo 13 marzo, quando dovrebbe aprirsi la sessione annuale della Commissione dei diritti dell’uomo.

Amnesty International e Human Right Watch hanno invitato gli Stati membri a ratificare il testo che giudicano imperfetto ma che, secondo le ONG, rappresenta il miglior compromesso possibile.

Secondo il progetto, i futuri membri del Consiglio dovrebbero illustrarsi con degli elevati standard di rispetto dei diritti umani. La loro posizione andrebbe rivista ogni tre anni. I membri potrebbero essere espulsi dal Consiglio in caso di violazioni “gravi e sistematiche”.

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