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Donne, uomini e tempeste

Luci per segnalare pericolo di tempesta sul lago di Thun swissinfo.ch

Franzi, Gerda, Hanne, Irina: negli ultimi quattro giorni, quattro tempeste invernali hanno attraversato in rapida successione la Svizzera.

Quattro nomi di donna attribuiti dall’Istituto di meteorologia di Berlino. Chi vuole può addirittura dare il proprio nome ad una tempesta.

Nelle tempeste degli ultimi giorni in Svizzera i venti hanno toccato sull’Altopiano valori massimi compresi fra 80 e 100 km/h, ma i danni sono stati molto limitati. Nulla in confronto alla più devastante tempesta invernale Svizzera degli ultimi tempi, “Lothar”, del 26 dicembre 1999.

Se non fosse stato per le associazioni femminili, anche questa tempesta avrebbe potuto avere un nome di donna, ed essere per sempre associata alla morte di una trentina di persone e a danni globali di più di 1 miliardo e mezzo di franchi.

In Europa i nomi dei fenomeni depressionari più rilevanti si alternano per genere, maschile o femminile, di anno in anno. Nel 2004 le possibili tempeste sono tutte donne, l’anno scorso erano uomini. Un “politicamente corretto” ottenuto grazie alle femministe.

Donne furiose

Il servizio meteorologico statunitense cominciò a dare un nome ai tifoni durante la seconda guerra mondiale per avere un’idea più precisa della situazione meteorologica, specialmente quando si susseguivano più tifoni uno dopo l’altro.

Prima del 1979 i meteorologi americani (uomini), davano solo nomi di donna a tifoni, uragani e tempeste. Nel 1979, in seguito alle proteste delle associazioni femminili, si cominciò ad alternare anche con nomi maschili.

Giustamente le associazioni vedevano probabilmente in questa pratica di designare come donna i fenomeni depressivi distruttivi un segno di discriminazione.

Un’idea molto radicata nel subconscio della nostra cultura occidentale è infatti quella della donna collerica, incontrollabile. Le donne insomma che diventano “isteriche”, proprio come le famose “furie” della mitologia greca.

Solo i più forti hanno un nome

In America l’alternanza di nomi in ordine alfabetico avviene oggi all’interno dello stesso anno: così ad esempio nel 2004 a Frank succede Georgette, seguito da Howard e da Isis. La lista viene compilata per 6 anni di seguito e poi si ricomincia.

“Solo quando un uragano o un tifone ha raggiunto la forza massima, diventando distruttivo, il nome ad esso associato viene addirittura tolto dalla lista e non può più essere ripetuto”, ci spiega il meteorologo di MeteoSvizzera Fosco Spinedi. Ecco come ad esempio l’uragano “Andrew” si è guadagnato la sua triste notorietà.

Dopo aver colpito le Bahamas l’uragano spazzò la Florida nell’agosto del 1992, provocando danni per circa 25 miliardi di dollari: il più costoso disastro naturale nella storia degli Stati Uniti.

Nomi teutonici

In Svizzera, come nel resto del continente europeo, per le tempeste usiamo nomi tedeschi, provenienti dall’Istituto meteorologico di Berlino, che ha cominciato a dare nomi dal 1954. Le liste “politicamente corrette” sono arrivate però solo nel 1998.

Con le tempeste “Vivian” e “Wiebke”, molto seguite dai media in Germania, il pubblico si rese conto per la prima volta della pratica di dare esclusivamente nomi femminili. E giustizia sui battesimi di tempeste fu fatta.

Comunque anche in Europa ai fenomeni depressivi viene assegnato un nome solo se raggiungono una certa potenza, con venti forti e precipitazioni.

Dare il proprio nome ad una tempesta o ad un’alta pressione

Sul sito dell’Istituto meteorologico dell’Università di Berlino, che insieme all’Istituto meteorologico statunitense è il solo al mondo a battezzare le tempeste, è possibile “comprare” un nome.

199 euro per una tempesta, 299 euro per un’alta pressione (il tempo bello). Il ricavato va alla ricerca meteorologica. Proprio per donare qualcosa all’Università di Berlino, il dottor Aldo Martinelli di Interlaken quest’anno ha fatto battezzare un’alta pressione “Aldo”.

“Sono appassionato di vela e per me le previsioni meteorologiche, specialmente la forza dei venti, sono qualcosa di importante”, spiega a swissinfo.“ Ho pensato che fosse un bel modo per cominciare l’anno”.

Al dottor Martinelli non resta ora che sperare che l’alta pressione a lui associata non provochi troppo caldo, come è stato il caso l’estate scorsa. A parte i danni della siccità, sicuramente vorrà che “Aldo” gli porti almeno un po’ di vento, per veleggiare sul lago di Thun.

swissinfo, Raffaella Rossello

Le ultime tempeste invernali non hanno causato gravi danni in Svizzera.
Lothar, che investì la Svizzera alla fine di dicembre del 1999 provocò invece la morte di 14 persone.
Altre 15 morirono nei lavori di bonifica.
I danni globali sono valutati a 1,78 miliardi di franchi.

I nomi di tempeste e uragani sono dati dagli istituti metereologici degli Stati Uniti, per i fenomeni atlantici e del Pacifico, e dalla Germania per quelli che interessano il continente europeo.

Per molti anni le tempeste avevano solo nomi femminili: poi si fece giustizia su questo tipo di sessismo.

All’Istituto metereologico tedesco, per 199 euro si può “comprare” il nome di una tempesta. Il costo di un’alta pressione è di 299 euro.

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