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Doris Leuthard fa progredire le relazioni con gli USA

Doris Leuthard vuole rafforzare gli scambi economici con gli Stati uniti Keystone

In mancanza di un accordo di libero scambio, la ministra elvetica dell'economia difende l'utilità del forum di cooperazione tra Svizzera e Stati uniti aperto lo scorso anno.

Stando a Doris Leuthard, presente a Davos, si tratta di una soluzione promettente, che raccoglie l’approvazione delle imprese.

Un anno dopo l’abbandono del progetto di accordo di libero scambio, sostituito da una soluzione «light», la ministra dell’economia ha incontrato giovedì a Davos, in margine al Forum economico mondiale, la sua omologa statunitense Susan Schwab e ha discusso con i rappresentanti degli ambienti economici dei due paesi.

swissinfo: A che punto sono i lavori del forum di cooperazione americano-svizzero per il commercio e gli investimenti?

Doris Leuthard: Il forum è nato in maggio. Siamo dunque all’inizio dei negoziati. Durante la mia visita a Washington, lo scorso dicembre, abbiamo focalizzato l’attenzione su tre temi che ora sono in fase di consolidamento.

Si tratta del commercio elettronico, della proprietà intellettuale e di alcuni settori dell’agricoltura. Spero che si arrivi a dei risultati concreti già quest’anno.

swissinfo: Si può già misurare l’impatto del forum sulla Svizzera?

D.L.: Gli USA sono il primo degli investitori stranieri in Svizzera. Con il forum siamo in contatto permanente.

Con queste premesse possiamo tematizzare i problemi che le aziende ci sottopongono al di qua e al di là dell’Atlantico. E questo è un aiuto concreto.

swissinfo: Per essere ancora più concreti, è possibile fare delle cifre per quanto riguarda le ricadute del forum su scambi e investimenti?

D.L.: È molto difficile. Se un’azienda statunitense apre una sede in Svizzera, è difficile pretendere che il forum abbia influenzato in modo decisivo questa scelta.

Ma stando a quanto dicono gli imprenditori, i contatti presi a livello politico li aiutano a risolvere determinati problemi. A volte si rivelano addirittura decisivi per impiantarsi nell’uno o nell’altro paese.

Ad ogni modo, ciò che si può misurare sono i posti di lavoro. E in questo campo le cifre sono piuttosto buone. È un segno dell’utilità del forum per migliorare le condizioni economiche.

swissinfo: In realtà, questo non è un modo per andare lentamente verso un accordo di libero scambio?

D.L.: Il governo ha preso la sua decisione. Cambiarla non è possibile e io mi concentro sul forum.

Bisogna ascoltare le imprese che erano contrarie ad un accordo di libero scambio. Ma noi e gli Stati uniti abbiamo degli interessi comuni.

L’assenza di un accordo blocca alcuni settori della nostra economia. È per questo che lavoro in maniera settoriale.

Detto questo, il sistema multilaterale è necessario, perché offre a tutti le stesse condizioni quadro.

swissinfo: La nuova maggioranza democratica al Congresso statunitense influenzerà le relazioni economiche tra i due paesi?

D.L.: Dare un giudizio è difficile. In dicembre, ho avuto l’occasione di parlare con diversi nuovi membri della camera e del senato.

In generale, i democratici non sono veramente favorevoli al multilateralismo. Ritengono che sia più importante concentrarsi sugli standard (sociali, ambientali e altri, ndr.).

Noi, dal canto nostro, vogliamo un sistema che privilegi l’accesso al mercato. Un accesso in seguito legato a condizioni e regolamenti fondati su questi standard.

Abbiamo quindi delle visioni un po’ diverse. Ma spero che i democratici tengano in considerazione il fatto che per gli Stati uniti è molto importante dare dei segnali positivi al mondo.

Questo perché il multilateralismo – il ciclo di Doha (Organizzazione mondiale del commercio – OMC) – è direttamente legato alla giustizia e alla solidarietà con i paesi non sviluppati.

swissinfo: Sabato a Davos ci sarà una riunione ministeriale dei membri dell’OMC. È la prima da luglio e i negoziati sono in una fase di stallo. Qual è la sua previsione per i prossimi mesi?

D.L.: Sabato ne sapremo di più. La pressione sugli Stati uniti, il Brasile, l’India e l’Unione europea sarà relativamente forte.

La Svizzera è pronta a negoziare, a mostrarsi più flessibile. Ma c’è bisogno che tutti si diano una mossa. Tutti dovranno dare prova di un minimo di flessibilità. In caso contrario, le difficoltà continueranno a persistere.

Intervista swissinfo, Pierre-François Besson, Davos
(traduzione, Doris Lucini)

Gli Stati uniti rappresentano per la Svizzera il secondo mercato d’esportazione (primo: Unione europea).
Nel 2005, le esportazioni elvetiche verso gli USA, hanno raggiunto un valore di 16,1 miliardi di franchi.
Negli USA arriva la maggior parte degli investimenti svizzeri all’estero, ovvero 86 miliardi di franchi.
La Svizzera è il 17esimo mercato d’esportazione degli USA: 10,7 miliardi di franchi.

Nel giugno del 2005, il governo svizzero ha annunciato l’inizio di una fase di colloqui preliminari volti a preparare un accordo di libero scambio con gli Stati uniti.

Scontrandosi soprattutto sulla questione agricola, i due paesi hanno congelato l’idea di un accordo di libero scambio globale all’inizio del 2006.

Tuttavia, poco dopo, nel corso del WEF, hanno annunciato la creazione di un forum di cooperazione portante sul commercio e gli investimenti.

Partito ufficialmente in maggio del 2006, il forum ha l’obiettivo di occuparsi di dossier particolari e di promuovere la cooperazione tra i due paesi. Un tema, questo, di cui la ministra dell’economia Doris Leuthard ha parlato in dicembre, nel corso della sua visita negli USA.

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