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Dossier Germania: affrontare i problemi all’unisono

Rita Fuhrer, rappresentante del governo zurighese, non ha perso il sorriso, ma la situazione è seria Keystone

Le relazioni tra la Svizzera e la Germania si stanno logorando. Per invertire la tendenza, la Confederazione e i cantoni che si trovano al confine tedesco ricercano una strategia comune.

Il dialogo tra i due paesi dovrebbe essere rilanciato anche dai previsti incontri a livello ministeriale.

Il confine a nord duole: negli ultimi tempi gli screzi con la Germania hanno creato qualche grattacapo alla Svizzera.

I motivi? Il traffico aereo diretto all’aeroporto di Zurigo che sorvola e turba la quiete del sud della Germania, i puntigliosi controlli alle frontiere che rallentano il traffico, il nuovo procedimento imposto alle banche straniere – quindi anche a quelle svizzere – per ottenere il permesso di operare in territorio tedesco e i contadini elvetici che mandano avanti fattorie tedesche.

I problemi alle frontiere, dovuti all’applicazione della legislazione inerente l’accordo di Schengen, si sono in parte ridotti, grazie anche all’aumento degli effettivi da parte dei servizi doganali tedeschi. Tuttavia nelle ore di punta ci sono ancora delle attese di venti minuti. I più toccati sono proprio i frontalieri tedeschi che lavorano a Basilea e che rientrano verso le 17.

Coordinare per essere più forti

La Confederazione e i cantoni che confinano con la Germania (Zurigo, Basilea città, Basilea campagna, Sciaffusa, San Gallo, Argovia e Turgovia) hanno deciso di presentarsi alla Germania come un fronte unito.

Berna e i cantoni interessati elaboreranno quindi un elenco dei problemi e delle richieste e stabiliranno delle priorità. È quanto ha indicato lunedì alla stampa il presidente della Confederazione, Joseph Deiss, al termine di un incontro tenutosi tra i responsabili dei cantoni e della Confedarazione alla residenza governativa del Lohn, vicino a Berna.

Problemi diversi

I problemi di Berna sono molto diversi da quelli dei singoli cantoni, anche perché si pongono su livelli differenti, ha affermato Deiss. Si tratta ora di definirli e di fissare delle priorità. Un compito non certo facile: come ha affermato la consigliera di Stato zurighese Rita Fuhrer, ogni cantone ha le sue richieste e le ritiene prioritarie.

Un ulteriore problema – ha precisato la Fuhrer – è che tutti i cantoni hanno a che fare con un unico interlocutore, il Baden-Württemberg, mentre quest’ultimo si trova a dover trattare con sette partner differenti. Per questo motivo è necessario elaborare una strategia comune.

Prima le strategie, poi le soluzioni

Lo scopo dell’incontro, ha affermato Deiss, non risiedeva nella ricerca di soluzioni, ma nello sviluppo di strategie adatte ad affrontare al meglio la situazione. Del resto l’incontro è servito anche ad appurare che tra la Svizzera e la Germania non ci sono solo problemi, ma anche possibilità di collaborazione, come è stato il caso della liberazione degli ostaggi del Sahara.

Sul piano nazionale, la coordinazione sarà assicurata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), mentre per i cantoni se ne occuperà la Fuhrer, che sarà responsabile presso la Conferenza dei governi cantonali.

All’incontro, durato due ore, hanno partecipato anche i consiglieri federali Moritz Leuenberger e Micheline Calmy-Rey. Erano inoltre presenti diversi alti responsabili degli uffici governativi interessati dalla questione. È intervenuto anche l’ambasciatore svizzero in Germania Werner Baumann.

Incontri in vista

L’importanza di coordinare le proprie strategie è tanto più evidente ora che alle porte ci sono innumerevoli incontri con le autorità tedesche. Mercoledì toccherà alla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey accogliere il suo omologo tedesco Joschka Fischer.

All’inizio di aprile seguirà l’incontro tra il ministro delle finanze elvetico Hans-Rudolf Merz e quello tedesco Hans Eichel. Il 23 aprile, infine, il presidente della Confederazione, Joseph Deiss, renderà visita a Berlino al cancelliere Gerhard Schröder.

swissinfo e agenzie

5 cantoni e 2 semicantoni svizzeri hanno una frontiera con la Germania
Si tratta di Zurigo, San Gallo, Argovia, Turgovia, Sciaffusa e dei semicantoni di Basilea città e campagna

La settimana scorsa la Commissione di politica estera del Consiglio nazionale ha proposto la creazione di una sottocommissione incaricata di instaurare il dialogo con le autorità tedesche e degli altri paesi confinanti.

I cantoni al confine con la Germania e la Confederazione hanno deciso di coordinare le loro strategie.

Nel corso delle prossime settimane ci saranno diversi incontri al vertice tra ministri svizzeri e tedeschi.

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