
Mercato finanziario tedesco: rivendicazioni svizzere

Il Consiglio federale chiede che i fornitori svizzeri di servizi finanziari abbiano diritto ad un libero accesso al mercato tedesco.
Delle discussioni sono in corso con le autorità tedesche per eliminare gli ostacoli che frenano gli istituti elvetici.
L’Autorità tedesca di sorveglianza dei mercati finanziari aveva pubblicato, nel settembre scorso, una nota informativa per precisare la pratica nei confronti d’istituti finanziari provenienti di Stati che non fanno parte dello Spazio economico europeo (SEE).
Secondo questi piani, le banche straniere, tra queste pure quelle svizzere, necessitano ormai di un’autorizzazione per offrire prestazioni finanziarie sul suolo tedesco.
Barbara Hendricks, vice ministra tedesca delle finanze, aveva precisato che, visto che la Svizzera non fa parte né dell’UE né dello SEE, il sistema di rilascio delle autorizzazioni elvetiche non deve essere automaticamente riconosciuto in Germania.
“Lo scopo del nostro intervento è quello di proteggere i cittadini tedeschi da fornitori di prestazioni finanziarie poco seri”, ha aggiunto la Hendricks.
Il cambiamento dovrebbe essere sottoposto al parlamento tedesco nel corso del 2004.
Preoccupazione
James Nason, portavoce dell’Associazione svizzera dei banchieri, ha detto a swissinfo che la decisione costituisce un serio problema per le banche svizzere alla ricerca d’espansione.
“La Germania è una fonte importante di nuovi clienti per il settore finanziario svizzero”, rileva Nason.
La misura rischia quindi di ostacolare seriamente le banche e perfino di impedirne alcune attività. Secondo Nason, “la faccenda ha un leggero sentore di protezionismo”.
Controlli di qualità
Secondo le autorità elvetiche, la Germania dovrebbe distinguere i paesi il cui settore finanziario è ben regolato da quelli dove i controlli sono meno rigorosi. Non tra i paesi appartenenti all’UE e gli altri.
La Svizzera sostiene che il suo organo di sorveglianza, la Commissione federale delle banche, soddisfa i massimi standard internazionali e che tale ente vigila su tutti gli istituti bancari con sede in Svizzera.
“Fatico a credere che le autorità tedesche non stiano cercando di scoraggiare i propri cittadini dal compiere operazioni bancarie off-shore”, rileva Nason.
In aprile, il presidente della Confederazione Joseph Deiss si recherà a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Gerhard Schröder e discutere anche di questa faccenda.
Tensioni
In effetti, di carne al fuoco per i due capi di Stato non ne mancherà. Negli ultimi tempi si sono infatti sviluppate numerose frizioni tra Svizzera e Germania.
Ad esempio, i controlli rafforzati dai doganieri tedeschi alle frontiere con la Svizzera o le discussioni sul regime di sorvolo della vicina Germania da parte degli aerei diretti o provenienti dallo scalo di Zurigo-Kloten.
O ancora, su scala europea, il nuovo regime doganale che l’UE intende imporre alle riesportazioni elvetiche. Un progetto che penalizzerebbe notevolmente l’economia elvetica.
Fischer in visita
Mercoledì prossimo, il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer sarà in Svizzera per una visita di lavoro ufficiale, durante la quale incontrerà la responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Micheline Calmy-Rey.
Al centro dei colloqui vi saranno le relazioni tra Svizzera ed UE, ma anche il difficile momento tra i due paesi.
Inoltre, mercoledì i membri della Commissione degli affari esteri del Consiglio nazionale hanno proposto l’istituzione di una sottocommissione, incaricata di mantenere relazioni amichevoli con gli Stati confinanti.
swissinfo e agenzie
Lo scorso autunno, la Germania annunciava di aver reinterpretato la propria legge sulle banche, ciò che forza gli istituti provenienti dall’esterno dello SEE a richiedere un’autorizzazione prima di poter esercitare su suolo tedesco.
Il governo svizzero sta cercando di correggere la decisione di Berlino, considerandola discriminatoria nei confronti degli istituti finanziari elvetici.
La questione non è l’unica a creare tensioni tra i due Stati. Vi si aggiungono infatti i dossier sui rumori provocati dagli aerei da e per lo scalo di Zurigo ed i controlli rafforzati dei doganieri tedeschi ai valichi con la Svizzera.

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