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Dov’è finita la croce della maglia della nazionale?

Ludovic Magnin dopo la sconfitta contro l'Ucraina agli ottavi della Coppa del Mondo 2006 e Miss Svizzera Amanda Amman, con la maglia dell'Euro 2008

Per gli Europei del 2008, i calciatori svizzeri vestiranno una maglia senza la croce bianca. Una scelta "grafica", spiegano i responsabili.

Questa opzione non piace però a tutti. Ai nazionalisti, naturalmente, ma anche ad alcuni amanti d’estetica, non per forza sciovinisti.

“Quando la Svizzera gioca bisogna vedere dei calciatori vestiti di rosso e, di tanto in tanto, grazie ad un’inquadratura ravvicinata, una croce bianca, ritiene Norbert Eschmann, ex giocatore di livello internazionale e giornalista. Quindi se non la si vede è un errore. E durante la partita contro la Nigeria non l’ho vista”.

Un errore “grave”, rincara Gabet Chapuisat. Ai microfoni della Radio della Svizzera romanda (RSR), questa ex gloria del calcio svizzero non ha lesinato critiche alla nuova maglia della nazionale, degna di un piccolo club di paese. Trovare “un semplice richiamo al fatto che siamo svizzeri” sarebbe stato “simpatico”, ha sottolineato Chapuisat.

Ancora più caustico l’ex parlamentare Claude Frey, che ha fatto un parallelo con Expo.02, l’ultima esposizione nazionale, dove “soprattutto non bisognava mostrare delle bandiere svizzere”. Per l’ex deputato radicale, la nuova maglia “è così brutta che più brutta non si può”.

“Accessorio superato”

Collera è stata espressa pure da alcuni rappresentanti dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), che già quando fu presentata la maglia precedente, nel 2006, non avevano esitato a rimproverare l’Associazione svizzera di football (ASF). Malgrado fosse ancora ben visibile, la croce secondo loro era già troppo discreta.

“Siamo i soli al mondo a non essere fieri di ciò che siamo, dichiarava all’epoca il deputato Oskar Freysinger al quotidiano romando Le Temps. La croce fa parte di quei simboli nazionali che certe persone, segnatamente coloro che sono favorevoli all’adesione all’Unione Europea, vorrebbero far sparire al più presto”.

Quest’anno ci risiamo: la sezione vallesana dell’UDC (quella di cui fa parte Oskar Freysinger) teme che i calciatori svizzeri siano confusi con i polacchi e denuncia sul suo blog “la scelta vuota e senza contenuto dell’ASF, che sembra considerare il patriottismo un accessorio superato”.

Nessuna vergogna

L’ASF è antipatriottica? Il rischio di confusione con la Polonia, in ogni caso, fa sorridere il segretario generale dell’ASF Peter Gilliéron. Dopo tutto, anche l’Austria ha una bandiera di colore rosso e bianco. E perché non menzionare anche la Danimarca, la Lettonia, il Giappone, Monaco o ancora la Turchia e la Tunisia?

“La regola vuole che sulla maglia figuri il logo dell’associazione o della federazione nazionale”, spiega Gilliéron. Del resto, né il gallo francese né i tre leoni dell’Inghilterra hanno qualcosa a che vedere con le bandiere nazionali. Anche avendo rinunciato alla loro aquila, i tedeschi hanno però pur sempre un logo di colore nero, rosso e giallo, come la loro bandiera.

La croce svizzera suscita vergogna? Peter Gilliéron lo nega risolutamente: “Assolutamente no, siamo fieri di rappresentare la Svizzera, prima delle partite si canta l’inno nazionale e tutti i giocatori sono orgogliosi di vestire questa maglia”.

“Il nostro nuovo logo è una combinazione delle lettere ASF – SFV (Schweizerische Fussball Verband), sigle che esistono da 25 anni, e di un logo più vecchio, che rappresentava un giocatore”, spiega il segretario generale.

Mescolando i due, l’ASF ha voluto simbolizzare “il movimento, il dinamismo, la volontà di avanzare”. In questa operazione di modernizzazione, le lettere si sono arrotondate a un punto tale da far scomparire la croce, anche se Peter Gilliéron afferma che “se si vuole la si può vedere”. È vero, ma bisogna veramente volerlo…

Perlomeno si vede il puma

Anche con tutta la buona volontà, Xavier Leuthold la vede appena.

Coproprietario del marchio “100% Swiss”, i cui t-shirt ed altri gadget-ricordo hanno contribuito a rendere la croce svizzera molto alla moda, il giovane creatore romando giudica il logo dell’ASF “veramente troppo complicato”.

“È orribile non mettere la croce svizzera, è un vero peccato”, dichiara colui che, senza essere particolarmente patriota, considera la bandiera svizzera la più estetica al mondo, assieme a quella giapponese.

Anche il rosso della maglia assomiglia pericolosamente all’arancione. Una scelta che sarebbe dettata dalle esigenze televisive, affinché il colore appaia più eclatante, come ad esempio il nuovo rosso dei bolidi Ferrari.

Se fosse toccato a lui disegnare la casacca della squadra nazionale, Xavier Leuthold avrebbe optato per qualcosa di molto classico, ad esempio una croce su uno sfondo rotondo all’altezza del cuore, o eventualemente sulle spalle. E non avrebbe però tralasciato il logo dello sponsor, un puma che salta, una tradizione che esiste dal 1978 e che giudica “magnifica”.

“Croce o meno, vi sono cose più spiacevoli – conclude Norbert Eschmann, un po’ deluso dagli ultimi risultati della nazionale. Ciò che è grave, è di non riuscire – almeno per il momento – ad avere una squadra competitiva”.

swissinfo, Marc-André Miserez
(traduzione di Daniele Mariani)

Presente su tutte le maglie della squadra nazionale dalla sua prima partita nel 1902, la croce svizzera è sempre stata ben visibile. Nella versione del 1990, occupa addirittura quasi un terzo della maglia.

Due anni dopo, nel 1992, è relegata all’interno del logo dell’Associazione svizzera di football (ASF), diventato l’emblema nazionale, come del resto negli altri paesi. La croce rimane comunque visibile.

All’inizio del 2006 il quotidiano popolare “Blick” definisce la croce sulla maglia che la nazionale indosserà ai Mondiali di Germania la “Schweiss-Kreuz”, la “croce di sudore”. Per il giornale zurighese, l’emblema assomiglia in effetti ad una “macchia di sudore”.

Utilizzato dopo la Coppa del Mondo, il nuovo logo dell’ASF tralascia completamente la croce, anche se con molta immaginazione la si può indovinare nell’intreccio delle lettere su sfondo rosso che formano la sigla “ASF-SFV”.

Nella nuova tenuta presentata ufficialmente prima della partita del 19 novembre contro la Nigeria, la croce bianca su sfondo rosso è ormai visibile in modo chiaro solo sulle calze dei giocatori.

La fase finale del Campionato d’Europa di calcio 2008 si terrà dal 7 al 29 giugno in Svizzera e in Austria.

Quindici delle 31 partite saranno giocate in Svizzera (sei a Basilea, tre a Ginevra, Zurigo e Berna). La finale si svolgerà a Vienna.

Complessivamente sono stati venduti 1,05 milioni di biglietti. L’evento dovrebbe portare in Svizzera fra 1 e 1,4 milioni di visitatori stranieri.

Il costo per la Svizzera è stimato a 182 milioni di franchi. Il contributo della Confederazione ammonta a 82,8 milioni.

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