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Dure critiche dalle parti lese

Il liquidatore di Swissair Karl Wütrich si è espresso martedi Keystone

Per la prima volta nel processo Swissair, la parola è passata ai rappresentanti delle parti lese, che non hanno risparmiato nuove critiche ai dirigenti.

In particolare sono state chieste pene più severe per l’ex presidente del gruppo Philippe Bruggisser e la comparizione davanti al tribunale del CEO di UBS Marcel Ospel. Spezzata invece una lancia in favore di Mario Corti.

“Non sono stati gli attentati dell’11 settembre 2001 a causare il fallimento di Swissair, ma solo e unicamente i dirigenti del gruppo”. Lo ha affermato martedì l’incaricato della liquidazione di SAirGroup Karl Wüthrich, che ha appoggiato le richieste di pena, tra 6 e 28 mesi, pronunciate lunedì dalla procura zurighese.

Malgrado l’impellente necessità di risanare la società, i dirigenti non hanno mai messo a punto un progetto in tal senso, andando avanti improvvisando, ha spiegato al tribunale di Bülach (ZH).

Il management sperava che lo Stato e il mondo economico non avrebbero lasciato cadere Swissair: “ma in questo modo prendevano in considerazione anche un eventuale fallimento”, ha spiegato Wüthrich, intervenuto a nome degli azionisti danneggiati.

Per l’altro rappresentante degli azionisti Hans-Jacob Heitz, l’11 settembre ha semplicemente accelerato un tracollo imminente. Heitz ha pure chiesto che il presidente di UBS Marcel Ospel sia convocato in qualità di testimone visto che era stato chiamato in causa da Mario Corti.

Una tasca bucata

Come già fatto dalla procura, il liquidatore ha poi definito inaffidabili i trasferimenti di importanti partecipazioni da SAirGroup alla filiale SAirLines, che navigava in cattive acque, decisi dall’ex presidente di direzione Philippe Bruggisser e dal consiglio d’amministrazione di allora. Bruggisser aveva invece difeso tale operazione.

Bruggisser aveva sostenuto davanti alla corte che tale operazione equivaleva a trasferire del denaro dalla tasca destra dei pantaloni a quella sinistra. “Con la particolarià – ha commentato Wütrich – che la tasca di SAirLines era bucata”.

Mentre Wütrich si è detto d’accordo con le richieste di pena dell’accusa, Heitz e Michael Werder, quest’ultimo presidente del comitato dei creditori di SAir Group, hanno spezzato una lancia a favore dell’ex direttore dell’aviolinea Mario Corti, contro il quale la procura ha chiesto la pena più severa.

Per Werder, una pena in parte privativa della libertà andrebbe invece affibbiata al predecessore di Corti, Philippe Bruggisser.

Sabena, vittima di Swissair

Martedì si è espresso anche Stefan Rutgers, il legale di Sabena, l’aviolinea belga controllata dal gruppo elvetico all’epoca del fallimento.

Rutgers ha descritto Sabena quale vittima della direzione di Swissair. A detta dell’avvocato, il management di SAirGroup avrebbe coscientemente operato un trasferimento in Svizzera di denaro a danno della compagnia belga.

Oltre a ciò, col passare del tempo Sabena si è trasformata in un’entità incaricata di portare passeggeri verso la piattaforma intercontinentale di Swissair.

Inoltre i dirigenti elvetici hanno obbligato l’azienda belga a rinnovare la flotta acquistando i più cari Airbus al posto dei Boeing e ciò, ha precisato Rutgers, “col solo obiettivo di favorire SAirTechnics, la filiale di SAirGroup specializzata nella manutenzione degli airbus”.

Il legale ha anche spiegato che il versamento di 150 milioni di franchi a Sabena nel febbraio del 2001 costituiva il rispetto di un impegno contrattuale.

“Se il Belgio avesse saputo…”

Stando al legale di Sabena, il management di Swissair ha nascosto lo stato reale della compagnia elvetica. “Se lo Stato belga l’avesse saputo, avrebbe scelto un’altra soluzione per l’aviolinea nazionale”, ha specificato Rutgers.

Frattanto, sia lo Stato belga che Sabena hanno avviato cause civili contro la società svizzera e altre denunce contro gli ex amministratori seguiranno.

swissinfo e agenzie

Lunedì il ministero pubblico zurighese ha chiesto delle pene comprese tra 6 e 28 mesi e delle multe che vanno da 38’000 franchi a 1.08 milioni di franchi.
La richiesta di pena più pesante riguarda Mario Corti, l’ultimo CEO di SAirGroup.
Tutti i 19 imputati si sono dichiarati innocenti.

Il processo davanti al Tribunale distrettuale di Bülach si è aperto il 16 gennaio e si protrarrà sino al 9 marzo.

Le audizioni dei 19 imputati si sono concluse il 5 febbraio.

I dibattimenti sono pubblici e si svolgono nella sala comunale di Bülach in grado di ospitare fino a 1’500 persone.

Dal 15 febbraio al 19 febbraio la corte ha ascoltato le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Il giorno della lettura della sentenza non è ancora stato fissato.

L’atto di accusa riempie 100 pagine, gli atti giudiziari 4’150 classificatori.

Per istruire la causa, il pubblico ministero zurighese ha lavorato 40’000 ore, interrogato oltre 300 persone e disposto la perquisizione di 20 abitazioni.

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