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Expo 2020 Dubai: Il padiglione svizzero riflette su sostenibilità e innovazione

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All'interno del padiglione svizzero, le Alpi appaiono in tutta la loro bellezza, avvolte in una nebbia artificiale. Www.sebastiencrettaz.com

Il padiglione svizzero all'esposizione universale in corso a Dubai conduce chi lo visita attraverso i paesaggi alpini in uno spettacolo di luci e ombre per mostrare la sostenibilità, l'urbanizzazione e l'innovazione elvetica. Un concetto che sembra piacere al pubblico, nonostante la pandemia e le molte contraddizioni che caratterizzano la regione del Golfo.

Con un investimento di 16,5 milioni di franchi, la Svizzera è stato il primo Paese ad aderire all’Expo 2020 di DubaiCollegamento esterno. Una spesa che sta già dando i suoi frutti: nonostante le sfide poste dalla pandemia, il padiglione svizzero ha raggiunto la soglia delle 500’000 visite a due mesi dall’apertura. “Il padiglione è sempre molto visitato. È un piacere constatare che incontra un così grande interesse tra il pubblico”, si rallegra al telefono Manuel Salchli, commissario generale del padiglione svizzero.

L’Expo prevede di attirare fino al 31 marzo 25 milioni di visitatrici e visitatori da tutto il mondo, di cui finora ne sono state registrati più di cinque milioni e seicentomila.

Per gli Emirati Arabi Uniti (EAU), l’Expo rappresenta un’opportunità per attirare aziende e investimenti stranieri nel suo centro commerciale. Il Paese ha speso più di 6 miliardi di franchi per l’esposizione. La Svizzera, invece, mira a coltivare le relazioni con il suo principale partner commerciale nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa). “Essere presenti all’Expo è una grande opportunità per consolidare e rafforzare le relazioni con gli Emirati Arabi e Dubai, ma anche con tutta la regione”, afferma Salchli.

SWI swissinfo.ch sarà a Dubai!

In qualità di partner mediatico del padiglione svizzero, SWI swissinfo.ch sarà presente all’Expo di Dubai dal 14 al 17 dicembre. La nostra giornalista Sara Ibrahim modererà una tavola rotonda dal titolo “Il futuro della formazione tecnica e professionale di base”Collegamento esterno, uno dei fiori all’occhiello del sistema formativo svizzero. La discussione è stata trasmessa in diretta streaming il 15 dicembre e può essere visionata qui sotto.

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Un progetto ambizioso, in piena pandemia

Con una superficie di 438 ettari, l’Expo 2020 è il più grande evento internazionale dall’inizio della pandemia e detiene già alcuni primati. Per la prima volta, l’esposizione universale si tiene in un Paese del Medio Oriente. Quest’anno, sono 192 le Nazioni presenti – un record eguagliato solo da Shanghai nel 2010 – e, per la prima volta nella storia dell’Expo, ognuna ha un proprio padiglione.                   

L’esposizione si concentra su tre temi principaliCollegamento esterno: la sostenibilità, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la mobilità intelligente e le opportunità per un futuro migliore.

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È questo il concetto alla base del padiglione svizzero, che offre “un’esperienza emozionale e immersiva in tre atti”, una messa in scena che dal deserto arabo si sposta sulle montagne elvetiche fino alla città del futuro. I visitatori diventano protagonisti di un gioco di specchi, colori e luci soffuse e offuscate dalle nebbie alpine, per poi riemergere in un ambiente urbano innovativo e sostenibile.

“Specialmente ora che molte persone sono incollate a un computer a causa della pandemia, abbiamo sete di esperienze emotive di questo tipo. Questo è ciò che offre il padiglione svizzero ed è una delle ragioni del suo successo”, dice Salchli. Finora, il padiglione svizzero è stato uno dei più visitati, insieme a quelli di Pakistan, India, Italia e Arabia Saudita, che ha toccato di recente al milione di visite.

Il padiglione è stato intitolato “Reflections” (Riflessioni), un nome con un doppio significato: i riflessi creati dalla facciata a specchio della struttura da una parte; la riflessione più introspettiva e profonda sulla bellezza della natura e sullo sviluppo sostenibile dall’altra.

L’ultima parte del padiglione ospita una mostra temporanea, che cambia settimanalmente seguendo le tematiche dell’ExpoCollegamento esterno – si va dall’esplorazione dello spazio e dal clima allo sviluppo urbano e all’inclusione. Il padiglione è sponsorizzato da aziende come Schindler, Roche, Novartis e Nestlé.

Sostenibilità, nello spazio come sulla Terra

Il padiglione pone un accento particolare sulla forza innovativa della Svizzera. Come molti altri Paesi, la nazione alpina punta molto sulla sostenibilità, che è al centro dell’Expo. “La Svizzera è convinta che l’innovazione giochi un ruolo chiave per promuovere lo sviluppo sostenibile. Come leader nel campo dell’innovazione e del riciclaggio vogliamo discutere e scambiare le migliori pratiche”, dice Salchli.

Uno dei progetti svizzeri più interessanti promossi all’Expo è quello di ClearSpace, una start-up del Politecnico Federale di Losanna (EPFL)Collegamento esterno che si propone di creare un sistema efficiente ed economico per rimuovere i 3’000 detriti spaziali disseminati nell’orbita terrestre. Questa è una delle tecnologie di punta dell’EPFL, creata grazie al mandato e ai finanziamenti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che l’ha selezionata per la prima missione di rimozione dei rifiuti nello spazio.

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Degno di nota è anche il progetto PlasticycleCollegamento esterno, realizzato da un gruppo di studentesse e studenti libanesi che hanno vinto il concorsoCollegamento esterno della Swiss – Middle East Circular Economy for Youth Initiative (Iniziativa di economia circolare per i giovani tra la Svizzera e il Medio Oriente). L’idea è quella di fornire una soluzione sostenibile per il riciclaggio delle buste di plastica in Libano, decomponendole in pellet riciclati. Il progetto sarà portato avanti grazie alla collaborazione di mentori e professori e professoresse delle università svizzere. “È stato emozionante vedere questo gruppo di giovani promettenti impegnarsi nel loro progetto davvero straordinario e vincere il concorso”, afferma Dante Larini, responsabile di progetto presso swissnexCollegamento esterno, che gestisce il padiglione con una presenza mobile insieme a Presenza SvizzeraCollegamento esterno.

Gli Emirati: non proprio campioni di sostenibilità e diritti umani

Dietro le quinte, tuttavia, l’Expo è stata al centro di numerose controversie. Una di queste riguarda l’impronta ecologica di un evento di questa portata in un Paese che presenta uno dei più alti tassi di emissioni di carbonio pro capite del mondo – davanti all’Australia e agli Stati Uniti – e già fortemente dipendente dalle esportazioni di petrolio e gas, che rappresentano il 30% del suo prodotto interno lordoCollegamento esterno. “Dal mio punto di vista non è un calcolo a somma zero. Per plasmare il nostro futuro in modo sostenibile e trovare soluzioni comuni, abbiamo bisogno di piattaforme dove poterci incontrare e scambiare idee. L’Expo è l’evento ideale per questo, perché riunisce persone di diversa provenienza”, dice Salchli.

Per dare un segnale forte nella direzione della sostenibilità e ridurre il proprio impatto ambientale, gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato un piano di investimenti con l’obiettivo di arrivare alle emissioni zero entro il 2050.

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Anche sul piano dei diritti fondamentali, la situazione nella regione è preoccupante. Poco prima dell’apertura dell’Expo, il Parlamento europeo aveva denunciato le gravi violazioni dei diritti umani negli EmiratiCollegamento esterno e aveva invitato i suoi Stati membri a boicottare l’evento. Un appello che nessuno ha colto. “Come per altri grandi eventi, la Svizzera si impegna a promuovere e proteggere i diritti umani attraverso il dialogo piuttosto che il boicottaggio”, scrive in una mail Léa Zürcher, portavoce dell’ambasciata svizzera ad Abu Dhabi.    

C’è poi la questione della manodopera straniera sfruttata negli Stati del Golfo. Secondo un’inchiesta del GuardianCollegamento esterno, il personale dell’Expo 2020 di Dubai ha probabilmente subito un pericoloso stress da calore eccessivo durante i lavori nei cantieri. Interrogata su questo punto, l’ambasciata svizzera ha affermato di aver sempre preteso e monitorato il rispetto degli standard di assunzione e di retribuzione da parte dei suoi principali appaltatori e subappaltatori. “Per questo motivo [l’ambasciata] ha effettuato ispezioni nel cantiere del padiglione svizzero e negli alloggi dei lavoratori impiegati dai nostri appaltatori nel dicembre 2019 e nel marzo 2020”, scrive Zürcher.    

A ottobre, l’Expo aveva aggiornato il numero delle persone impiegate decedute a seiCollegamento esterno (su circa 200’000 lavoratrici e lavoratori), includendo le morti legate alla Covid-19 e al lavoro nei cantieri. Tuttavia, l’organizzazione si rifiuta di dire se ci siano state morti legate ad altre cause.



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