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Nuovi piani d’azione per salvare l’economia mondiale

Keystone

Nel corso di una serie di riunioni, i leader economici mondiali hanno concordato nuove misure per stabilizzare i mercati finanziari e assicurare la solidità delle banche. Per la ministra dell'economia svizzera, non vi è attualmente nessuna ragione per un intervento della Confederazione.

Nessun paese può rispondere da solo al crollo dei mercati finanziari: ci troviamo dinnanzi ad una crisi globale, che ha portato sull’orlo del collasso il sistema finanziario mondiale, e occorre quindi una risposta globale. Questo il messaggio espresso e ribadito incessantemente negli ultimi giorni dai principali leader politici ed economici internazionali.

Così, per tentare di limitare i danni provocati dall’uragano che si è abbattuto nelle ultime settimane sui mercati finanziari, i responsabili dell’economia e delle finanze hanno moltiplicato nel corso della fine settimana gli appuntamenti ad alto livello.

Mentre il vertice dell’Eurogruppo si è riunito d’urgenza a Parigi, a Washington si sono incontrati i rappresentanti del G7, il gruppo dei 7 maggiori paesi industrializzati, del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale e del G20, il gruppo dei 20 maggiori paesi industrializzati e emergenti.

Piano d’azione eccezionale e urgente

A definire i primi interventi comuni, destinati a risanare il settore finanziario in crisi, sono stati dapprima i rappresentanti del G7, accolti venerdì notte alla Casa Bianca dal presidente americano George Bush. I ministri delle finanze delle potenze economiche mondiali hanno approvato un piano d’azione “eccezionale e urgente” che si basa su cinque pilastri per stabilizzare i mercati finanziari, assicurare la solidità delle banche e prevenire nuovi fallimenti.

I membri del G7 hanno assicurato che saranno prese “tutte le misure necessarie” per scongelare il mercato dei crediti e garantire agli istituti finanziari in difficoltà fonti di capitale pubblico e privato. Occorre inoltre far ripartire i mercati secondari dei mutui, il cui crollo è all’origine della crisi.

I Sette Grandi hanno insistito sul fatto che i piani varati dai governi nazionali per garantire i depositi “sono robusti e adeguati”, in modo da rassicurare gli investitori sulla sicurezza dei loro depositi. Una mossa necessaria per evitare in particolare il panico fra i risparmiatori.

L’accordo del G7 rappresenta una “cornice organica”, entro la quale fare scattare gli interventi dei vari paesi per fornire liquidità ai mercati e proteggere i consumatori, ha spiegato il ministro delle finanze americano Henry Paulson. La stessa amministrazione Bush sembra intenzionata a nazionalizzare diverse banche in crisi.

L’FMI predispone aiuti per i paesi in difficoltà

Il piano d’azione elaborato dal G7 ha ricevuto immediatamente il sostegno dei delegati del Comitato monetario e finanziario del Fondo monetario internazionale (FMI), riuniti sabato a Washington.

Da parte sua l’FMI ha “attivato un meccanismo di emergenza” per far scattare l’assistenza ai paesi membri che avessero bisogno di aiuti urgenti e ha adottato un proprio piano d’intervento che riprende nelle grandi linee i principi definiti dal G7.

Il direttore generale dell’Fmi Dominique Strauss-Khan ha dichiarato che il Fondo sarà pronto a soccorrere finanziariamente i paesi membri più colpiti dalla stretta creditizia, non escludendo che anche alcune economie occidentali possano chiedere aiuto.

A detta di Strauss-Kahn, l’FMI intende inoltre assumere un ruolo guida per “analizzare le ragioni che hanno portato all’emergenza attuale e disegnare nuovi strumenti che prevengano eventi simili”

Una lezione da imparare

Al termine della riunione dell’FMI a Washington, anche il presidente della Banca nazionale svizzera (Bns) Jean-Pierre Roth ha ammesso che occorre trarre i debiti insegnamenti dalla crisi attuale.

“Se vogliamo evitare di rivivere situazioni tanto difficili, bisognerà fare in modo che le banche siano in grado di attutire gli choc finanziari”, ha sottolineato Roth, secondo il quale è opportuno “riflettere all’ipotesi di un aumento durevole della capitalizzazione del sistema bancario e di una riduzione dell’indebitamento”.

Il presidente della Bns ha inoltre affermato che la Svizzera dispone dei margini necessari per operare ulteriori tagli dei tassi d’interesse, in modo coordinato con gli altri istituti centrali: i saggi di riferimento si situavano nel 2003 allo 0,25% e oggi al 2,5%.

La Svizzera guarda verso la Germania

Pure presente a Washington, la ministra dell’economia elvetica Doris Leuthard ha dichiarato che la crescita economica nazionale dipenderà in gran parte dalla capacità della Germania, il principale partner commerciale della Svizzera, di resistere alla crisi finanziaria.

“Per ora la situazione appare abbastanza stabile”, ma alcuni settori sono già colpiti, come ad esempio il comparto tessile, dove alcune imprese faticano a finanziare i progetti di investimento, ha osservato Doris Leuthard.

Secondo la ministra dell’economia, in Svizzera non vi è attualmente nessuna ragione per un intervento dello Stato. Se necessario, la Confederazione è in ogni caso pronta ad intervenire per evitare il fallimento di una delle grandi banche elvetiche.

swissinfo e agenzie

La settimana scorsa i principali indici finanziari mondiali hanno perso oltre un quinto del loro valore:

SMI di Zurigo: -22%,

FTSE 100 di Londra: -21,2%

DAX di Francoforte: -21,6%

CAC 40 di Parigi: -21,5%

Dow Jones di New York: -19,8%

Nikkei di Tokio: – 24,3%.

Negli ultimi giorni i governi di diversi paesi hanno già adottato importanti misure per riparare i danni derivanti dalla crisi dei mutui e ridare fiducia agli investitori:

Negli Stati uniti, l’amministrazione Bush ha varato un piano di 700 miliardi di dollari, che verranno investiti per risanare il settore finanziario, più altri 150 miliardi per sgravi e incentivi fiscali.

Il governo americano ha inoltre già speso 200 miliardi di dollari per salvare le agenzie Fannie Mae e Freddie Mac, specializzate nei mutui ipotecari.

La Gran Bretagna ha messo sul tavolo 50 miliardi di sterline per ricapitalizzare 8 banche nazionali in difficoltà.

In Germania, il governo ha concesso garanzie per 35 miliardi di euro per evitare il fallimento di Hypo Real Estate, seconda banca immobiliare del paese, e ha stanziato altri 16 miliardi per aiutare gli istituti bancari in crisi.

Olanda e Belgio hanno stanziato 28 miliardi di euro per salvare il gruppo bancario Fortis.

La Russia ha varato un piano da 100 miliardi di franchi per sostenere le proprie banche, dopo il crollo dei mercati finanziari.

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