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Ottimismo e opulenza a Baselworld

Il meglio dell'orologeria e della gioelleria mondiale è sotto i riflettori a Basilea Keystone

La più importante fiera mondiale dell'orologeria e della gioielleria riunisce per una settimana a Basilea 1'815 espositori provenienti da 41 paesi. Giunta alla 40a edizione, Baselworld presenta le novità del ramo.

“Proprio come un orologio dice qualcosa su chi lo indossa, l’industria orologiera elvetica è rappresentativa della Svizzera: è diventata un vero simbolo di qualità, affidabilità, precisione e innovazione”, ha sottolineato il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann, che l’8 marzo ha ufficialmente inaugurato la fiera.

Il ministro non ha esitato a definire l’industria orologiera elvetica come “un gioiello della corona economica della Svizzera”. Non c’è da stupirsi alla luce dei risultati di questo settore, le cui esportazioni nel 2011 hanno raggiunto i 19,3 miliardi di franchi.

Grande acquirente degli orologi “swiss made” l’anno scorso è stata l’Asia, destinataria del 55 per cento delle esportazioni elvetiche. La crescita è stata particolarmente forte in Cina (+48,7%), così come a Hong Kong e Singapore (entrambe +28% circa).

Guardando ad oriente

“I consumatori cinesi apprezzano sempre la buona reputazione, la qualità e il design dei marchi svizzeri”, secondo Jane Fountain, direttrice generale della Harmony World Watch Centre, che gestisce 267 punti di vendita in Cina. “Dicono che la Svizzera è la regina mondiale degli orologi”.

Nell’ultimo decennio c’è stato un rapido sviluppo nel mercato cinese degli orologi svizzeri. Harmony ha aperto la prima boutique Breguet in Cina, ed è stata la prima rivenditrice di Ulysse Nardin. Jane Fountain cita anche Rado, Omega, Rolex e Longines come marchi particolarmente popolari tra gli acquirenti cinesi

“I clienti asiatici sono veramente interessati alla cultura orologiera svizzera”, spiega a swissinfo.ch Adrian Bosshard, Ceo della Certina. Quest’ultima è entrata nel mercato cinese nel 2007. Ora è il suo secondo mercato, dopo la Svizzera.

“Siamo un bel marchio giovane in Cina. Non si può paragonare Certina con marchi più affermati come Longines, Omega e Tissot, che lì hanno storie di 20 anni o più”, precisa. La società con sede a Le Locle, nel cantone di Neuchâtel, ha registrato un costante incremento delle quote di mercato e di riconoscimento.

“I clienti cinesi apprezzano proprio il design… e il fatto che siamo molto forti in orologi meccanici”, afferma Bosshard. La Certina è specializzata in modelli sportivi e resistenti. Tra questi c’è anche un nuovissimo orologio subacqueo presentato in occasione di Baselworld.

Il Giappone è invece diventato il più grande mercato per la Century, la società con sede a Nidau, nel canton Berna, che festeggia il 20° anniversario di presenza sul mercato nipponico.

“Sappiamo che i clienti giapponesi apprezzano molto la nostra cura per i dettagli. Noi produciamo orologi piccoli, nello stile di gioielli, che piacciono a loro”, spiega la responsabile del marketing della Century, Nathalie Kottelat. Dopo il Giappone, la Cina è il mercato con la più rapida crescita della Century, seguita dalla Svizzera.

Circa l’80 per cento degli orologi Century è destinato alle donne. In un arcobaleno di colori, le casse ricoperte di zaffiri e alessandriti sintetici conferiscono una brillantezza supplementare agli orologi, così come agli orecchini e alle collane abbinati.

“Le casse degli orologi sono come pietre preziose. Questo è uno dei motivi principali per cui ci concentriamo su orologi da donna”, dichiara il Ceo della Century, Philip Klingenberg.

Ottimismo

“Sembra che ci sia molta eccitazione in questa esposizione”, osserva Mark Moeller, un negoziante di gioielli e orologi di Minneapolis, rivenditore della Rolex. Gli orologi rappresentano il 30 per cento del suo fatturato.

“Oggi abbiamo passato molto tempo a guardare orologi, in cerca di cose che non si vedono negli Stati Uniti”, dichiara Moeller a swissinfo.ch, manifestando grande entusiasmo in particolare per il modello Rolex con l’indicazione simultanea di due fusi orari. Moeller aggiunge di avere anche visitato con interesse gli stand espositivi di Raymond Weil e TAG Heuer.

L’americano racconta di aver visitato Baselworld in precedenza per l’ultima volta una decina di anni fa. Ma ora intende tornare alla fiera di Basilea ogni tre o quattro anni.

“Questa volta, il mio obiettivo è quello di uscire di qui senza spendere un milione di dollari”, scherza Moeller. “Ma parlando seriamente, il mercato del lusso è bello. E questo è uno dei motivi per cui siamo qui”.

Benedetto Mauro, co-proprietario della Hausmann & Co., con sede a Roma, visita Baselworld ogni anno. “Sto cercando nuove tecnologie e ce ne sono alcune impressionanti”, dice a swissinfo.ch, citando come esempio un orologio Breguet con un regolatore magnetico. Gli orologi da uomo rappresentano circa il 75% dell’offerta della sua ditta.

Secondo Mauro, la tecnologia svizzera si sposa bene con il gusto italiano. “Per gli orologi da uomo, siamo uno dei leader per i gusti e il design. Qualunque cosa funziona bene in Italia probabilmente farà presa anche in Cina e in qualsiasi altro posto”.

Esperta del mercato cinese, Jane Fountain dice di adorare gli orologi in generale. “Ogni marca mi dà una sensazione diversa”. Eppure non ne ha nemmeno uno al polso. Alla domanda sul perché, confessa di non voler favorire una marca particolare, soprattutto a un evento così profilato come Baselworld.

La 40esima edizione di Baselworld è stata inaugurata l’8 marzo. L’immancabile appuntamento mondiale dei professionisti dell’orologeria e della gioielleria riunisce oltre 1800 espositori di una quarantina di Paesi fino al 15 marzo.

Quest’anno a Basilea sono rappresentate 456 marche svizzere, di cui 292 di orologi. Le altre sono di affini e di gioielli.

Alla fiera sono attesi più di 100mila visitatori e 3mila rappresentanti dei media provenienti da tutto il mondo.

A dispetto della crisi, il 2011 è stato un anno da primato per l’orologeria svizzera. Le esportazioni sono cresciute del 19,2% rispetto all’anno precedente, segnando il record di 19,3 miliardi di franchi.

Le vendite sono state trainate dai mercati asiatici. La classifica dei paesi destinatari è capeggiata da Hong Kong con 4,09 miliardi di franchi (+28,3%). In seconda posizione ci sono gli Stati Uniti con 1,98 miliardi (+18,4%) e al terzo posto la Cina con 1,64 miliardi (+48,7%). Nella top ten seguono Francia (1,30 miliardi, +10,9%), Singapore (1,15 miliardi, +27,5%), Italia (1,01 miliardi, +9,5%), Giappone (0,91 miliardi, +12,6%), Germania (0,90 miliardi +17%), Emirati Arabi Uniti (0,68 miliardi, +17,9%) e Gran Bretagna (0,66 miliardi, +10,4%).

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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