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Svizzeri all'estero vogliono querelare PostFinance

Il principale sponsor del campionato svizzero di hockey su ghiaccio, PostFinance non galvanizza i connazionali all'estero, che sono ai ferri corti con la filiale bancaria della Posta. Keystone

​​​​​​​​​​​​​Avere un conto in una banca svizzera, per i cittadini elvetici residenti all'estero è diventato una sorta corsa ad ostacoli. Ora la misura è colma. Alcuni espatriati intendono dunque portare in tribunale PostFinance, l’unità bancaria della Posta svizzera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 maggio 2017 minuti
swissinfo.ch/raf

Di strettissima misura – 82 voti contro 79 e 29 astensioni –, la Camera del popolo, seguendo la raccomandazione del governo federale, il 4 maggio ha respinto una mozioneLink esterno del deputato Roland Rino Büchel, membro del comitato dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE). Il testo chiedeva di garantire a tutti gli svizzeri all'estero la possibilità di aprire un conto corrente presso una banca di rilevanza sistemica.

Secondo l'OSE, potenzialmente ciò riguarda tutti i circa 775mila svizzeri all'estero. L'organizzazione ha deploratoLink esterno la decisione della Camera del popolo.

L'OSE aveva anche trasmesso una risoluzione direttamente alla presidente della Confederazione Doris Leuthard, chiedendole di iscrivere nell'Ordinanza sulle poste che PostFinanceLink esterno, di cui la Confederazione detiene il controllo, non può discriminare gli svizzeri all'estero. "Questa settimana abbiamo ricevuto una risposta negativa della signora Leuthard", ha dichiarato il presidente dell'organizzazione Remo Gysin al settimanale SonntagsBlickLink esterno, in edicola ieri.

C'è chi non è disposto ad ingoiare il rospo

Secondo il domenicale zurighese, alcuni svizzeri all'estero progettano ora una denuncia. Questa via era già stata proposta lo scorso 25 marzo al Consiglio degli svizzeri all'estero (CSE) dal delegato John McGough. Questi l'aveva però ritirata, in favore dell'alternativa suggerita dal comitato, di privilegiare la via del dialogo con la Confederazione e delle modifiche legislative, per tentare di costringere PostFinance a fornire un servizio di base agli espatriati. Un'opzione che era poi stata approvata dalla maggioranza del CSE.

Alla luce degli sviluppi negativi, secondo il SonntagsBlick, John McGough ora è determinato a chiedere al Congresso degli svizzeri all'estero, il prossimo 18 agosto a Basilea, di adire le vie legali. "PostFinance appartiene allo Stato e accolla agli svizzeri all'estero ingiusti costi elevati. Perciò questa è la strada giusta", ha detto lo svizzero residente in Ungheria al domenicale, aggiungendo che PostFinance ha quasi raddoppiato i costi per i conti degli svizzeri all'estero.

Presso PostFinance non ci si vuole esprimere sulla prevista denuncia. Il portavoce Johannes Möri ha però precisato al settimanale: "Siamo fermamente convinti che la nostra politica dei prezzi non presenta alcuna discriminazione nei confronti degli svizzeri all'estero".

Stando al SonntagsBlick, l'OSE ora intensifica anche la pressione sulle banche cantonali. Nel corrente mese di maggio, i vertici dell'organizzazione si sono incontrati con rappresentanti dell'Associazione delle banche cantonali svizzere.

L'Organizzazione degli svizzeri all'estero si prepara all'offensiva contro il settore finanziario svizzera. Il presidente Remo Gysin si mostra combattivo: "Non siamo disposti a ingoiare la situazione attuale", ha affermato al giornale.



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