Prospettive svizzere in 10 lingue

E il latino sposò internet

Le vie dell'e-learning passano per il computer: volti interessati agli stand dei progetti dell'Università di Basilea swissinfo.ch

Per incentivare l’impiego delle nuove tecnologie nel campo dell’insegnamento, l’Università di Basilea ha distribuito 150'000 franchi di premi ai migliori fra i progetti di e-learning sviluppati al suo interno.

Farmacia, medicina e lingue antiche sembrano andare d’amore e d’accordo col computer.

Lo schermo di un computer. Sullo sfondo un anfiteatro romano. In primo piano tre anfore. Delle parole scorrono in ordine sparse dall’alto verso il basso dello schermo. Che faccio? Afferro il mouse e sposto la prima anfora – si chiama “femminile” – sotto la parola “puella”. Presa! Un punto! Ma nel frattempo la parola “servus” si è disintegrata a terra e non so se riuscirò a spostare l’anfora “neutro” abbastanza velocemente da acchiappare “corpus”.

Un gioco? Forse, ma un gioco che unito agli altri moduli del programma “Latinum electronicum” potrebbe permettere a migliaia di studenti universitari alle prese con l’esame di latino di imparare meglio e più velocemente le nozioni base della lingua di Cesare.

Il progetto, diretto dal professor Wachter (Università di Basilea) e al quale collaborano le Università della Svizzera italiana, di Neuchâtel e di Zurigo, è nato nell’ambito del Campus virtuale svizzero, il programma voluto dalla Confederazione per favorire lo sviluppo dell’ e-learning, l’apprendimento attraverso l’impiego delle nuove tecnologie informatiche.

Basilea, pochi soldi e tanto entusiasmo

“Latinum electronicum” non è il solo progetto di e-learning sviluppato all’Università di Basilea. Al bando di concorso, pubblicato in gennaio dal LernTechNet – il centro di competenza per l’e-learning dell’Università basilese – hanno risposto ben in 21. In palio 150’000 franchi, «troppo pochi», confida a swissinfo Gudrun Bachmann, coordinatrice del LernTechNet, «per dare il via ad un nuovo progetto, ma niente male se pensati come premio, come incentivo».

«L’Università di Basilea non è propriamente ricca» continua la Bachmann «investire il denaro a nostra disposizione in questo modo significa premiare l’entusiasmo». E in effetti alla cerimonia di premiazione tenutasi giovedì, nessuno dei membri della giuria – che per garantire l’indipendenza era composta solo da esperti estranei all’Università basilese – ha tralasciato di sottolineare il contrasto tra la difficile situazione economica del mondo universitario e l’atmosfera allegra che si respirava in sala.

In nome del plusvalore didattico

Ma tra tanti concorrenti, come scegliere i vincitori? «Per noi la risposta era chiara», afferma Gudrun Bachmann «volevamo premiare i progetti che davvero offrono qualcosa in più rispetto ai metodi d’insegnamento tradizionali, senza però dimenticare l’aspetto tecnico e il design».

I tre premi della categoria “didattica”, ciascuno del valore di 34’000 franchi, sono andati a “Pharmasquare”, un progetto di laboratorio virtuale per l’insegnamento della chimica farmaceutica, a “Latinum electronicum” e al corso “Introduzione alla lingua e alla letteratura inglesi antiche”.

Potrebbe stupire il fatto che proprio due lingue antiche si siano prestate tanto bene ad essere insegnate attraverso le nuove tecnologie. Eppure proprio nel campo delle scienze umanistiche l’e-learning sta raccogliendo il maggior numero di consensi. «I più entusiasti sono gli studenti delle facoltà filosofiche e letterarie», racconta la coordinatrice del LernTechNet. «Molti di loro accanto allo studio hanno un lavoro ed una famiglia e apprezzano il fatto di poter lavorare da casa».

Il premio per la sezione “tecnologia”, anch’esso dotato di 34’000 franchi, è andato a “PathoBasiliensis” realizzato da Katharina e Dieter Glatz. Medico patologo lei, informatico lui, la coppia ha realizzato un programma che permette agli studenti di medicina di accedere ad un numero impressionante di fotografie e di confrontare diagnosi, risultati di autopsie e quant’altro faccia riferimento al campo della patologia.

Il premio per la sezione “design”, 10’000 franchi, è andato ancora una volta a “Latinum electronicum”. I rimanenti due premi, 2000 franchi ciascuno, sono stati assegnati a progetti realizzati dagli studenti. “Networked Learning Environment” di Stefan Niederhauser permette di amministrare e creare contenuti per l’insegnamento in rete, mentre il “Quiz farmacologico”, realizzato da Philipp Walter e Alexander Vögtli, dà agli studenti di farmacia la possibilità di prepararsi agli esami in modo efficace e divertente.

A volte basta l’idealismo

Prima ancora di sapere che il progetto da lui coordinato avrebbe vinto due premi, il professor Wachter affermava: «Il “Latinum electronicum” non ha bisogno di un premio per andare avanti, però se lo ricevessimo sarebbe una gran bella soddisfazione». In effetti “Latinum electronicum”, così come “Pharmasquare”, fa parte del Campus virtuale svizzero. Sono quindi progetti che hanno un finanziamento assicurato (difficile fare una stima, ma in genere si tratta di più di un milione di franchi).

Ci sono progetti invece che vivono esclusivamente dell’entusiasmo dei loro autori. È il caso dell’introduzione all’inglese antico realizzata da Guillaume Schiltz o di “PathoBasiliensis”. «Mio marito ed io lo abbiamo realizzato nel tempo libero» confida a swissinfo la dottoressa Glatz. «I computer li avevamo a casa e grazie alle infrastrutture che sono a mia disposizione all’Istituto di patologia ho potuto scattare le foto dei preparati analizzati al microscopio».

Il costo di tutto ciò? 3300 ore di lavoro, più di 6500 fotografie e tanto idealismo. La ricompensa però va aldilà del premio in denaro. «Gli studenti sono entusiasti» racconta la dottoressa Glatz. «Ci sono stati addirittura dei genitori che mi hanno detto “Mio figlio passa delle ore con il suo programma” e poi diverse università in Germania hanno ripreso il nostro concetto».

La dottoressa Glatz poi rassicura chi si domanda preoccupato se lei e suo marito passino la vita davanti al computer: «No, quando è bel tempo ci piace anche passeggiare». Insomma, l’e-learning non deve far dimenticare la vita reale e neanche le lezioni tradizionali. «Non si tratta di sostituire le lezioni dove tutti sono presenti, ma di integrarle con i vantaggi offerti da internet», conclude Gudrun Bachmann.

swissinfo, Doris Lucini, Basilea

“Latinum electronicum” premiato con 34’000 franchi nella sezione “didattica” e 10’000 franchi per il “design”
“Introduzione alla lingua e alla letteratura inglesi antiche”, 34’000 franchi, “didattica”
“Pharmasquare”, 34’000 franchi, “didattica”
“PathoBasiliensis”, 34’000 franchi, “tecnica”
“Network Learning Environment”, 2000 franchi, “studenti”
“Quiz farmacologico”, 2000 franchi, “studenti”

L’Università di Basilea ha attribuito premi per un totale di 150’000 franchi ai progetti di e-learning che si sono distinti per carattere innovativo e valore didattico.

I premi dovranno servire a far avanzare ulteriormente i progetti. Solo i riconoscimenti attribuiti alla categoria “studenti” non sono legati a questa clausola. È infatti improbabile che i realizzatori di tali progetti possano continuare ad occuparsene una volta lasciata l’università.

Realizzati dagli studenti per gli studenti, questi progetti non sono però destinati a morire. Passeranno di mano in mano come una volta passavano di mano in mano i cataloghi di domande per prepararsi agli esami.

Il principale problema nella realizzazione di progetti e-learning attualmente è l’equipaggiamento degli studenti. «Se il nostro obiettivo è che gli studenti lavorino da casa», fa notare Gudrun Bachmann «siamo lontani dal risultato. Se il collegamento internet è lento, anche il modulo interattivo più bello non dà nessun divertimento».

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