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Elezione in governo: autorete decisiva dell’UDC?

Cambio volante: Caspar Baader - capogruppo UDC alle Camere - accoglie Walter; Zuppiger si avvia all'uscita Reuters

L'Unione democratica di centro è costretta a cambiare cavallo poco prima dello sprint finale: il candidato al governo Bruno Zuppiger, invischiato in una vicenda di eredità non gestita correttamente, lascia il posto a Hansjörg Walter. Ma ormai il danno è fatto, secondo la stampa.

A pochi giorni dall’elezione del successore della ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, prevista il 14 dicembre, l’Unione democratica di centro deve correre ai ripari. Il partito ha comunicato giovedì sera che il turgoviese Hansjörg Walter, presidente del Consiglio nazionale, completerà il ticket di candidati ufficiali dell’UDC, sostituendo così Bruno Zuppiger.

Quest’ultimo ha infatti dovuto gettare la spugna in seguito alle rivelazioni del settimanale Weltwoche concernenti presunti abusi in relazione alla gestione di una eredità da parte della società di consulenze di cui è titolare. L’altro candidato all’esecutivo per l’UDC rimane il friburghese Jean-François Rime.

Situazione compromessa

«Chi è causa del suo mal pianga sé stesso»: così si può riassumere il commento della Neue Zürcher Zeitung, secondo cui l’Unione democratica di centro potrà soltanto recitare il mea culpa se l’esito dell’elezione del 14 dicembre sarà ancora una volta insoddisfacente per il partito.

La vicenda che ha visto coinvolto Bruno Zuppiger ha infatti, ritiene il quotidiano zurighese, rapidamente azzerato la credibilità del candidato democentrista. «Nella Berna federale la conclusione è stata unanime: a chi non è in grado di gestire correttamente un’eredità, non possono essere affidati i destini di un intero paese». Una conclusione, continua la NZZ, a cui sarebbero peraltro dovuti arrivare molto prima anche i vertici del partito.

Quanto accaduto, conclude il quotidiano, solleva perplessità sulla direzione del partito e le sue scelte. Anche perché, scrive la NZZ, la scelta di puntare ora su un candidato come Hansjörg Walter – in passato poco gradito proprio ai vertici dell’UDC – difficilmente aumenterà le possibilità di ottenere un secondo seggio in governo.

Dello stesso parere il Tages Anzeiger e il Bund: il commento comune dei due quotidiani mette l’accento sul fatto che la strategia del partito non potrà non risentire dell’accaduto. La vicenda Zuppiger, scrivono, ha infatti messo in luce preoccupanti leggerezze nella gestione del partito e non sarà certo il «candidato last minute» Hansjörg Walter a poter salvare capra e cavoli. Se vorrà riconquistare il secondo seggio in seno all’esecutivo, concludono, l’UDC dovrà in futuro prestare ben altra attenzione alla scelta dei candidati.

L’UDC a una svolta

Secondo Le Temps, per anni l’UDC si è presentato all’elettorato come il partito dell’onestà, vicino alla gente e ai suoi veri problemi, pronto a denunciare le connivenze tra politica e interessi personali. Ora, però, i recenti fatti stanno cambiando profondamente le carte in tavola e mettendo in evidenza seri problemi di conduzione.

Il quotidiano romando ricorda che i cittadini hanno già sanzionato il partito in occasione delle recenti elezioni federali: cosa accadrà ora? L’UDC continuerà a mantenere un atteggiamento contestatario in un momento di crisi dove alla Svizzera serve invece unità, oppure deciderà di puntare finalmente sulla collaborazione per trovare soluzioni utili al paese?

La Liberté descrive quanto accaduto parlando di «incredibile leggerezza» e sottolineando che la direzione del partito – Blocher, Brunner e Baader – si è trovata sorpassata dagli avvenimenti. Anche se l’UDC – scrive il quotidiano friburghese – ha dimostrato di saper agir in fretta per tentare di raggiungere comunque il risultato voluto, difficilmente il cambio volante risulterà sufficiente.

Non tutto il male viene per nuocere?

Secondo il Corriere del Ticino, invece, «l’UDC, sorprendentemente, è riuscita giovedì nello spazio di poche ore a girare a proprio favore una situazione molto spiacevole e imprevista».

Infatti, «se è vero che da un partito di Governo ci si aspettano garanzie di totale irreprensibilità per i candidati che propone – e nel caso di Zuppiger l’UDC ha peccato di grave disinvoltura rinunciando a verificare rigorosamente i fatti – è altrettanto vero che ad agire in modo scorretto nei confronti del proprio partito è stato il Consigliere nazionale».

Quindi, «facendo di necessità virtù, l’UDC ha cambiato cavallo con una rapidità incredibile. Ma non si è accontentata, sotto la pressione degli eventi, di compiere un gesto difensivo che avrebbe annullato definitivamente le sue chance di raddoppiare i seggi in Governo. […] La mossa Hansjörg Walter rappresenta invece una piroetta che nessuno si aspettava».

Il neoeletto presidente del Consiglio nazionale ha vissuto, infatti, solo tre anni fa, una “quasi elezione” in Consiglio federale contro il volere del proprio partito: «A sette giorni soltanto dall’elezione, le carte vengono rimescolate e la partita viene riaperta. Ciò non significa che l’UDC sia più vicina al raddoppio. Semplicemente i margini di manovra si fanno ancora più ridotti e si preannuncia un testa a testa Walter-Widmer-Schlumpf. Non tutti i mali vengono per nuocere per l’UDC?», si domanda il Corriere.

Le irregolarità segnalate dalla Weltwoche riguardano la gestione di una eredità da parte della società di consulenze di cui Zuppiger è titolare.

Invece di versare i 265’000 franchi di una defunta (ex collaboratrice della società finanziaria) a due associazioni di interesse pubblico, Zuppiger per diversi anni avrebbe trattenuto il denaro, non dando così seguito alle volontà della defunta.

Stando al settimanale, Zuppiger avrebbe fatturato spese amministrative per oltre 150’000 franchi e depositato altri 100’000 franchi su un suo conto.

Solo quando le associazioni (si parla della Lega contro il cancro e di Pro Senectute) sono venute a conoscenza dell’eredità e sono intervenute per ottenere il denaro, Zuppiger ha disposto il versamento della somma più gli interessi.

Bruno Zuppiger contesta la ricostruzione del settimanale e sostiene che la pratica in questione era di competenza di un impiegato della società e quando ha appreso del “malinteso” (ritardo) ha provveduto a spartire l’eredità.

Il capogruppo Caspar Baader e il presidente del partito Toni Brunner hanno ammesso di aver commesso un errore di valutazione: assieme a Blocher erano stati informati il 30 novembre, alla vigilia della designazione da parte del gruppo UDC dei candidati ufficiali.

Dopo aver discusso con il diretto interessato avevano ritenuto di trovarsi di fronte a un caso concluso e risolto.

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