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Energie alternative: il sole di Trogen

I giovani appenzellesi all'opera per istallare i collettori termici Keystone

L'energia solare è attualmente in vetrina a Basilea. Ma la sua utilizzazione per la produzione di energia elettrica è ancora lontana dalla redditività. Molto più efficiente, come fonte di risparmio di combustibili fossili, è lo sfruttamento dei raggi come fonte di calore. Un progetto, promosso da Geenpeace, è stato realizzato al Villaggio Pestalozzi di Trogen.

Protezione attiva dell’ambiente come promossa in questi giorni a Basilea: il progetto del Villaggio della gioventù di Trogen assume un carattere esemplare. Da anni infatti l’organizzazione ambientalista Greenpeace promuove le energie alternative e, attraverso il contatto con gruppi e istituzioni delle varie regioni svizzere, sostiene la costruzione di impianti solari.

Come tante iniziative nel campo del solare, anche questa realizzazione ha un carattere didattico e di promozione della tecnologia. L’impiego dell’energia alternativa rimane ancora al di fuori del grande mercato e conosce una diffusione limitata. L’impianto assume inoltre un valore simbolico, si tratta infatti del cinquantesimo progetto realizzato dal Greepeace, nel quadro del Premio solare per la gioventù.

Il progetto

A Trogen sono stati istallati dei collettori solari per la produzione di acqua calda. Il responsabile del progetto, Kuno Roth, ha spiegato così la scelta fatta nella località appenzellese: “L’impiego termico del calore solare è più redditizio, rispetto all’energia elettrica prodotta dai pannelli, e ha dei costi di realizzazione più bassi oltre ad una durata di vita maggiore”.

Il traguardo è la riduzione del consumo energetico del villaggio. E i risultati sono degni di nota. I cinquanta metri quadrati di superficie dei pannelli, permettono infatti di risparmiare annualmente 2’200 litri di olio combustibile, corrispondenti all’emissione di sei tonnellate di CO2.

L’impianto è costato 65’000 franchi. Grazie al lavoro prestato dai giovani coinvolti è stato possibile risparmiare notevolmente sui costi di istallazione, portando l’investimento in quota risparmio effettivo sui costi di riscaldamento tradizionali.

Certamente, e il responsabile del progetto lo ammette, i collettori solari non sostituiscono completamente i sistemi di riscaldamento convenzionali. Le variazioni stagionali non permettono di produrre acqua calda a sufficienza per l’inverno, mentre in estate l’irradiazione permette un’autonomia quasi completa.

Importante è la riduzione globale dei consumi di energie fossili attraverso l’integrazione della fonte d’energia pulita. Questo il messaggio, promosso da Greenpeace e sostenuto dai contributi volontari di molte organizzazioni locali.

Promuovere la diffusione

Si tratta dunque di un progetto modello che coniuga il lavoro didattico, svolto all’interno del villaggio con il rispetto dell’ambiente. Con il suo premio solare, Greenpeace persegue proprio questa strategia sperando che l’esempio abbia degli sviluppi autonomi nella regione.

“Attraverso questo tipo di progetti concreti – continua Roth – riusciamo ad integrare la popolazione. Tutti notano l’utilità dell’impegno e ci sostengono. In tutti i nostri progetti abbiamo incontrato una solidarietà, data anche dall’immediatezza del progetto il cui scopo è trasparente”.

Il progetto di Trogen vuole essere un’esperienza per i 16 ragazzi coinvolti direttamente nell’assemblaggio dell’infrastruttura, ma anche per le famiglie e le organizzazioni locali che ne hanno assicurato il finanziamento.

Anche l’Ufficio federale dell’energia sostiene questo tipo iniziative, malgrado i fondi stanziati negli anni Novanta siano praticamente estinti. Hans-Luzius Schmid, vicedirettore dell’Ufficio ribadisce: “Bisogna promuovere le energie alternative sul territorio”. Come tale le iniziative degli ambientalisti sostengono direttamente la strategia delle istituzioni, indicando la via per una riduzione delle immissioni di CO2 nell’atmosfera.

Daniele Papacella

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