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Engadina Alta in pericolo

St. Moritz, la più rinomata località turistica dell'Engadina Alta (immagine: picswiss.ch) swissinfo.ch

L’intensa attività edilizia – legata soprattutto alle residenze secondarie – rischia di sfigurare l’Engadina Alta.

La Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e lo Heimatschutz Svizzera lanciano un appello urgente al governo.

L’Engadina Alta, nel canton Grigioni, è un paesaggio d’importanza internazionale. Ma se si continuerà a costruire con il ritmo attuale, la regione rischia di diventare un’immensa città fantasma, costellata di edifici abitati solo per poche settimane l’anno.

Per tale ragione, giovedì a Berna la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e lo Heimatschutz Svizzera hanno invitato il governo a intervenire.

Le due associazioni chiedono in particolare che il piano regolatore del governo grigionese, sottoposto all’approvazione del Consiglio federale, non prevedeva ampliamenti delle zone edificabili.

La montagna di letti cresce

Già oggi nelle aree edificabili dell’Engadina Alta vengono costruite ogni anno 400 case di vacanza, chiuse per la maggior parte del tempo. Tra 1970 e 2002 i posti letto sono aumentati da 19’484 a 65’672.

«Tale situazione – ha precisato Raimund Rodewald, direttore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio – rischia di ritorcersi contro lo stesso turismo, che vive anche della bellezza del paesaggio».

Durante l’alta stagione, ha affermato dal canto suo il presidente dello Heimatschutz Svizzera Caspar Hürlimann, l’intera vallata si ripopola di turisti: la regione diventa, per importanza demografica, la sesta città del paese.

A suo avviso, tollerando questo stato di cose la popolazione locale e gli operatori turistici stanno segando il ramo sul quale sono seduti. La «montagna di letti» -definita localmente con un pizzico di ironia «Piz Matraz» (pizzo materasso) – cresce a vista d’occhio.

Il problema del traffico

Oltre allo stop all’estensione delle aree edificabili, le due associazioni auspicano misure in grado di contenere il traffico durante la stagione turistica e preconizzano la costituzione di una fondazione – «Terrafina Oberengadin» – cui spetterà il compito di definire un piano ragionevole per lo sviluppo futuro della valle, che tenga conto della protezione del paesaggio.

L’appello delle due associazioni è sostenuto dall’ex consigliere federale Rudolf Friedrich, che da anni si batte per la tutela della zona e autore della «lex Friedrich» – norma promulgata nel 1984, e riveduta in seguito dall’ex-ministro Arnold Koller – che comprendeva un sistema di contingentamento per l’acquisto di case di vacanza da parte di persone domiciliate all’estero.

La lunga battaglia di Rudolf Friedrich

Secondo Rudolf Friedrich è indispensabile porre un limite alla costruzione di case di vacanza. Le attuali zone edificabili non devono essere estese né sfruttate al massimo, come avviene ora.

La strada che scorre a fondovalle non deve inoltre diventare una sorta di corridoio stradale che collega Milano con Monaco di Baviera. «L’erosione del paesaggio va fermata», ha aggiunto.

Friedrich ha affermato di sentirsi sempre meno a suo agio in questa regione, che frequenta fin da quando era bambino, proprio per il viavai che oramai la contraddistingue. Per trovare un po’ di calma, deve recarsi nelle valli meno accessibili.

Già nel 1979 Friedrich aveva presieduto la campagna per la protezione della regione fra i laghi di Sils e Silvaplana. Una colletta aveva permesso di raccogliere 12,6 milioni di franchi, serviti ad acquistare e mettere sotto protezione 59 ettari di terreno.

swissinfo e agenzie

Posti letto aumentati da 19’484 a 65’672 tra 1970 e 2002

Regione turistica di fama mondiale, l’Engadina Alta rischia di essere sfigurata dalla costruzione di residenze secondarie e da un aumento incontrollato del traffico motorizzato.

È quanto temono la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e lo Heimatschutz Svizzera, che chiedono al governo di impedire l’estensione delle aree edificabili nella regione.

Le due associazioni auspicano inoltre che sia creata una fondazione, il cui compito sarebbe quello di elaborare un piano di sviluppo della valle compatibile con la tutela del paesaggio.

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