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Esercito e giovani: sì, ma senza di me

I giovani svizzeri non hanno più tanta voglia di prestare il servizio di leva Keystone Archive

Perché sempre meno giovani vogliono prestare servizio militare? Per vari motivi, ma non più perché sono contrari all'esercito.

Segno dei tempi che cambiano, dice il sociologo Karl W. Haltiner. Oggi l’individuo è più importante della collettività.

I giovani sono nettamente più favorevoli all’esercito rispetto ai decenni
passati, però nessuno vuole più prestare servizio militare. Una situazione che potrebbe alla lunga portare ad un ripensamento del sistema di milizia, spiega Karl W. Haltiner, professore di sociologia all’accademia militare del Politecnico di Zurigo e autore di un libro sull’argomento, in un’intervista pubblicata martedì dalla “Berner Zeitung”.

Negli anni settanta andava di moda contestare l’esercito, la protesta nelle caserme doveva servire a dar corpo al proprio pacifismo, era una protesta ideologica, spiega l’esperto. Gli anni ottanta sono invece stati caratterizzati da un atteggiamento critico nei confronti della Svizzera nella sua globalità, mentre gli anni novanta sono stati dominati dai dibattiti sulla politica di sicurezza.

Una società diversa

Oggi l’esercito gode di più simpatie che non 20 o 30 anni fa ma il motto attuale è: “esercito sì, ma per favore senza di me”, spiega Haltiner. Una posizione frutto del crescente individualismo che si riflette anche in altri ambiti. A livello professionale, ad esempio, nel ventesimo secolo esistevano un centinaio di professioni diverse, oggi sono un migliaio.

Oltre all’impegno professionale, il cittadino medio oggi è più interessato di una volta al proprio benessere personale e trascura l’impegno sociale, così spiccato nelle generazioni precedenti. Questo spiega perché i giovani di oggi, pur non essendo contrari all’esercito, non vogliano prestare il servizio di leva. “La nostra società è diventata una società di specialisti, dove l’individuo è più importante della collettività” dichiara lo specialista.

I tempi dei grandi eserciti sono finiti e questo a livello europeo. Oltre ai motivi già citati vi sono altre ragioni che spiegano l’attuale atteggiamento verso l’esercito: il fattore demografico e quello economico. Nel primo caso non ci sono abbastanza uomini per un esercito e nel secondo, nessun Paese può più permettersi di finanziare un esercito come 20 anni fa.

Abolire l’obbligo di leva?

Quali conclusioni trarre da questa evoluzione? Abolire l’obbligo di leva? Secondo il consigliere nazionale socialista, Boris Banga, membro della Commissione della politica di sicurezza, la formazione militare dovrebbe diventare più attraente e meno noiosa. “Inoltre”, spiega l’uomo politico, “bisogna staccarsi dall’idea che la Svizzera deve e può prepararsi ad una mobilitazione generale”.

Per il professor Karl W. Haltiner, invece, gli eserciti si fanno tecnologicamente sempre più complessi, ma hanno bisogno di un organico ridotto. In quest’ambito è possibile mantenere il principio che tutti debbano fare il servizio militare, a patto però che la percentuale di chi poi nella realtà è esentato non superi il 50 per cento. “Altrimenti nascono frizioni poltiche, perché i giovani in grigioverde si sentono discriminati”, dice l’esperto.

Il resto dell’Europa

Il dibattito sull’esercito e sul servizio militare non ha risparmiato nemmeno i Paesi limitrofi. Spagna, Belgio, Olanda e Italia hanno abolito la leva obbligatoria e anche in Germania la naia per tutti viene messa in discussione.

In Svizzera, la riforma Esercito XXI, che ha portato ad uno snellimento dell’esercito, mantiene il principio dell'”esercito di milizia”, riducendo i giorni di servizio. Tuttavia, se in un futuro ogni seconda persona soggetta agli obblighi militari non dovesse più prestare servizio, allora, secondo il professor Haltiner, bisognerà affrontare il problema alla radice e l’obbligo della leva verrebbe davvero messo in questione.

Il sociologo è comunque fiducioso e ottimista: “Il sistema di milizia svizzero, a differenza di quanto succede negli altri Paesi, poggia su una tradizione così vecchia, che durerà ancora a lungo”.

swissinfo

Dopo l’antimilitarismo ideologico degli scorsi decenni, oggi i giovani non sono più contrari all’esercito. Tuttavia, ciò non significa che siano favorevoli al servizio di leva. Anzi. Per prestare servizio militare non hanno più tempo, troppo presi da esigenze professionali e interessi personali.

Effettivi (nel 2001): 351’182 militari, di cui
31’051 ufficiali
55’150 sottufficiali

Grandi unità: 3 corpi d’armata da campagna
1 corpo d’armata da montagna
Forze aeree

Giorni di servizio prestati dal 1993 (in mio):

nel ’93, 10,0
nel ’94, 9,2
nel ’95, 7,1
nel ’96, 7,0
nel ’97, 6,7
nel ’98, 6,5
nel ’99, 6,5
nel 2000, 6,2

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